Carlo Pirotti è torinese di nascita ma cuneese di adozione.

Partito come apprendista litografo, nel 1950 ,Pirotti incontra il famoso Enrico Tovagliari col quale approfondisce il disegno e la tecnica litografica ottenendo il diploma in quest'ultima disciplina. Decide quindi di dedicarsi al disegno,alla pittura ed all'incisione e,dagli anni Sessanta, inizia un lungo iter espositivo che lo conduce ad allestire personali e collettive in tutta Italia fino a fondare,negli anni '70, il gruppo artistico "I tre", con Alfredo Ciocca e Dino Pasquero;un sodalizio che durerà svariati anni e vedrà il gruppo esporre in molti Paesi d'Europa. Forte ormai di una fama consolidata decide quindi di ritirarsi a Madonna dell'Olmo dove,grazie ad elevate doti artistiche che si traducono in paesaggi,vedute marine,nature morte e tagli di montagna sempre più legati alla lezione subalpina e veristicamente personali trova il "modus vivendi" a lungo ricercato.

Da nota critica di Cinzia Tesio: “… Pirotti è particolarmente apprezzato dai cultori d’arte per l’eleganza e la precisa imitazione della natura.

Egli raffigura in “Maniera perfetta” montagne, colline, baite, marine, prati, angoli di paese, dei quali alcuni adagiati sotto soffici mantelli di neve e nature morte. In lui il disegno è esatto, le composizioni equilibratissime, apparentemente “troppo facili”. Ma forse è proprio questo il mistero di Pirotti: d’essere, come pittore, senza mistero, così chiaro e, posso dirlo, perfetto da rasentare quasi il distacco, e apparire inafferrabile, se non proprio lontano. Il suo lavoro (realizzato prevalentemente ad olio) consta di elaborazioni nelle quali, all’apparente semplicità, corrispondono un articolato lavoro, una scienza dei ritmi, degli accordi, della rispondenza tra gli spazi e un disegno estremamente vigile e sensibile. Con qualche arditezza e molta sincerità, modula esperienze cromatiche in varie direzioni, alimentando l’ispirazione con colori ora più tenui ora più accesi.

Carlo, che da anni si fa notare dalla critica più attenta e dal collezionismo che non si lascia ingannare, continua a presentarsi sulla scena espositiva nazionale con la sua “maniera perfetta” che ci insegna che l'arte non è facile e alla portata di tutti, ci vuole impegno costante e tanta passione.

Ed egli che, consciamente o inconsciamente, richiama nomi e ritmi passati, ha dimostrato veramente tanto impegno realizzando le sue innumerevoli opere attentamente scelte e dedicate alla nostra Terra o a situazioni confinanti che sempre hanno attratto autori, poeti e scrittori regionali…”