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Elena Monzo – Dipendenze
Immagini che confusamente si accavallano come scomposti frames, pongo e lustrini usati come note cromatiche dal sapore infantile, figure discinte il cui corpo è interrotto dal margine del foglio, i lavori di Elena Monzo vivono di una libertà formale fuori dal comune
Comunicato stampa
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“Un sottile filo lega tra loro corpi e mondi esterni, un irrefrenabile bisogno di comunicare, un disperato urlo di richiamo ma anche di dipendenza da qualcosa, dalla rete (internet), dagli altri, dalle sensazioni e dai ricordi.” (Elena Monzo)
La Galleria Traghetto è lieta di presentare nella sede espositiva di Roma la prima mostra personale della giovane artista lombarda Elena Monzo.
Immagini che confusamente si accavallano come scomposti frames, pongo e lustrini usati come note cromatiche dal sapore infantile, figure discinte il cui corpo è interrotto dal margine del foglio, i lavori di Elena Monzo vivono di una libertà formale fuori dal comune: fulminanti come una battuta ad alto tasso d’ironia e politicamente scorretti come un cartone animato hard, le sue storie sono interrotte da buchi di senso, vuoti di narrazione, scollegate le une dalle altre. “Nelle mie opere non ci sono messaggi, solo esplosioni, caos: pezzi di vita assemblati casualmente, attimi, gesti, incontri in cui l’uomo è il protagonista”.
Sulla carta i personaggi si definiscono come prolungamenti uno dell’altro, tendono a riempire lo spazio con segni nervosi, interrotti; linee convulse che non riescono a scalfire la silenziosa aura della pagina bianca, che diventa contenitore di una storia non raccontata impedendo di fatto al personaggio di comunicare con l’esterno. La teca in cui sono racchiuse le opere acuisce questa forzata immobilità delle figure, e allo stesso tempo diventa una sorta di espositore per il corpo.
Qualche volta il filo che lega tra di loro i personaggi e l’energia che si sprigiona dai loro corpi scomposti obbligano queste presenze a uscire dalla posa canonica da copertina, nella quale sono fondamentali l'apparenza, il contorno, il vestito, gli accessori. Allora anche la presentazione si fa più libera, e il segno si allunga, esce dal foglio, continua sulla parete, si colora, diviene materia, finchè le pareti bianche della galleria si annullano, ricoperte dal giocoso rincorrersi di plastiline colorate e lustrini.
Diplomata all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, Elena Monzo (1981) è già stata presentata in importanti fiere internazionali, come quest’anno a Scope New York, e l’anno scorso a Scope Miami e Scope London. Ha partecipato a mostre collettive in spazi pubblici e privati a Milano e New York.
La Galleria Traghetto è lieta di presentare nella sede espositiva di Roma la prima mostra personale della giovane artista lombarda Elena Monzo.
Immagini che confusamente si accavallano come scomposti frames, pongo e lustrini usati come note cromatiche dal sapore infantile, figure discinte il cui corpo è interrotto dal margine del foglio, i lavori di Elena Monzo vivono di una libertà formale fuori dal comune: fulminanti come una battuta ad alto tasso d’ironia e politicamente scorretti come un cartone animato hard, le sue storie sono interrotte da buchi di senso, vuoti di narrazione, scollegate le une dalle altre. “Nelle mie opere non ci sono messaggi, solo esplosioni, caos: pezzi di vita assemblati casualmente, attimi, gesti, incontri in cui l’uomo è il protagonista”.
Sulla carta i personaggi si definiscono come prolungamenti uno dell’altro, tendono a riempire lo spazio con segni nervosi, interrotti; linee convulse che non riescono a scalfire la silenziosa aura della pagina bianca, che diventa contenitore di una storia non raccontata impedendo di fatto al personaggio di comunicare con l’esterno. La teca in cui sono racchiuse le opere acuisce questa forzata immobilità delle figure, e allo stesso tempo diventa una sorta di espositore per il corpo.
Qualche volta il filo che lega tra di loro i personaggi e l’energia che si sprigiona dai loro corpi scomposti obbligano queste presenze a uscire dalla posa canonica da copertina, nella quale sono fondamentali l'apparenza, il contorno, il vestito, gli accessori. Allora anche la presentazione si fa più libera, e il segno si allunga, esce dal foglio, continua sulla parete, si colora, diviene materia, finchè le pareti bianche della galleria si annullano, ricoperte dal giocoso rincorrersi di plastiline colorate e lustrini.
Diplomata all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, Elena Monzo (1981) è già stata presentata in importanti fiere internazionali, come quest’anno a Scope New York, e l’anno scorso a Scope Miami e Scope London. Ha partecipato a mostre collettive in spazi pubblici e privati a Milano e New York.
23
maggio 2007
Elena Monzo – Dipendenze
Dal 23 maggio al 30 giugno 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA TRAGHETTO
Roma, Via Reggio Emilia, 25, (Roma)
Roma, Via Reggio Emilia, 25, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00, o per appuntamento
A partire dal 1° giugno, da martedì a venerdì dalle ore 15:00 alle ore 19:00, o per appuntamento
Vernissage
23 Maggio 2007, ore 19-21
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