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Giochi della memoria
Moira Ricci e Paolo Ventura realizzano due viaggi diversi nel tempo, negli spazi dell’invenzione, nella memoria malinconica o nostalgica, affettuosa o straziante
Comunicato stampa
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Usano la fotografia, la manipolano, la piegano e non solo nelle sue intrinseche qualità artigianali ma nella sua essenza stessa che la vuole formidabile medium per arrestare il divenire.
Inventano una vita rivissuta attraverso presenze impossibili, che scavalca il tempo e gli eventi. Inventano una città costruita su sogni e ricordi presi a prestito.
Moira Ricci entra nella vita di sua madre, ne diventa testimone e complice, la osserva dall'infanzia fino al suo diventare donna. Crea un gioco di rimandi e di rovesciamenti di ruoli, e' a un tempo spettatrice e operatrice. Il rimpianto e l'affetto arricchiscono l'album di ricordi di una nuova presenza, una protagonista che altera lo scorrere del tempo, che scompagina le relazioni.
Paolo Ventura crea una città che e' Milano, Parigi, Varsavia, teatro di eventi quotidiani, minuti o drammatici, che si intrecciano sotto un invisibile cielo invernale. Osserva esistenze inventate che si sfiorano sotto la pioggia, nei caseggiati anonimi, nei bar, all'uscita di un cinema. In un tempo immaginario, certamente passato e magicamente presente.
Moira Ricci e Paolo Ventura affrontano entrambi, sia pure su registri differenti, il tema ineludibile della morte, dell'assenza, del ricordo. Attraverso memorie private e memorie collettive che si intrecciano e si sovrappongono, che toccano tutti i registri della nostalgia e del rimpianto fino a esorcizzarli in una sorta di elaborazione del lutto che, nelle opere compiute, diventa altro. Diventa appunto un viaggio nel quale la memoria e' solo il punto di partenza per creare la possibilità di nuovi incontri, di dare vita a reali mondi di finzione.
Giovanna Calvenzi
Moira Ricci
20.12.53-10.08-04
-La fotografia rende presente un evento passato-
(Roland Barthes, La Camera chiara. Nota sulla fotografia, 1980)
Queste parole, tratte dalle riflessioni di Roland Barthes sulla fotografia come mezzo di comunicazione si attagliano e descrivono perfettamente il lavoro di Moira Ricci e annunciano anche - con le dovute differenze e le ovvie distanze - una singolare coincidendenza di poetica.
Una prima vista (lo studium per Barthes) ci restituisce una sequenza di immagini familiari che ci appaiono normali, quotidiane.
Poi ad un'osservazione piu' attenta (il punctum) percepiamo qualcosa di piu', un particolare che ci colpisce. E' uno scarto, un inserimento impercettibile ma costante.
E' Moira che ha deciso di inserire la sua stessa figura, di rivolgere il suo sguardo carezzevole e attento verso la madre scomparsa ma presente nella memoria e protagonista di tutte le foto che compongono il racconto.
E' una scelta importante e coraggiosa quella di mettersi in gioco e di rendere pubblica una parte della propria storia, di partecipare l'importanza della consapevolezza di un rapporto-legame primario e l'elaborazione di un lutto come necessità e possibilità creativa.
In questo percorso dove la fotografia e il ritratto diventano -una magia- piu' che -un'arte-, parafrasando ancora Barthes, la giovane artista rivede il proprio vissuto e si pone in consonanza con la propria identità.
E fa di piu', ci invita ad entrare in contatto con quelle parti di noi vive e presenti anche se forse non ancora conosciute.
Angelandreina Rorro
nota biografica
Moira Ricci e' nata a Orbetello nel 1977. Nel 1998 si e' diplomata presso l'Istituto C.F.P. Riccardo Bauer di Milano e nel 2005 in Comunicazione Visiva e Multimediale all'Accademia di Brera, Milano. A partire dal 2001 ha iniziato un'intensa attività espositiva. Vive e lavora tra Grosseto e Milano.
Paolo Ventura
Viaggio nella memoria
Nelle mie fotografie appare un mondo immaginario fatto di case, strade, piazze, atmosfere e personaggi che io costruisco e poi fotografo.
Quando allestisco le mie scenografie penso a delle immagini che mi ossessionano da molto tempo, a come dei sogni di una città immaginaria, anzi un quartiere che io conosco profondamente per averci vissuto tutta la mia vita, nelle sue ombre lunghe delle luci del giorno e della notte, nella guerra che ci ha abitato per lunghi anni e che viene rievocata continuamente, un posto vecchio, che ha visto tante cose nascere e morire.
Un sogno che mi protegge dal mondo esterno. Un mio rifugio immaginario che, ricostruendolo e fotografandolo realisticamente ambiguo, io rendo reale.
In questo piccolo mondo di legno e cartone degli uomini piccoli si amano, camminano si annoiano e si uccidono come nel mondo grande, come se ci guardassimo in uno specchio che pero' ci rimpicciolisce.
In questa mostra presento una selezione del mio lavoro precedente War Souvenir, e un'anteprima di alcune immagini tratte da il mio piu' ampio e ultimo lavoro che si chiama Winter story, e che verrà presentato da Contrasto nell' inverno 2008.
Paolo Ventura
Nota biografica
Paolo Ventura e' nato a Milano nel 1968. Il suo ultimo lavoro War Souvenir e' stato esposto nel 2006 in numerose occasioni in diverse città, fra le quali New York, Mosca, Arles, Milano. War Souvenir e' stato pubblicato in volume dalla casa editrice Contrasto, Roma. Vive e lavora a New York.
