Giovedì 17 maggio, in uno spazio non convenzionale che per un po’ si trasforma in galleria d’arte contemporanea, si inaugurerà la personale di Momma (Alberto Mommarelli) a cura di Daria Filardo. Il luogo è un capannone, che sarà adibito ad ambiente commerciale, colto nel suo momento di passaggio fra un uso e un altro. È qui che si colloca l’azione di Momma che invade lo spazio con la sua più recente produzione: tele e carte.

Il titolo della mostra chiarisce la tecnica, il resto è tutto da scoprire.

Il lavoro di Alberto Mommarelli è un rigoroso percorso formale che traduce i materiali che incontra in pittura.

In mostra sono presentate due tipologie di lavori, legati e derivanti uno dall’altro: nelle tele l’accumulo di frammenti di plastica e il colore sono l’elemento principale; al contrario nelle carte l’attore principale è il segno scelto, isolato, ingrandito, dipinto.

Alberto Mommarelli scompone, taglia, capovolge, assembla sacchetti di palstica che diventano forme, colori, trasparenze. I frammenti sono l’elemento base, l’unità a partire dalla quale Momma combina, elenca sulla tela, compone. Il risultato di questo lavoro si compie nella creazione di archivi monocromatici e policromatici, un atlante di segni che assume un nuovo significato: ex bags.

Il segno - ricavato e assemblato nelle plastiche - torna ad essere dipinto nelle carte: uno spazio bianco dove fluttua un’immagine estratta dall’enorme archivio raccolto, una figura come di velluto.