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Michele Dagres – Cosmic Joy
Viaggio nella cultura psichedelica a 40 anni dalla Summer of Love
Comunicato stampa
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L’associazione culturale Pixel/delice festeggia i 40 anni (1967-2007) dalla “Summer of Love”, l’estate dell’Amore e zenit della controcultura psichedelica, proponendo a partire dal 24 Giugno 2007, alla Libreria MODOinfoshop di Bologna, una esposizione di 40 opere originali appartenenti al movimento psichedelico sviluppatosi nella seconda metà degli anni Sessanta.
L’arte psichedelica ha come scopo principale quello di procurare o descrivere una meravigliosa esperienza estatica e spirituale; ha delle particolari caratteristiche che colpiscono subito al primo approccio: innanzitutto la vitalità, la ricchezza di energia oppure il suo vivace ed incessante flusso di esperienza. E’ senza dubbio un’arte dionisiaca, colma di una straripante energia; è un’arte religiosa, mistica, in cui Dio si manifesta nel Tutto, ma specialmente nell’energia primordiale che fa procedere il mondo, che governa e dirige il flusso esistenziale.
La portata dell’arte psichedelica fu veramente sconcertante soprattutto nella seconda parte degli anni ’60: le sale da ballo iniziarono ad evolversi, cercando di modificare le condizioni sensoriali dei clienti, con luci colorate fluttuanti e sfreccianti su un turbinìo di pulsazioni: si sentono suoni ammalianti, e la mente viene inondata da sensazioni che possono essere percepite sotto forma di vibrazioni su tutto il corpo. La musica cercava di diventare una nuova scienza sacra, cercando nuove risposte ai bisogni spirituali dell’uomo moderno.
Il vero viaggio psichedelico (vale a dire il viaggio interiore) dà vita ad una arte religiosa che erompe nell’estasi, rivelando la ricca multimedialità propria della coscienza mistica, che si manifesta nel comporsi di tutti i fenomeni in una frenetica danza cosmica, una danza che celebra la profonda unione con le energie primordiali. Distorce e modifica le nostre percezioni, mentre i nostri sensi vengono inondati e la nostra spiritualità viene elevata.
A torto molti pensano che la psichedelia sia un movimento tipicamente americano, e che sia confinato agli anni ‘60. Noi cercheremo di mostrare come questo sia falso: la filosofia psichedelica ha prodotto vibrazioni cosmiche in tutti i continenti, e il suo influsso è ancora vivo nelle menti più creative del nuovo millennio.
In questa esposizione potrete ammirare tanto i posters americani provenienti dai mitici locali Fillmore e Avalon Ballroom di San Francisco (con le opere visionarie di autori quali Rick Griffin, Victor Moscoso, Lee Conklin, Wes Wilson, Peter Max e Stanley Mouse & Alton Kelley) quanto vibrazioni psichedeliche evocate da opere prodotte in Canada (per il Retinal Circus di Vancouver), Olanda (patria del duo artistico The Fool e palcoscenico per la fondamentale esperienza controculturale dei Provos), Inghilterra (la “Swinging London” dei Beatles, dei Pink Floyd, di Alan Aldridge, dell’UFO Club e del duo artistico Hapshash & the Coloured Coat), Australia (patria della “scandalosa” rivista OZ e di miti “hippie” quali Richard Neville e Martin Sharp), Messico (la rivista hippie Pop), Svizzera (la rivista Hotcha), Francia (con la rivista underground Actuel) e persino in Italia (Con il Roma Pop Festival del 1968 e l’incredibile Ghigo).
Durante l’esposizione verranno proposti brani di musica psichedelica rigorosamente “sixties” provenienti da tutto il mondo (tra i tanti paesi rappresentati si contano Olanda, Messico, Brasile, Grecia, Turchia, Israele, Thailandia, Sud Africa, Cecoslovacchia, Danimarca, India, Indonesia, Giappone oltre ai “classici” Usa e Inghilterra)
Al giorno d’oggi possiamo tranquillamente definire i “rock posters” come l’arte psichedelica utilizzata per pubblicizzare eventi (soprattutto musicali) e fiorita nella seconda metà dei Sixties, come una vera e propria forma di arte moderna. Una passione popolare circonda queste autentiche gemme di arte visionaria, e in tutto il mondo appassionati e mitomani le collezionano avidamente.
Scopo di questa mostra, e dell’Archivio sulla Controcultura Psichedelica che aprirà i battenti a Milano verso la fine dell’anno, è quello di riportare all’attenzione dell’uomo moderno una forma di espressione intrisa d’amore per la vita, che divenne talmente popolare da influenzare irrimediabilmente il mondo della grafica e della comunicazione visiva. Confidiamo nel fatto che le opere esposte, ed i temi trattati possano essere ancora di stimolo per “aprire la mente”, ed impegnarsi a costruire un futuro ed un mondo migliore per tutti.
