Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Paolo Fiorentino
Ipoteticamente studiate e progettate con perizia matematica e ingegneristica, evidentemente sottomesse a un immaginario illogico e onirico, le strutture architettoniche dipinte da Paolo Fiorentino vivono di palesi contraddizioni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Galleria del Tasso ospiterà dal 13 giugno la mostra di Paolo Fiorentino.
Ipoteticamente studiate e progettate con perizia matematica e ingegneristica, evidentemente sottomesse a un immaginario illogico e onirico, le strutture architettoniche dipinte da Paolo Fiorentino vivono di palesi contraddizioni. Se da una parte sembrano frutto di serissimi calcoli e citazioni appropriate, d’altra parte hanno in sé anche qualcosa di dichiaratamente ludico, che non può che rimandare con immediatezza sia alle scatole di costruzioni in legno di tempi andati sia a giochi di simulazione informatica in stile Sim City o giù di lì. Gli edifici messi in piedi dall’artista sono innegabilmente credibili e manifestamente immaginari allo stesso tempo, tradiscono conoscenze più che approfondite di storia dell’architettura ma comunque non possono che arrendersi al cospetto di una fantasia, controllata ma imperitura, da film fantascientifico o da cartoon.
Non è però una semplice questione di richiami o relazioni, per incasellare e interpretare il lavoro di Fiorentino non basta affatto intuire e discernere da dove vengano gli accostamenti timbrici, dove nascano certe forme e certi volumi, dove e quando siano stati generati l’approccio alla forma e lo stile. Ciò che davvero conta è l’humus culturale in cui l’artista si è formato. Fondamentale è comprendere che Fiorentino, classe 1966, è il perfetto e degno rappresentante di una generazione cresciuta tra una realtà brutale, dura, schematica da una parte e le ultime illusioni, oramai quasi sopite, che un altro mondo fosse ancora possibile dall’altra.
Nei suoi quadri c’è il mondo com’è e come potrebbe essere, c’è la rappresentazione iconica degli edifici del potere e la raffigurazione compiuta dei sogni più sovversivi: forme lineari e imponenti, linee monumentali, scorci prepotenti e, al contempo, una leggerezza che fa volare il cemento, un’immagine da stazione spaziale alla Arthur C. Clarke, un desiderio di fuga comparabile a quello di un Vonnegut.
Ipoteticamente studiate e progettate con perizia matematica e ingegneristica, evidentemente sottomesse a un immaginario illogico e onirico, le strutture architettoniche dipinte da Paolo Fiorentino vivono di palesi contraddizioni. Se da una parte sembrano frutto di serissimi calcoli e citazioni appropriate, d’altra parte hanno in sé anche qualcosa di dichiaratamente ludico, che non può che rimandare con immediatezza sia alle scatole di costruzioni in legno di tempi andati sia a giochi di simulazione informatica in stile Sim City o giù di lì. Gli edifici messi in piedi dall’artista sono innegabilmente credibili e manifestamente immaginari allo stesso tempo, tradiscono conoscenze più che approfondite di storia dell’architettura ma comunque non possono che arrendersi al cospetto di una fantasia, controllata ma imperitura, da film fantascientifico o da cartoon.
Non è però una semplice questione di richiami o relazioni, per incasellare e interpretare il lavoro di Fiorentino non basta affatto intuire e discernere da dove vengano gli accostamenti timbrici, dove nascano certe forme e certi volumi, dove e quando siano stati generati l’approccio alla forma e lo stile. Ciò che davvero conta è l’humus culturale in cui l’artista si è formato. Fondamentale è comprendere che Fiorentino, classe 1966, è il perfetto e degno rappresentante di una generazione cresciuta tra una realtà brutale, dura, schematica da una parte e le ultime illusioni, oramai quasi sopite, che un altro mondo fosse ancora possibile dall’altra.
Nei suoi quadri c’è il mondo com’è e come potrebbe essere, c’è la rappresentazione iconica degli edifici del potere e la raffigurazione compiuta dei sogni più sovversivi: forme lineari e imponenti, linee monumentali, scorci prepotenti e, al contempo, una leggerezza che fa volare il cemento, un’immagine da stazione spaziale alla Arthur C. Clarke, un desiderio di fuga comparabile a quello di un Vonnegut.
13
giugno 2007
Paolo Fiorentino
Dal 13 giugno al 13 luglio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL TASSO
Bergamo, Via San Tomaso, 72, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 72, (Bergamo)
Ufficio stampa
ANTONELLA ASNAGHI & ASSOCIATI
Autore