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Maria Trantadue
A trent’anni dalla scomparsa di Maria Trantadue, deceduta nel mese di aprile del 1977, sono state raccolte opere provenienti da collezioni private, per riproporre il ricordo di una naive pugliese e del suo mondo fantastico
Comunicato stampa
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Penso dovrebbero essere in più a conoscere Maria Trentadue, ecco perché nel trentesimo anniversario della sua morte tento di richiamare alla mente alcuni ricordi che a distanza di tempo possano avvicinare a lei coloro che non ne hanno mai sentito parlare o che non hanno mai visto suoi lavori.
Maria Trentadue, aveva quasi 85 anni nell’aprile del 1977, quando morì, ma già da qualche anno le figlie gli avevano tolto colori e pennelli poiché dicevano “non si è
mai vista una donna che alla tua età pensa ancora a queste stupidaggini” eppure quella vecchia signora negli ulti dieci anni della sua vita ha riprodotto un mondo che nessuno avrebbe mai conosciuto poichè esisteva solo nella sua fantasia bambina.
Erano i primi anni 70, quando il mio amico poeta e scrittore Tommaso di Ciaula mi fece conoscere Maria Trentadue.
Abitava in una casa di due stanze a piano terra su piazza Vittorio Emanuele a Modugno. Una porta a vetri dava direttamente nella stanza da letto, da qui, attraverso una porta chiusa da una tenda, si accedeva in una piccola stanza che era cucina e laboratorio.
Davanti al camino era sistemato un tavolo su cui per gran parte del giorno Maria Trentadue dipingeva. Su quel tavolo, coperto da una tovaglia di plastica, erano disposti le poche cose che le servivano per raccontarci il suo mondo. Vi erano alcuni barattolini di smalto, qualche matita e un pennello di setola. Maria dipingeva su tutto: brocche, vasi, bottiglie e ogni altra superficie utile, come ad esempio il cartone ondulato ritagliato da scatole d’imballaggio, o lastre radiografiche. I soggetti che Maria Trentadue utilizzava per parlarci di lei facevano parte della sua quotidianità. Maria rifaceva le immagini che le appartenevano: le oleografie a soggetto religioso che arredavano la sua stanza da letto, come la Sacra Famiglia, la Maddalena e le varie immaginette sacre che conservava tra i suoi libri di preghiere. Altre volte copiava le fotografie dei matrimoni, delle feste in famiglia o comunioni che in casa si vedevano infilate nei vetri delle credenze o poggiate sul comò.
Ma queste immagini le servivano solo come riferimento formale, poiché la sua grammatica fatta di elementi fantastici e favolosi, magicamente le trasformava.
Anche quando ripeteva gli stessi soggetti, come faceva spesso, questi risultavano sempre sorprendentemente nuovi e diversi.
Una volta che mi chiese di trovarle un soggetto, portai una pubblicità della Coca Cola, in cui si vedevano alcuni ragazzi che ballavano al suono di una chitarra suonata da uno di loro seduto sul tetto di una macchina. Il risultato fu sorprendente, l’immagine pur riconoscibile nella sua composizione, era stata fantasticamente arricchita dalla sua fantasia gioiosa di adulta-bambina.
In seguito le ho portato altri oggetti inconsueti da decorare, proprio per la curiosità di vedere come li avrebbe trasformati, tra cui: un televisore portatile Ultravox, un semicupio dell’ottocento, delle lastre radiografiche, vassoi in metallo e in cartone, bocce trasparenti per pesciolini rossi, e anche una tela. In tutti i casi Maria ha trovato soluzioni fantasiose, riuscendo ad utilizzare al meglio le superfici dei diversi oggetti.
La naturalezza e la facilità con cui ogni volta risolveva i problemi tecnici e formali era proprio di chi non se li poneva, ma li risolveva spontaneamente e semplicemente così come spontanei sono i giochi infantili, filtrati da una sensibilità d’Artista.
Nel marzo del 1985 a otto anni dalla sua morte, Tommaso Di Ciaula organizzò la sua prima mostra presso la galleria “Le Volte” di Modugno.
Nel 1990 a seguito dell’acquisto di tutte le opere della mostra di Modugno da parte dell’Amministrazione Provinciale di Bari, fu organizzata presso la Pinacoteca Provinciale , una mostra dal titolo: “una naive pugliese Maria Trentadue”.
Questa mostra è stata realizzata grazie alla disponibilità della Fraternità Francescana e di Padre Miro Martin Relota, Guardiano del Santuario del Beato Giacomo di Bitetto e ai prestatori delle opere.
