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Stefan Popdimitrov – Tra bene e male
Il suo linguaggio pittorico è una personale accezione di classicismo che usa i simboli iconogrfici antichi spesso in modo straniante per giungere un messaggio contemporaneo
Comunicato stampa
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- nessuno è più grande del pane -
Un proverbio bulgaro fa da sottotilo - soluzione a questa mostra di Stefan Popdimitrov dedicata al tema apocalittico dell'eterna lotta fra bene e male.
Il suo linguaggio pittorico è una personale accezione di classicismo che usa i simboli iconogrfici antichi spesso in modo straniante per giungere un messaggio contemporaneo.
L'artista vive in Italia da 9 anni ma è profondamente legato alle sue origini culturali, alla Bulgaria che nella sua immensa e profonda stratificazione cuturale, nell'enorme ricchezza di varianti e sfumature risultanti dal connubio di memorie tracie, greche, latine, slave, unne, iraniche e bizantine diviene per Popdimitrov il luogo dei luoghi, il campo celeste su cui stendere la tela della propria esperienza artistica e umana, lo spazio dove crere e risolvere la propria battaglia ideale.
Le opere di questa mostra sono fieramente memori di questa variegata eredità iconica soprattutto per la ieraticità delle figure statiche, per il cromatismo aureo e per la preziosità delle superfici pittoriche.
L'installazione si compone di tre grandi tele:
la prima rappresenta Lucifero, l'angelo decaduto, "il seduttore di tutto il mondo" che esibisce ingannevolmete una falsa stigmate da cui esce oro fuso, simbolo dell'antica e contemporanea manipolazione della fede a fini distorti;
la seconda rappresenta San Michele, L'Arcangelo comandante delle dodici legioni celesti alla ricerca del suo eterno nemico per sconfiggerlo, che esibisce serafico una clessidra, a indicare che il potere del male sulla terra è soggetto al tempo e avrà fine;
la terza rappresenta due grandi mani stigmatizzate di luce che spezzano un'enorme pagnotta di semplice pane.
Nello spzio della galleria lo spettatore attende fra Lucifero e l'Arcangelo Michele, fra la tentazione del male in tutti i suoi travestimenti e il suo trionfatore che ha il governo di tutte le battaglie, specie di quella solitaria che ognuno combatte contro le proprie debolezze.
All'uscita è posta la terza tela che riporta come titolo il proverbio bulgaro in tutta la sua saggezza antica "nessuno è più grande del pane".
L'autore riflette sulla superbia umana che pretende di creare sovrastrutture ideali in cui far vivere l'uomo senza tener conto dei reali bisogni e desideri.
Stefan Popdimitrov è nato e vissuto per buona parte della sua vita sotto un regime totalitario.
l concetti di umanesimo e di fallibilità umana di cui parla questa mostra si possono ben esprimere con le parole del connazionale bulgaro, lo studioso Tzvetan Todorov:
"In realtà sono molto pochi gli individui tentati dal male. In compenso tutte le grandi sofferenze dell'umanità nascono dalla tentazione del bene, che si ostina a cercare con tutti i mezzi disponibili e perfino con la violenza e la morte degli altri. I totalitarismi hanno sterminato con la scusa di imporre un mondo perfetto. Ma la realtà umana, come diceva Montaigne, è un giardino imperfetto destinato a rimanere tale. Anche le democrazie cadono a volte in questa tentazione."
I totalitarismi hanno i messo in crisi l'idea teleologica della storia per cui questa sarebbe in progressione lineare continua, ascendente.
Dunque la coscienza, la presenza vigile dell'intelligenza, la spiritualità e il libero arbitrio non hanno trovato nonostante passare dei secoli una regola definitiva, una formula semplicemente applicabile; l'umanità rimane sospesa in questo spazio, fra il bene e il male, fra l'ingannevole angelo più bello e l'Arcangelo Guerriero e Difensore della luce, con il beneficio del dubbio e la certezza della propria umana fallibilità.
