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Valter Luca Signorile – Breath11
Avrebbe anche potuto scegliere il teatro, nella sua forma più estrema, Valter Luca Signorile, tanto è l’anelito alla messinscena, alla rappresentazione
Comunicato stampa
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Avrebbe anche potuto scegliere il teatro, nella sua forma più estrema, Valter Luca Signorile, tanto è l’anelito alla messinscena, alla rappresentazione. Quello che ci mostra è un corpo organico, mutante, trafitto, scalfito, sporco, ustionato, percosso, vissuto, agito, esibito, denunciato, tagliato, amato, vilipeso, ucciso, salvato. Ce lo mostra palpitante, febbricitante. Nudo. Necessaria alla messinscena è la messa a nudo, la spoliazione che diventa spogliazione; la pelle è l’unico possibile abito, è solo nella dimensione della nudità che si compie l’esperienza ancestrale e biologica del corpo. Solo nella nudità è possibile la verità. E la verità è quella, ineluttabile, della morte. Si vive per morire, si uccide per mangiare, si uccide per vivere. Non è un caso che tra le riflessioni ultime di Valter Luca ci sia anche la domanda sui traumi dell’11 settembre, sulle conseguenze della paura, del terrore, del sospetto. E la poetica della morte si incunea in questa domanda, vi infonde quell’alito chimico che prima di cancellare disfa e confonde; la morte è condizione che tutti accomuna. E la consapevolezza di questa unitarietà, il segno di questa uguaglianza nella diversità è all’origine dell’assenza di confini e di perimetri nelle opere di Signorile: che non è solo mancanza di un segno netto, di una linea di contorno in grado di contenere le forme prima che la carne e il respiro della carne abbiano la meglio; è anche e soprattutto una mancanza di argine tra le diverse forme espressive, per cui i temi e i soggetti trasmigrano dalle foto alle opere su carta, per ritrovarsi nei video e nelle installazioni. Ovunque, si parla del mistero dell’oltre, con accenti panici, sacrali, e con soluzioni figurative in cui riecheggiano sia suggestioni iconografiche cristiane, sia memorie della contemporaneità (nella serie Bare ceremony, ad esempio, i piedi trafitti ed esposti in tutta la loro verità hanno un evidente riferimento alla crocifissione, ma richiamano anche il ciclo Morgue di Andres Serrano). Così, in quelle pozze di colore amniotico ed ematico, le forme che prendono vita sono forme destinate al disfacimento; bozzoli ed embrioni che portano incisa la missione tragica e sublime dell’esistenza, a suggello della quale l’autore sovente chiama la testimonianza divina. Con un appello sordo, terribile, irato. Vibrato teso e nudo come una preghiera. O una bestemmia.
16
aprile 2007
Valter Luca Signorile – Breath11
Dal 16 al 27 aprile 2007
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
BERTOLT BRECHT – SPAZIO 2
Milano, Via Antonio Giovanola, 21C, (Milano)
Milano, Via Antonio Giovanola, 21C, (Milano)
Orario di apertura
lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 17.00 alle 19.00
Vernissage
16 Aprile 2007, ore 18.30
Autore
Curatore