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Renata Romagnoli – I colori della Follia
mostra fotografica
Comunicato stampa
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I COLORI DELLA FOLLIA
“Dimentica di me stessa, ho passato da un pezzo i limiti. Tuttavia, se vi pare che il discorso abbia peccato di petulanza e prolissità, pensate che chi parla è la Follia, e che è donna. Ricordate però il detto greco: "spesso anche un pazzo parla a proposito"; a meno che non riteniate che il proverbio non possa estendersi alle donne. Vedo che aspettate una conclusione: ma siete proprio scemi, se credete che dopo essermi abbandonata ad un simile profluvio di chiacchiere, io mi ricordi ancora di ciò che ho detto. Un vecchio proverbio dice: "Odio il convitato che ha buona memoria". Oggi ce n'è un altro: "Odio l'ascoltatore che ricorda". Perciò addio! Applaudite, bevete, vivete, famosissimi iniziati alla Follia”.
Così Erasmo da Rotterdam concludeva il suo “Elogio della Follia”. Come l’umanista olandese gioca con la follia, esaltandone la condizione di innocenza, quasi infantile, che caratterizzerebbe l'uomo nel suo stato naturale, anche l’autrice delle fotografie gioca con la sua immagine per evidenziare gli infiniti aspetti della personalità. Ispirata dal libro sulla schizofrenia “Le viole della Follia” di Umberto Dinelli, ha riprodotto nei suoi lavori i tanti mascheramenti dietro i quali ognuno di noi ama celare se stesso. Pur prediligendo il bianco e nero, l’autrice ha preferito rivolgersi al colore esasperandolo con il cross-processing. Le tonalità così ottenute sono risultate falsate ed hanno reso meglio il senso ricercato dall’autrice.
Testo di: Elisabetta Tonni
“Dimentica di me stessa, ho passato da un pezzo i limiti. Tuttavia, se vi pare che il discorso abbia peccato di petulanza e prolissità, pensate che chi parla è la Follia, e che è donna. Ricordate però il detto greco: "spesso anche un pazzo parla a proposito"; a meno che non riteniate che il proverbio non possa estendersi alle donne. Vedo che aspettate una conclusione: ma siete proprio scemi, se credete che dopo essermi abbandonata ad un simile profluvio di chiacchiere, io mi ricordi ancora di ciò che ho detto. Un vecchio proverbio dice: "Odio il convitato che ha buona memoria". Oggi ce n'è un altro: "Odio l'ascoltatore che ricorda". Perciò addio! Applaudite, bevete, vivete, famosissimi iniziati alla Follia”.
Così Erasmo da Rotterdam concludeva il suo “Elogio della Follia”. Come l’umanista olandese gioca con la follia, esaltandone la condizione di innocenza, quasi infantile, che caratterizzerebbe l'uomo nel suo stato naturale, anche l’autrice delle fotografie gioca con la sua immagine per evidenziare gli infiniti aspetti della personalità. Ispirata dal libro sulla schizofrenia “Le viole della Follia” di Umberto Dinelli, ha riprodotto nei suoi lavori i tanti mascheramenti dietro i quali ognuno di noi ama celare se stesso. Pur prediligendo il bianco e nero, l’autrice ha preferito rivolgersi al colore esasperandolo con il cross-processing. Le tonalità così ottenute sono risultate falsate ed hanno reso meglio il senso ricercato dall’autrice.
Testo di: Elisabetta Tonni
22
giugno 2007
Renata Romagnoli – I colori della Follia
Dal 22 giugno al 13 luglio 2007
fotografia
Location
LIBRERIA FAHRENHEIT 451
Roma, Campo Dè Fiori, 44, (Roma)
Roma, Campo Dè Fiori, 44, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato 11–13:30 e 16–20, domenica 10:30–13:30, lunedì 16-24
Vernissage
22 Giugno 2007, ore 19
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