Inventano una vita rivissuta attraverso presenze impossibili, che scavalca il tempo e gli eventi. Inventano una città costruita su sogni e ricordi presi a prestito.
Moira Ricci entra nella vita di sua madre, ne diventa testimone e complice, la osserva dall'infanzia fino al suo diventare donna. Crea un gioco di rimandi e di rovesciamenti di ruoli, e' a un tempo spettatrice e operatrice. Il rimpianto e l'affetto arricchiscono l'album di ricordi di una nuova presenza, una protagonista che altera lo scorrere del tempo, che scompagina le relazioni.
Paolo Ventura crea una città che e' Milano, Parigi, Varsavia, teatro di eventi quotidiani, minuti o drammatici, che si intrecciano sotto un invisibile cielo invernale. Osserva esistenze inventate che si sfiorano sotto la pioggia, nei caseggiati anonimi, nei bar, all'uscita di un cinema. In un tempo immaginario, certamente passato e magicamente presente.
Moira Ricci e Paolo Ventura affrontano entrambi, sia pure su registri differenti, il tema ineludibile della morte, dell'assenza, del ricordo. Attraverso memorie private e memorie collettive che si intrecciano e si sovrappongono, che toccano tutti i registri della nostalgia e del rimpianto fino a esorcizzarli in una sorta di elaborazione del lutto che, nelle opere compiute, diventa altro. Diventa appunto un viaggio nel quale la memoria e' solo il punto di partenza per creare la possibilità di nuovi incontri, di dare vita a reali mondi di finzione.
Giovanna Calvenzi
Moira Ricci
20.12.53-10.08-04
-La fotografia rende presente un evento passato-
(Roland Barthes, La Camera chiara. Nota sulla fotografia, 1980)
Queste parole, tratte dalle riflessioni di Roland Barthes sulla fotografia come mezzo di comunicazione si attagliano e descrivono perfettamente il lavoro di Moira Ricci e annunciano anche - con le dovute differenze e le ovvie distanze - una singolare coincidendenza di poetica.
Una prima vista (lo studium per Barthes) ci restituisce una sequenza di immagini familiari che ci appaiono normali, quotidiane.
Poi ad un'osservazione piu' attenta (il punctum) percepiamo qualcosa di piu', un particolare che ci colpisce. E' uno scarto, un inserimento impercettibile ma costante.
E' Moira che ha deciso di inserire la sua stessa figura, di rivolgere il suo sguardo carezzevole e attento verso la madre scomparsa ma presente nella memoria e protagonista di tutte le foto che compongono il racconto.
E' una scelta importante e coraggiosa quella di mettersi in gioco e di rendere pubblica una parte della propria storia, di partecipare l'importanza della consapevolezza di un rapporto-legame primario e l'elaborazione di un lutto come necessità e possibilità creativa.
In questo percorso dove la fotografia e il ritratto diventano -una magia- piu' che -un'arte-, parafrasando ancora Barthes, la giovane artista rivede il proprio vissuto e si pone in consonanza con la propria identità.
E fa di piu', ci invita ad entrare in contatto con quelle parti di noi vive e presenti anche se forse non ancora conosciute.
Angelandreina Rorro
nota biografica
Moira Ricci e' nata a Orbetello nel 1977. Nel 1998 si e' diplomata presso l'Istituto C.F.P. Riccardo Bauer di Milano e nel 2005 in Comunicazione Visiva e Multimediale all'Accademia di Brera, Milano. A partire dal 2001 ha iniziato un'intensa attività espositiva. Vive e lavora tra Grosseto e Milano.
Paolo Ventura
Viaggio nella memoria
Nelle mie fotografie appare un mondo immaginario fatto di case, strade, piazze, atmosfere e personaggi che io costruisco e poi fotografo.
Quando allestisco le mie scenografie penso a delle immagini che mi ossessionano da molto tempo, a come dei sogni di una città immaginaria, anzi un quartiere che io conosco profondamente per averci vissuto tutta la mia vita, nelle sue ombre lunghe delle luci del giorno e della notte, nella guerra che ci ha abitato per lunghi anni e che viene rievocata continuamente, un posto vecchio, che ha visto tante cose nascere e morire.
Un sogno che mi protegge dal mondo esterno. Un mio rifugio immaginario che, ricostruendolo e fotografandolo realisticamente ambiguo, io rendo reale.
In questo piccolo mondo di legno e cartone degli uomini piccoli si amano, camminano si annoiano e si uccidono come nel mondo grande, come se ci guardassimo in uno specchio che pero' ci rimpicciolisce.
In questa mostra presento una selezione del mio lavoro precedente War Souvenir, e un'anteprima di alcune immagini tratte da il mio piu' ampio e ultimo lavoro che si chiama Winter story, e che verrà presentato da Contrasto nell' inverno 2008.
Paolo Ventura
Nota biografica
Paolo Ventura e' nato a Milano nel 1968. Il suo ultimo lavoro War Souvenir e' stato esposto nel 2006 in numerose occasioni in diverse città, fra le quali New York, Mosca, Arles, Milano. War Souvenir e' stato pubblicato in volume dalla casa editrice Contrasto, Roma. Vive e lavora a New York.
04
aprile 2007
Giochi della memoria
Dal 04 aprile al 03 giugno 2007
fotografia
Location
Biglietti
Unico Mostre + Galleria - 9,00
Ridotto Mostre + Galleria - 7,00
Intero Galleria - 6,50
Ridotto Galleria - 3,25
Orario di apertura
Da martedi' a domenica 8,30 - 19,30; lunedi' chiuso. L'ingresso e' consentito fino a 40 minuti prima della chiusura
Vernissage
4 Aprile 2007, ore 18
Sito web
www.fotografiafestival.it
Autore
Curatore