Laura Ostan
Un proverbio bulgaro fa da sottotilo - soluzione a questa mostra di Stefan Popdimitrov dedicata al tema apocalittico dell'eterna lotta fra bene e male.
Il suo linguaggio pittorico è una personale accezione di classicismo che usa i simboli iconogrfici antichi spesso in modo straniante per giungere un messaggio contemporaneo.
L'artista vive in Italia da 9 anni ma è profondamente legato alle sue origini culturali, alla Bulgaria che nella sua immensa e profonda stratificazione cuturale, nell'enorme ricchezza di varianti e sfumature risultanti dal connubio di memorie tracie, greche, latine, slave, unne, iraniche e bizantine diviene per Popdimitrov il luogo dei luoghi, il campo celeste su cui stendere la tela della propria esperienza artistica e umana, lo spazio dove crere e risolvere la propria battaglia ideale.
Le opere di questa mostra sono fieramente memori di questa variegata eredità iconica soprattutto per la ieraticità delle figure statiche, per il cromatismo aureo e per la preziosità delle superfici pittoriche.
L'installazione si compone di tre grandi tele:
la prima rappresenta Lucifero, l'angelo decaduto, "il seduttore di tutto il mondo" che esibisce ingannevolmete una falsa stigmate da cui esce oro fuso, simbolo dell'antica e contemporanea manipolazione della fede a fini distorti;
la seconda rappresenta San Michele, L'Arcangelo comandante delle dodici legioni celesti alla ricerca del suo eterno nemico per sconfiggerlo, che esibisce serafico una clessidra, a indicare che il potere del male sulla terra è soggetto al tempo e avrà fine;
la terza rappresenta due grandi mani stigmatizzate di luce che spezzano un'enorme pagnotta di semplice pane.
Nello spzio della galleria lo spettatore attende fra Lucifero e l'Arcangelo Michele, fra la tentazione del male in tutti i suoi travestimenti e il suo trionfatore che ha il governo di tutte le battaglie, specie di quella solitaria che ognuno combatte contro le proprie debolezze.
All'uscita è posta la terza tela che riporta come titolo il proverbio bulgaro in tutta la sua saggezza antica "nessuno è più grande del pane".
L'autore riflette sulla superbia umana che pretende di creare sovrastrutture ideali in cui far vivere l'uomo senza tener conto dei reali bisogni e desideri.
Stefan Popdimitrov è nato e vissuto per buona parte della sua vita sotto un regime totalitario.
l concetti di umanesimo e di fallibilità umana di cui parla questa mostra si possono ben esprimere con le parole del connazionale bulgaro, lo studioso Tzvetan Todorov:
"In realtà sono molto pochi gli individui tentati dal male. In compenso tutte le grandi sofferenze dell'umanità nascono dalla tentazione del bene, che si ostina a cercare con tutti i mezzi disponibili e perfino con la violenza e la morte degli altri. I totalitarismi hanno sterminato con la scusa di imporre un mondo perfetto. Ma la realtà umana, come diceva Montaigne, è un giardino imperfetto destinato a rimanere tale. Anche le democrazie cadono a volte in questa tentazione."
I totalitarismi hanno i messo in crisi l'idea teleologica della storia per cui questa sarebbe in progressione lineare continua, ascendente.
Dunque la coscienza, la presenza vigile dell'intelligenza, la spiritualità e il libero arbitrio non hanno trovato nonostante passare dei secoli una regola definitiva, una formula semplicemente applicabile; l'umanità rimane sospesa in questo spazio, fra il bene e il male, fra l'ingannevole angelo più bello e l'Arcangelo Guerriero e Difensore della luce, con il beneficio del dubbio e la certezza della propria umana fallibilità.
Laura Ostan
08
giugno 2007
Stefan Popdimitrov – Tra bene e male
Dall'otto giugno al 09 luglio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA PERELA’
Venezia, Castello, 3459, (Venezia)
Venezia, Castello, 3459, (Venezia)
Orario di apertura
mart- dom h. 15 - 21
Vernissage
8 Giugno 2007, ore 19
Autore