Michele Dagres, collezionista di viaggi interiori e appassionato di controcultura psichedelica, nasce nel giugno del 1972 in una Atene dilaniata dalla dittatura militare dei Colonnelli. Riparato in Italia, segue gli studi classici (a Parma e Bologna), per appassionarsi in seguito all’arte e alla storia del cinema. Ma è la lettura dell’Ulisse di James Joyce che lo porta alla ricerca di qualcosa che vada “oltre” le normali forme di percezione. Dopo un luminoso periodo sabbatico alla Facoltà di Lettere di Firenze (1992-1993) torna a Bologna, dove si laurea in Estetica al Dams (1999). In seguito, è stato co-fondatore di Foglie d’erba, (uno dei primissimi headshop italiani, 2000-2007) esperienza con la quale ha contribuito ad introdurre in Italia il movimento dei “canapai” e l’idea dell’headshop come “negozio per la mente”; è stato anche co-fondatore di Semiseri (2001-2002), primo negozio italiano interamente dedicato alla vendita di semi di cannabis da collezione. Ispirato al “gonzo-giornalismo” dello scrittore americano Hunter Thompson (l’autore dell’opera da cui è tratto il film “Paura e Delirio a Las Vegas”), dal dicembre del 2005 è l’eclettico addetto stampa dell’Associazione Culturale “Cannabis Tipo Forte”, organizzatrice dell’omonima “Mostra Mercato ecotecnologica della cannabis medicale e industriale”, capace di collezionare negli ultimi due anni ben due interrogazioni parlamentari (oltre al sincero entusiasmo di migliaia di visitatori). Anche per questo, le sue gesta rimarranno impresse a futura memoria negli archivi della Digos bolognese.
Autore di una breve storia della psichedelia pubblicata a puntate sull’edizione italiana della rivista “Soft Secrets”, ha esposto opere selezionate dalla sua collezione in 10 mostre tenutesi all’interno dell’headshop “Foglie d’Erba” durante tutto l’anno 2005. In seguito, ha organizzato una vasta retrospettiva intitolata “Lisergika: suoni, colori e profumi della psichedelia” al Palanord di Bologna, all’interno della II edizione di Cannabis Tipo Forte (2006).
Dal Giugno 2007 è presidente dell’Associazione Culturale Pixel/delice
Per ulteriori informazioni visitate il sito www.psichedelia.org
L’arte psichedelica ha come scopo principale quello di procurare o descrivere una meravigliosa esperienza estatica e spirituale; ha delle particolari caratteristiche che colpiscono subito al primo approccio: innanzitutto la vitalità, la ricchezza di energia oppure il suo vivace ed incessante flusso di esperienza. E’ senza dubbio un’arte dionisiaca, colma di una straripante energia; è un’arte religiosa, mistica, in cui Dio si manifesta nel Tutto, ma specialmente nell’energia primordiale che fa procedere il mondo, che governa e dirige il flusso esistenziale.
La portata dell’arte psichedelica fu veramente sconcertante soprattutto nella seconda parte degli anni ’60: le sale da ballo iniziarono ad evolversi, cercando di modificare le condizioni sensoriali dei clienti, con luci colorate fluttuanti e sfreccianti su un turbinìo di pulsazioni: si sentono suoni ammalianti, e la mente viene inondata da sensazioni che possono essere percepite sotto forma di vibrazioni su tutto il corpo. La musica cercava di diventare una nuova scienza sacra, cercando nuove risposte ai bisogni spirituali dell’uomo moderno.
Il vero viaggio psichedelico (vale a dire il viaggio interiore) dà vita ad una arte religiosa che erompe nell’estasi, rivelando la ricca multimedialità propria della coscienza mistica, che si manifesta nel comporsi di tutti i fenomeni in una frenetica danza cosmica, una danza che celebra la profonda unione con le energie primordiali. Distorce e modifica le nostre percezioni, mentre i nostri sensi vengono inondati e la nostra spiritualità viene elevata.
A torto molti pensano che la psichedelia sia un movimento tipicamente americano, e che sia confinato agli anni ‘60. Noi cercheremo di mostrare come questo sia falso: la filosofia psichedelica ha prodotto vibrazioni cosmiche in tutti i continenti, e il suo influsso è ancora vivo nelle menti più creative del nuovo millennio.