Maria Trentadue, aveva quasi 85 anni nell’aprile del 1977, quando morì, ma già da qualche anno le figlie gli avevano tolto colori e pennelli poiché dicevano “non si è
mai vista una donna che alla tua età pensa ancora a queste stupidaggini” eppure quella vecchia signora negli ulti dieci anni della sua vita ha riprodotto un mondo che nessuno avrebbe mai conosciuto poichè esisteva solo nella sua fantasia bambina.
Erano i primi anni 70, quando il mio amico poeta e scrittore Tommaso di Ciaula mi fece conoscere Maria Trentadue.
Abitava in una casa di due stanze a piano terra su piazza Vittorio Emanuele a Modugno. Una porta a vetri dava direttamente nella stanza da letto, da qui, attraverso una porta chiusa da una tenda, si accedeva in una piccola stanza che era cucina e laboratorio.
Davanti al camino era sistemato un tavolo su cui per gran parte del giorno Maria Trentadue dipingeva. Su quel tavolo, coperto da una tovaglia di plastica, erano disposti le poche cose che le servivano per raccontarci il suo mondo. Vi erano alcuni barattolini di smalto, qualche matita e un pennello di setola. Maria dipingeva su tutto: brocche, vasi, bottiglie e ogni altra superficie utile, come ad esempio il cartone ondulato ritagliato da scatole d’imballaggio, o lastre radiografiche. I soggetti che Maria Trentadue utilizzava per parlarci di lei facevano parte della sua quotidianità. Maria rifaceva le immagini che le appartenevano: le oleografie a soggetto religioso che arredavano la sua stanza da letto, come la Sacra Famiglia, la Maddalena e le varie immaginette sacre che conservava tra i suoi libri di preghiere. Altre volte copiava le fotografie dei matrimoni, delle feste in famiglia o comunioni che in casa si vedevano infilate nei vetri delle credenze o poggiate sul comò.
Ma queste immagini le servivano solo come riferimento formale, poiché la sua grammatica fatta di elementi fantastici e favolosi, magicamente le trasformava.
Anche quando ripeteva gli stessi soggetti, come faceva spesso, questi risultavano sempre sorprendentemente nuovi e diversi.
Una volta che mi chiese di trovarle un soggetto, portai una pubblicità della Coca Cola, in cui si vedevano alcuni ragazzi che ballavano al suono di una chitarra suonata da uno di loro seduto sul tetto di una macchina. Il risultato fu sorprendente, l’immagine pur riconoscibile nella sua composizione, era stata fantasticamente arricchita dalla sua fantasia gioiosa di adulta-bambina.
In seguito le ho portato altri oggetti inconsueti da decorare, proprio per la curiosità di vedere come li avrebbe trasformati, tra cui: un televisore portatile Ultravox, un semicupio dell’ottocento, delle lastre radiografiche, vassoi in metallo e in cartone, bocce trasparenti per pesciolini rossi, e anche una tela. In tutti i casi Maria ha trovato soluzioni fantasiose, riuscendo ad utilizzare al meglio le superfici dei diversi oggetti.
La naturalezza e la facilità con cui ogni volta risolveva i problemi tecnici e formali era proprio di chi non se li poneva, ma li risolveva spontaneamente e semplicemente così come spontanei sono i giochi infantili, filtrati da una sensibilità d’Artista.
Nel marzo del 1985 a otto anni dalla sua morte, Tommaso Di Ciaula organizzò la sua prima mostra presso la galleria “Le Volte” di Modugno.
Nel 1990 a seguito dell’acquisto di tutte le opere della mostra di Modugno da parte dell’Amministrazione Provinciale di Bari, fu organizzata presso la Pinacoteca Provinciale , una mostra dal titolo: “una naive pugliese Maria Trentadue”.
Questa mostra è stata realizzata grazie alla disponibilità della Fraternità Francescana e di Padre Miro Martin Relota, Guardiano del Santuario del Beato Giacomo di Bitetto e ai prestatori delle opere.
23
aprile 2007
Maria Trantadue
Dal 23 aprile al 30 maggio 2007
arte contemporanea
Location
MUSEO DELLA DEVOZIONE E DEL LAVORO
Bitetto, Via Beato Giacomo, (Bari)
Bitetto, Via Beato Giacomo, (Bari)
Orario di apertura
ogni giorno 10-13 e 16-20
Vernissage
23 Aprile 2007, ore 20
Autore