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Oliviero Rainaldi – Malebolge
Le opere presentate da Rainaldi rimandano alla similitudine cui Dante ricorre per spiegare il flusso dei dannati lungo le sponde della prima delle Malebolge
Comunicato stampa
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[…] come i Roman per l’essercito molto,
l’anno del giubileo su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto,
che da l’un lato tutti hanno la fronte
verso il castello e vanno a Santo Pietro
da l’altra sponda vanno verso il monte
(Dante, Inferno, Canto XVIII, Malebolge, 28-33).
Dalle Malebolge dell’Inferno dantesco prende vita il nuovo progetto artistico di Oliviero Rainaldi in mostra dal 22 maggio 2007 alla galleria Interno Ventidue Arte Contemporanea. Dopo la grande rassegna antologica tenutasi lo scorso novembre a Palazzo Venezia, Rainaldi inaugura il nuovo spazio espositivo presentando un ciclo di tre opere concepite e realizzate sulla suggestione evocata dal rimando dantesco al monte su cui sorge la sede della galleria, ovvero il quattrocentesco Palazzo Taverna, antica roccaforte della famiglia Orsini, edificato sulle pendici del colle prospiciente Castel Sant’Angelo, anticamente noto come Monte Giordano.
Le opere presentate da Rainaldi rimandano alla similitudine cui Dante ricorre per spiegare il flusso dei dannati lungo le sponde della prima delle Malebolge: l’espediente retorico è infatti il paragone con i pellegrini accorsi a Roma per il primo Anno Santo del 1300, divisi tra coloro che vanno verso San Pietro rivolti verso Castel Sant’Angelo e coloro che tornano verso il monte e quindi la città, trasponendo l’esperienza mistica del viaggio spirituale nella contemporaneità di un fatto storico.
E del dialogo serrato tra la dimensione spirituale e umana si alimenta l’opera di Oliviero Rainaldi che compie con Malebolge un percorso articolato in tre diversi momenti espressivi, in una costante eppur rinnovata tensione poetica. La straordinaria abilità tecnica propria dall’artista, rivela inoltre uno scambio incessante tra l’evocazione simbolica suggerita da linee formali appena accennate e la certezza della materia come presenza espressiva. Dalla concrezione dei diversi strati di materia, dalle colature e dagli impasti del gesso, volti sagomati in bronzo si tendono plasticamente verso lo spazio, contrapponendosi all’astrazione suggerita dal supporto. Tale contrasto è più evidente proprio nei volti di bronzo che nelle tre opere in mostra emergono come richiamo inevitabile alla inquietudini dell’esperienza umana e si risolve nel confronto, e quindi nel dialogo, fra gli stessi volti con lo spazio restituito all’assenza della materia.
Malebolge si pone quindi come momento significativo nella ricerca di Rainaldi, che vede l’artista impegnato su una linea di assoluta autonomia rispetto alle tendenze minimaliste contemporanee e lo porta a raggiungere una poetica che non vuol dirsi sacra, bensì che tende a un indagare costante nella spiritualità insita nell’essere umano.
Negli ultimi anni l’artista si è dedicato prevalentemente alla realizzazione di opere su committenza, confermando ancora una posizione autonoma e inconsueta rispetto al panorama dell’arte contemporanea. Tale scelta va intesa però come atto di disponibilità al confronto e alla comprensione di tutti i referenti da cui prende vita l’opera e quindi sì l’artista, ma anche il committente, o il destinatario, e il luogo per cui verrà realizzata. Con lo stesso spirito Rainaldi ha voluto interpretare il ciclo realizzato per la galleria Interno Ventidue Arte Contemporanea, in un costante dialogo fra la propria ricerca artistica, il luogo storico, nonché architettonico, concependo le singole opere come espressioni del confronto tra diverse tensioni.
l’anno del giubileo su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto,
che da l’un lato tutti hanno la fronte
verso il castello e vanno a Santo Pietro
da l’altra sponda vanno verso il monte
(Dante, Inferno, Canto XVIII, Malebolge, 28-33).
Dalle Malebolge dell’Inferno dantesco prende vita il nuovo progetto artistico di Oliviero Rainaldi in mostra dal 22 maggio 2007 alla galleria Interno Ventidue Arte Contemporanea. Dopo la grande rassegna antologica tenutasi lo scorso novembre a Palazzo Venezia, Rainaldi inaugura il nuovo spazio espositivo presentando un ciclo di tre opere concepite e realizzate sulla suggestione evocata dal rimando dantesco al monte su cui sorge la sede della galleria, ovvero il quattrocentesco Palazzo Taverna, antica roccaforte della famiglia Orsini, edificato sulle pendici del colle prospiciente Castel Sant’Angelo, anticamente noto come Monte Giordano.
Le opere presentate da Rainaldi rimandano alla similitudine cui Dante ricorre per spiegare il flusso dei dannati lungo le sponde della prima delle Malebolge: l’espediente retorico è infatti il paragone con i pellegrini accorsi a Roma per il primo Anno Santo del 1300, divisi tra coloro che vanno verso San Pietro rivolti verso Castel Sant’Angelo e coloro che tornano verso il monte e quindi la città, trasponendo l’esperienza mistica del viaggio spirituale nella contemporaneità di un fatto storico.
E del dialogo serrato tra la dimensione spirituale e umana si alimenta l’opera di Oliviero Rainaldi che compie con Malebolge un percorso articolato in tre diversi momenti espressivi, in una costante eppur rinnovata tensione poetica. La straordinaria abilità tecnica propria dall’artista, rivela inoltre uno scambio incessante tra l’evocazione simbolica suggerita da linee formali appena accennate e la certezza della materia come presenza espressiva. Dalla concrezione dei diversi strati di materia, dalle colature e dagli impasti del gesso, volti sagomati in bronzo si tendono plasticamente verso lo spazio, contrapponendosi all’astrazione suggerita dal supporto. Tale contrasto è più evidente proprio nei volti di bronzo che nelle tre opere in mostra emergono come richiamo inevitabile alla inquietudini dell’esperienza umana e si risolve nel confronto, e quindi nel dialogo, fra gli stessi volti con lo spazio restituito all’assenza della materia.
Malebolge si pone quindi come momento significativo nella ricerca di Rainaldi, che vede l’artista impegnato su una linea di assoluta autonomia rispetto alle tendenze minimaliste contemporanee e lo porta a raggiungere una poetica che non vuol dirsi sacra, bensì che tende a un indagare costante nella spiritualità insita nell’essere umano.
Negli ultimi anni l’artista si è dedicato prevalentemente alla realizzazione di opere su committenza, confermando ancora una posizione autonoma e inconsueta rispetto al panorama dell’arte contemporanea. Tale scelta va intesa però come atto di disponibilità al confronto e alla comprensione di tutti i referenti da cui prende vita l’opera e quindi sì l’artista, ma anche il committente, o il destinatario, e il luogo per cui verrà realizzata. Con lo stesso spirito Rainaldi ha voluto interpretare il ciclo realizzato per la galleria Interno Ventidue Arte Contemporanea, in un costante dialogo fra la propria ricerca artistica, il luogo storico, nonché architettonico, concependo le singole opere come espressioni del confronto tra diverse tensioni.
22
maggio 2007
Oliviero Rainaldi – Malebolge
Dal 22 maggio al 29 giugno 2007
arte contemporanea
Location
INTERNO VENTIDUE ARTE CONTEMPORANEA
Roma, ., ., (Roma)
Roma, ., ., (Roma)
Orario di apertura
Lun-Ven ore 15.00-20.00 e su appuntamento
Vernissage
22 Maggio 2007, ore 19
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