In questa esposizione potrete ammirare tanto i posters americani provenienti dai mitici locali Fillmore e Avalon Ballroom di San Francisco (con le opere visionarie di autori quali Rick Griffin, Victor Moscoso, Lee Conklin, Wes Wilson, Peter Max e Stanley Mouse & Alton Kelley) quanto vibrazioni psichedeliche evocate da opere prodotte in Canada (per il Retinal Circus di Vancouver), Olanda (patria del duo artistico The Fool e palcoscenico per la fondamentale esperienza controculturale dei Provos), Inghilterra (la “Swinging London” dei Beatles, dei Pink Floyd, di Alan Aldridge, dell’UFO Club e del duo artistico Hapshash & the Coloured Coat), Australia (patria della “scandalosa” rivista OZ e di miti “hippie” quali Richard Neville e Martin Sharp), Messico (la rivista hippie Pop), Svizzera (la rivista Hotcha), Francia (con la rivista underground Actuel) e persino in Italia (Con il Roma Pop Festival del 1968 e l’incredibile Ghigo).
Durante l’esposizione verranno proposti brani di musica psichedelica rigorosamente “sixties” provenienti da tutto il mondo (tra i tanti paesi rappresentati si contano Olanda, Messico, Brasile, Grecia, Turchia, Israele, Thailandia, Sud Africa, Cecoslovacchia, Danimarca, India, Indonesia, Giappone oltre ai “classici” Usa e Inghilterra)
Al giorno d’oggi possiamo tranquillamente definire i “rock posters” come l’arte psichedelica utilizzata per pubblicizzare eventi (soprattutto musicali) e fiorita nella seconda metà dei Sixties, come una vera e propria forma di arte moderna. Una passione popolare circonda queste autentiche gemme di arte visionaria, e in tutto il mondo appassionati e mitomani le collezionano avidamente.
Scopo di questa mostra, e dell’Archivio sulla Controcultura Psichedelica che aprirà i battenti a Milano verso la fine dell’anno, è quello di riportare all’attenzione dell’uomo moderno una forma di espressione intrisa d’amore per la vita, che divenne talmente popolare da influenzare irrimediabilmente il mondo della grafica e della comunicazione visiva. Confidiamo nel fatto che le opere esposte, ed i temi trattati possano essere ancora di stimolo per “aprire la mente”, ed impegnarsi a costruire un futuro ed un mondo migliore per tutti.
Michele Dagres, collezionista di viaggi interiori e appassionato di controcultura psichedelica, nasce nel giugno del 1972 in una Atene dilaniata dalla dittatura militare dei Colonnelli. Riparato in Italia, segue gli studi classici (a Parma e Bologna), per appassionarsi in seguito all’arte e alla storia del cinema. Ma è la lettura dell’Ulisse di James Joyce che lo porta alla ricerca di qualcosa che vada “oltre” le normali forme di percezione. Dopo un luminoso periodo sabbatico alla Facoltà di Lettere di Firenze (1992-1993) torna a Bologna, dove si laurea in Estetica al Dams (1999). In seguito, è stato co-fondatore di Foglie d’erba, (uno dei primissimi headshop italiani, 2000-2007) esperienza con la quale ha contribuito ad introdurre in Italia il movimento dei “canapai” e l’idea dell’headshop come “negozio per la mente”; è stato anche co-fondatore di Semiseri (2001-2002), primo negozio italiano interamente dedicato alla vendita di semi di cannabis da collezione. Ispirato al “gonzo-giornalismo” dello scrittore americano Hunter Thompson (l’autore dell’opera da cui è tratto il film “Paura e Delirio a Las Vegas”), dal dicembre del 2005 è l’eclettico addetto stampa dell’Associazione Culturale “Cannabis Tipo Forte”, organizzatrice dell’omonima “Mostra Mercato ecotecnologica della cannabis medicale e industriale”, capace di collezionare negli ultimi due anni ben due interrogazioni parlamentari (oltre al sincero entusiasmo di migliaia di visitatori). Anche per questo, le sue gesta rimarranno impresse a futura memoria negli archivi della Digos bolognese.
Autore di una breve storia della psichedelia pubblicata a puntate sull’edizione italiana della rivista “Soft Secrets”, ha esposto opere selezionate dalla sua collezione in 10 mostre tenutesi all’interno dell’headshop “Foglie d’Erba” durante tutto l’anno 2005. In seguito, ha organizzato una vasta retrospettiva intitolata “Lisergika: suoni, colori e profumi della psichedelia” al Palanord di Bologna, all’interno della II edizione di Cannabis Tipo Forte (2006).
Dal Giugno 2007 è presidente dell’Associazione Culturale Pixel/delice
Per ulteriori informazioni visitate il sito www.psichedelia.org
24
giugno 2007
Michele Dagres – Cosmic Joy
Dal 24 giugno al 31 luglio 2007
arte contemporanea
presentazione
presentazione
Location
MODO INFOSHOP
Bologna, Via Mascarella, 24B, (Bologna)
Bologna, Via Mascarella, 24B, (Bologna)
Vernissage
24 Giugno 2007, ore 19
Autore