La mostra propone un’ampia rassegna della produzione pittorica e grafica contemporanea della Corea del Nord nelle sue molteplici forme, alcune delle quali del tutto originali. Si tratta di opere realizzate negli ultimi vent’anni: oli, dipinti su carta (Korean paintings), acquarelli, xilografie, disegni, jewel paintings (pittura con minerali polverizzati), originali per poster e ricami.

Tutti i lavori esposti sono opera di artisti del Mansudae Art Studio. Fondato nel 1959, con i suoi circa 4000 addetti, di cui circa 1000 artisti, il Mansudae Art Studio è di gran lunga il più importante centro di produzione artistica della Corea del Nord.





La mostra è diretta da Eugenio Cecioni, direttore artistico di Villa Pacchiani e promotore del progetto insieme a Pier Luigi Cecioni, presidente dell’Associazione culturale studi nordcoreani, e a Pak Hyo Song, rinomato pittore e responsabile del dipartimento esteri del Mansudae Art Studio di Pyongyang.

Il curatore della mostra è Pier Luigi Tazzi, profondo conoscitore di arte orientale, che ha viaggiato estensivamente in Asia Orientale per ricerche sulla produzione artistica e sulla cultura della regione.

Il comitato scientifico è costituito da Maurizio Riotto, massimo esperto sulla Corea in Italia, professore di Lingua e Letteratura coreana presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi “L’orientale” di Napoli, membro dell’AKSE (Association for Korean Studies in Europe) e della Korean Archaeological Society; e da Massimo Urbani, rappresentante consolare italiano a Pyongyang.



Il progetto il “Il paese eremita” comporta una serie di iniziative e di mostre – la prima è stata inaugurata venerdì 18 maggio nel palazzo Cattaneo Adorno a Genova, e si tiene nel Palazzo Doria di via Garibaldi 6 – che si propongono innanzi tutto di far conoscere l’arte di quel paese ma anche di attenuare l’isolamento, eremitico appunto, nel quale la storia antica e i fatti recenti hanno spinto la Corea del Nord.



Saranno presenti all’inaugurazione artisti del Mansudae Art Studio.

La mostra sarà documentata da un corposo catalogo bilingue (italiano e inglese), con una ricca veste grafica, che fornirà strumenti per avvicinarsi all’arte nordcoreana.