Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Unknown Photographers
La Fotografia Anonima del Novecento
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In mostra presso Etiquette, in corso Palladio 54 a Vicenza, la collezione privata di fotografie "anonime" del novecento di Enrico Mitrovich, pittore e net artista, componente dello studio l'Officina arte contemporanea.
La singolare raccolta, composta in anni di innumerevoli e complesse ricerche, comprende fotografie di provenienza prevalentemente tedesca e americana, databili in un periodo che va dai primi del novecento agli anni cinquanta, i cui comuni denominatori sono l'essere state create da autori sconosciuti e l'assoluta imprevedibilità del soggetto. Come da una scatola magica o da un diorama escono infatti scenari domestici surreali e ricordi familiari alquanto strani: una signora che caccia un coniglio impagliato, la testa di uomo che fa capolino da una palla gigante di neve, una signora con ombrellino che passeggia su una staccionata, i carcerati in pose segnaletiche, un berretto che è il pretesto per catturare un volo di gabbiani, la famiglia di costruttori di maschere. Si tratta di capolavori commoventi ed esilaranti sfuggiti alla distruzione del tempo, casualmente conservati per il valore intrinseco dell'oggetto-fotografia in un tempo in cui tali immagini rivestivano il valore di documento per eccezione, capaci di riprendere il prezioso "attimo fuggente" quando anche la middle class si potè finalmente permettere di acquistare le macchine fotografiche e che forse oggi non sarebbero sopravvissute allo scarto positivista reso possibile dal digitale.
Custodite in bauli, cassette, vecchi contenitori, ritrovate in mercatini, scambiate via lettera, salvate tra i più vari materiali di trovarobato, queste fotografie sono state a lungo disperse e nascoste come le storie dei loro proprietari. La collezione Mitrovich le ha radunate e racchiuse sotto singole cornici come se su ciascuna di esse si potesse scrivere una storia.
Sulla fotografia anonima e sulla sua rilevanza artistica sono stati pubblicati negli ultimi anni alcuni libri, come Anonymous Enigmatic Images from Unknown Photographers e L’Italia del Novecento Le fotografie e la storia, che ne hanno indagato il valore secondo vari aspetti teorici, aumentando l'interesse attorno a questo nuovo settore anche grazie all'azione del collezionismo che ha impresso un importante stimolo per condurre all'apprezzamento critico di questo tipo di fotografia. I libri in questione infatti nascono dalla pubblicazione di alcune collezioni e l'apparato critico è una conseguenza del lavoro collezionistico e non una anticipazione, come spesso accade in altri ambiti artistici. Anche per questa raccolta, attraverso la scelta delle immagini e la loro associazione, l'intera installazione assume una configurazione nuova e sviluppa un valore che trascende le singole istantanee, ricostruendo una mappa di significati che rivelano la personalità di colui che le colleziona, in modo che l'animo del collezionista diventa alla fine parte dell'opera esposta che dichiara il suo immaginario e la sua poetica.
Venerdì 13 aprile, a partire dalle ore 18.00, con accompagnamento musicale di Giovanni Sarani, sarà esposta una notevole parte della collezione: le foto in mostra, coerentemente con la loro indole, sono state scelte a caso. Il metodo seguito è stato quello di non seguirne alcuno, come se si fosse rovesciato un cassetto nel quale venivano conservate alla rinfusa, per poter incuriosire ed emozionare senza nessun ausilio didascalico. Fino al 30 aprile sarà poi esposta una parte della collezione.
La singolare raccolta, composta in anni di innumerevoli e complesse ricerche, comprende fotografie di provenienza prevalentemente tedesca e americana, databili in un periodo che va dai primi del novecento agli anni cinquanta, i cui comuni denominatori sono l'essere state create da autori sconosciuti e l'assoluta imprevedibilità del soggetto. Come da una scatola magica o da un diorama escono infatti scenari domestici surreali e ricordi familiari alquanto strani: una signora che caccia un coniglio impagliato, la testa di uomo che fa capolino da una palla gigante di neve, una signora con ombrellino che passeggia su una staccionata, i carcerati in pose segnaletiche, un berretto che è il pretesto per catturare un volo di gabbiani, la famiglia di costruttori di maschere. Si tratta di capolavori commoventi ed esilaranti sfuggiti alla distruzione del tempo, casualmente conservati per il valore intrinseco dell'oggetto-fotografia in un tempo in cui tali immagini rivestivano il valore di documento per eccezione, capaci di riprendere il prezioso "attimo fuggente" quando anche la middle class si potè finalmente permettere di acquistare le macchine fotografiche e che forse oggi non sarebbero sopravvissute allo scarto positivista reso possibile dal digitale.
Custodite in bauli, cassette, vecchi contenitori, ritrovate in mercatini, scambiate via lettera, salvate tra i più vari materiali di trovarobato, queste fotografie sono state a lungo disperse e nascoste come le storie dei loro proprietari. La collezione Mitrovich le ha radunate e racchiuse sotto singole cornici come se su ciascuna di esse si potesse scrivere una storia.
Sulla fotografia anonima e sulla sua rilevanza artistica sono stati pubblicati negli ultimi anni alcuni libri, come Anonymous Enigmatic Images from Unknown Photographers e L’Italia del Novecento Le fotografie e la storia, che ne hanno indagato il valore secondo vari aspetti teorici, aumentando l'interesse attorno a questo nuovo settore anche grazie all'azione del collezionismo che ha impresso un importante stimolo per condurre all'apprezzamento critico di questo tipo di fotografia. I libri in questione infatti nascono dalla pubblicazione di alcune collezioni e l'apparato critico è una conseguenza del lavoro collezionistico e non una anticipazione, come spesso accade in altri ambiti artistici. Anche per questa raccolta, attraverso la scelta delle immagini e la loro associazione, l'intera installazione assume una configurazione nuova e sviluppa un valore che trascende le singole istantanee, ricostruendo una mappa di significati che rivelano la personalità di colui che le colleziona, in modo che l'animo del collezionista diventa alla fine parte dell'opera esposta che dichiara il suo immaginario e la sua poetica.
Venerdì 13 aprile, a partire dalle ore 18.00, con accompagnamento musicale di Giovanni Sarani, sarà esposta una notevole parte della collezione: le foto in mostra, coerentemente con la loro indole, sono state scelte a caso. Il metodo seguito è stato quello di non seguirne alcuno, come se si fosse rovesciato un cassetto nel quale venivano conservate alla rinfusa, per poter incuriosire ed emozionare senza nessun ausilio didascalico. Fino al 30 aprile sarà poi esposta una parte della collezione.
13
aprile 2007
Unknown Photographers
Dal 13 al 30 aprile 2007
fotografia
Location
ETIQUETTE
Vicenza, Corso Andrea Palladio, 54, (Vicenza)
Vicenza, Corso Andrea Palladio, 54, (Vicenza)
Orario di apertura
dalle ore 10.00 alle 12.00 – dalle 16.00 alle 19.30
Vernissage
13 Aprile 2007, ore 18-20.30