Quante volte per una fotografia o una musica o un profumo riaffiorano i ricordi, si rivivono le sensazioni già provate in un dato momento come se il tempo si fosse fermato; poi però, a ben sentire, ci si accorge di come il ricordo si veli e assuma un significato, un valore e un sapore differente razionalmente più intenso,emotivamente più distante, che è quello della memoria.

I ricordi sono frammenti di memorie intime e personali che agitano, che ricordano la vita e che sono vita pura, vissuta, passata e incancellabile e che in De Filippis si liberano e diventano arte.

Unica nell’intimità e universale nel suo palesarsi.

Un’arte che si avvolge del ricordo, che è ricordo nitido e immortale, stracciato e rinnovato da una dolore.

Così i frammenti di De Filippis sono arte pura e ambivalente, prima un modo per non dimenticare un affetto, per comprendersi e per riscoprirsi e poi, diventano, nella sordità, ricerca artistica in cui l’immagine e la sua assenza, il colore e l’astrazione sono esplicazioni di quel che era, quando il dopo diventa prima e quel che era fine è inizio.