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Claudio Abate – Fotografo
Il lavoro di Claudio Abate (Roma 1943), il grande fotografo italiano che dagli anni Sessanta ha documentato e raccontato le più significative esperienze artistiche internazionali, è presentato per la prima volta in una grande retrospettiva
Comunicato stampa
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Il lavoro di Claudio Abate (Roma 1943), il grande fotografo italiano che dagli anni Sessanta ha documentato e raccontato le più significative esperienze artistiche internazionali, è presentato per la prima volta in una grande retrospettiva. Curata da Achille Bonito Oliva, l’esposizione del Mart rende omaggio al grande artista-fotografo che con il suo particolare sguardo e la sua tecnica personale, è stato il “testimone oculare” dei fermenti che hanno caratterizzato la storia dell’arte negli ultimi cinquant’anni.
Claudio Abate inizia la sua attività da professionista nel 1961 quando lavora per Life Magazine come assistente di Eric Lessing, uno dei fondatori dell’agenzia Magnum. Tuttavia, già nel 1959, con il ritratto all’amico artista Mario Schifano, si intravedono i primi elementi del suo particolare filone di ricerca.
Da questo momento Abate comincia a frequentare i luoghi e i protagonisti della cultura artistica internazionale, documentandone i caratteri principali, attraverso un fitto e serrato dialogo con gli artisti e le loro opere.
L’esposizione presenta una selezione di 120 fotografie, scelte dall’ampio archivio di opere dedicate al ritratto e alla “fotografia d’arte”. Si tratta di immagini costruite con una sapiente regia interpretativa, il cui obiettivo è quello di “appropriarsi” della complessità dei processi espressivi e comunicativi degli artisti.
Le fotografie di Claudio Abate riprendono eventi irripetibili e colgono performance complesse in una dimensione che sembra essere l’unica per osservare l’opera nel suo insieme. Claudio Abate riesce a cogliere momenti speciali che senza le sue immagini non potrebbero essere documentati e sarebbero scomparsi senza lasciare traccia. Qui troviamo opere che hanno scritto la storia della fotografia italiana, come quella dedicata ai Cavalli di Kounellis all’Attico nel 1969, oppure a Lo Zodiaco di Gino de Dominicis, nel 1970: immagini che mettono in relazione lo spettatore, l’opera e il suo ambiente.
Questi punti di vista sul lavoro dell’artista, come lo stesso Abate dichiara, sono capaci “di riassumere in sé l’opera intera, perché quasi sempre rimane una sola immagine del lavoro e questa deve essere necessariamente la foto definitiva dell’opera, quella che l’artista riconosce e accetta come fosse sua”.
In questa prospettiva critica, Achille Bonito Oliva ha voluto offrire uno spaccato significativo del lavoro dell’artista-fotografo: dalle prime sperimentazioni a contatto con gli artisti come Mario Merz, Christo, Eliseo Mattiacci, Vito Acconci, agli scatti a colori dedicati a Joseph Beuys, fino al progetto “Obscura” in cui Abate ha sviluppato una nuova forma di dialogo con gli artisti all’interno della “camera oscura”.
La mostra del Mart offre al pubblico un’occasione unica per cogliere il segreto del lavoro di Claudio Abate, che, come sottolinea il curatore “non è solo un inviato speciale del linguaggio dell’arte, ma anche qualcuno che all’arte ha portato un contributo personale, diventando ministro dello sguardo.”
La mostra è arricchita da un catalogo ampiamente illustrato, a cura di Achille Bonito Oliva ed edito da Photology, Milano.
Oltre a un saggio critico di Bonito Oliva, il volume riporta anche scritti e testimonianze di Jean-Luc Monterosso, Giuseppe Capitano, Giulio Paolini, Jannis Kounellis, Piero Pizzi Cannella e un’intervista di Mario Codognato.
Claudio Abate inizia la sua attività da professionista nel 1961 quando lavora per Life Magazine come assistente di Eric Lessing, uno dei fondatori dell’agenzia Magnum. Tuttavia, già nel 1959, con il ritratto all’amico artista Mario Schifano, si intravedono i primi elementi del suo particolare filone di ricerca.
Da questo momento Abate comincia a frequentare i luoghi e i protagonisti della cultura artistica internazionale, documentandone i caratteri principali, attraverso un fitto e serrato dialogo con gli artisti e le loro opere.
L’esposizione presenta una selezione di 120 fotografie, scelte dall’ampio archivio di opere dedicate al ritratto e alla “fotografia d’arte”. Si tratta di immagini costruite con una sapiente regia interpretativa, il cui obiettivo è quello di “appropriarsi” della complessità dei processi espressivi e comunicativi degli artisti.
Le fotografie di Claudio Abate riprendono eventi irripetibili e colgono performance complesse in una dimensione che sembra essere l’unica per osservare l’opera nel suo insieme. Claudio Abate riesce a cogliere momenti speciali che senza le sue immagini non potrebbero essere documentati e sarebbero scomparsi senza lasciare traccia. Qui troviamo opere che hanno scritto la storia della fotografia italiana, come quella dedicata ai Cavalli di Kounellis all’Attico nel 1969, oppure a Lo Zodiaco di Gino de Dominicis, nel 1970: immagini che mettono in relazione lo spettatore, l’opera e il suo ambiente.
Questi punti di vista sul lavoro dell’artista, come lo stesso Abate dichiara, sono capaci “di riassumere in sé l’opera intera, perché quasi sempre rimane una sola immagine del lavoro e questa deve essere necessariamente la foto definitiva dell’opera, quella che l’artista riconosce e accetta come fosse sua”.
In questa prospettiva critica, Achille Bonito Oliva ha voluto offrire uno spaccato significativo del lavoro dell’artista-fotografo: dalle prime sperimentazioni a contatto con gli artisti come Mario Merz, Christo, Eliseo Mattiacci, Vito Acconci, agli scatti a colori dedicati a Joseph Beuys, fino al progetto “Obscura” in cui Abate ha sviluppato una nuova forma di dialogo con gli artisti all’interno della “camera oscura”.
La mostra del Mart offre al pubblico un’occasione unica per cogliere il segreto del lavoro di Claudio Abate, che, come sottolinea il curatore “non è solo un inviato speciale del linguaggio dell’arte, ma anche qualcuno che all’arte ha portato un contributo personale, diventando ministro dello sguardo.”
La mostra è arricchita da un catalogo ampiamente illustrato, a cura di Achille Bonito Oliva ed edito da Photology, Milano.
Oltre a un saggio critico di Bonito Oliva, il volume riporta anche scritti e testimonianze di Jean-Luc Monterosso, Giuseppe Capitano, Giulio Paolini, Jannis Kounellis, Piero Pizzi Cannella e un’intervista di Mario Codognato.
22
giugno 2007
Claudio Abate – Fotografo
Dal 22 giugno al 07 ottobre 2007
fotografia
Location
MART – Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Rovereto, Corso Angelo Bettini, 43, (Trento)
Rovereto, Corso Angelo Bettini, 43, (Trento)
Biglietti
Intero: 8 € Ridotto: 5 €
Ridotto scolaresche: 1€ a studente
Biglietto famiglia: 20€
Amici del museo: gratuito
Orario di apertura
mar. – dom. 10.00 - 18.00
ven. 10.00 - 21.00
lunedì chiuso
Vernissage
22 Giugno 2007, ore 18
Autore
Curatore