Stimolante percorso espositivo che propone un parallelo tra le personalità pittoriche di Leonid Vaichlia (1922), Maya Kopitzeva (1924-2005), Dmitrij Kosmin (1925-2003) e Nikolaj Latyshenko (1937). Pur essendo accomunati da diversi elementi, in particolare la generazione (tranne Latyshenko), l’appartenenza alla stessa matrice culturale segnata dal regime, percorsi formativi simili e riconoscimenti ufficiali (con punte d’eccellenza come la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1966 di Kosmin), le personalità artistiche di questi pittori sono profondamente differenti, ed è proprio questo a rendere interessante il confronto. Impossibile riassumere, ma si va dal linguaggio spiccatamente materico, quasi plastico di Latyshenko, alle originali nature morte della Kopitzeva, dalla spiccata sensibilità per il mondo contadino di Vaichlia, ai paesaggi risolti in chiave profondamente emozionale, spesso con una risonanza ampia, quasi epica, di Kosmin.