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Giò Ponti Designer
Settanta opere documentano il genio creativo di questa figura fondamentale nella storia del design
Comunicato stampa
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Nell’ambito dell’iniziativa “La Bella Estate dell’Arte 2007”, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, il Palazzo Reale di Milano accoglie, dal 13 luglio al 16 settembre 2007, la mostra Giò Ponti Designer che presenta una retrospettiva del grande architetto e designer milanese, famoso in tutto il mondo.
Il percorso espositivo prende il via dagli anni '20 – '30, periodo in cui lavorò anche alla fabbrica Richard – Ginori di Sesto Fiorentino progettando una lunga serie di porcellane e ceramiche, molte delle quali ancora in produzione.
Prodotta da Palazzo Reale, Artematica e Fondazione Anna Querci per il Design, per la cura di Anna Querci, e con il sostegno di Emilio Ambasz, la mostra è costruita in modo da affiancare alle creazioni di Ponti, informazioni sulla vita e sulla sua attività, attraverso video, riproduzioni fotografiche e pezzi di arredamento selezionati fra i più rappresentativi del suo lavoro che spesso andava in parallelo con i suoi progetti architettonici.
“Tutto il percorso di Giò Ponti designer, sostenuto dal suo sorriso aperto e bonario, - sottolinea Vittorio Sgarbi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano - ha una misura classica su cui il tempo si posa con gentilezza, evitando di farne invecchiare gli oggetti. Così sarà impossibile considerare una cinquantenne la “sedia superleggera”, di cui è difficile immaginare un’altra che possa superarla”.
Tra i 70 pezzi esposti troviamo le rarità del Museo Richard - Ginori della Manifattura di Doccia quali la Coppa Ovale “Donatella” del 1927, il “portaorologio” del 1929, l'Urna “la grottesca” del 1923, i piatti “le quattro stagioni” del 1927, l'elefantino del 1933, gli Smalti De Poli il “Toro” e il “Diavolo a 4 punte” del 1966 e 1956. Inoltre, le posate della “Krupp Italia” del 1955 e del 1951, le tovagliette all'americana e i tessuti della Manifattura Jsa, i disegni e le lettere personali scritte fra il 1967 e il 1973, il prezioso tessuto “Colombe e Leoni” del 1932 e le piastrelle D'Agostino del 1960.
Il fulcro della mostra è costituito dai pezzi di arredamento che vanno dalla poltrona della Cassina per la nave Giulio Cesare del 1950 alla poltrona “Dezza” del 1965, alla sedia “superleggera” del 1957, alla serie “Apta” su ruote del 1970 della arredamenti Ponti.
Oggetti di design che spesso, soprattutto a partire dagli anni Cinquanta, appaiono strettamente legati alla progettazione architettonica, in una ricerca di unità dove ogni elemento - dalle maniglie ai sanitari alle piastrelle - fino alle grandi ville costruite a Caracas (1956) o Teheran (1960) risponde a un'unica poetica.
Ne risulta da un lato la capacità senza uguali di Giò Ponti di passare da una scala progettuale all'altra raggiungendo, in ognuna di esse, risultati figurativi altissimi, dall'altro l'incredibile tensione creativa che porta l'architetto milanese a rinnovare continuamente il suo linguaggio.
Completano l’esposizione 18 ingrandimenti fotografici dei principali progetti di architettura (grattacielo Pirelli in primis), il grande lampadario della Venini del 1946 ed alcuni esemplari delle riviste Domus (tra cui il numero 1 del 1928 e l'ultimo firmato da Giò Ponti del 1979).
Accompagna la mostra un catalogo Alinea Editrice.
Milano, 11 luglio 2007
Giò Ponti, cenni biografici
1891
Nasce a Milano il 18 novembre 1891 da Enrico Ponti e Giovanna Rigone.
1916-18
Presta servizio militare durante la prima guerra mondiale nel Genio Pontieri, con il grado di capitano, dal 1916 al 1918; medaglia di bronzo e croce di guerra.
Nel 1921 si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano, e apre uno studio con Mino Fiocchi ed Emilio Lancia, architetti, a Milano.
Si assocerà successivamente con Lancia (Studio Ponti e Lancia, P .L.: 1926-1933); quindi con Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini, ingegneri (Studio Ponti-Fornaroli-Soncini, P.F.S.: 1933-1945).
1921
Nel 1921 sposa Giulia Vimercati: avrà quattro figli (Lisa, Giovanna, Letizia e Giulio) e otto nipoti.
1923
Ne1 1923, primo esordio pubblico alla prima Biennale delle Arti Decorative di Monza, inizio delle partecipazioni organizzative alle successive Triennali di Monza e di Milano.
1923-30
Dal 1923 al 1930 lavora alla Manifattura Ceramica Richard-Ginori, a Milano e a Sesto Fiorentino, rinnovandone la produzione.
1928
Nel 1928 fonda la rivista Domus .
1936
Dal 1936 al 1961 è professore di ruolo alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
1941
Nel 1941 lascia la direzione della rivista Domus e dà vita alla rivista Stile, che dirigerà fino al 1947.
1948
Nel 1948 ritorna a Domus, di cui sarà direttore fino al termine della sua vita.
1952
Nel 1952 si associa con Alberto Rosselli, architetto (Studio Ponti- Fornaroli-Rosselli, P.F.R.: 1952-1976): dopo la scomparsa di Rosselli prosegue nel lavoro con il socio di sempre, Antonio Fornaroli.
1979
Muore a Milano il 16 settembre 1979.
Il percorso espositivo prende il via dagli anni '20 – '30, periodo in cui lavorò anche alla fabbrica Richard – Ginori di Sesto Fiorentino progettando una lunga serie di porcellane e ceramiche, molte delle quali ancora in produzione.
Prodotta da Palazzo Reale, Artematica e Fondazione Anna Querci per il Design, per la cura di Anna Querci, e con il sostegno di Emilio Ambasz, la mostra è costruita in modo da affiancare alle creazioni di Ponti, informazioni sulla vita e sulla sua attività, attraverso video, riproduzioni fotografiche e pezzi di arredamento selezionati fra i più rappresentativi del suo lavoro che spesso andava in parallelo con i suoi progetti architettonici.
“Tutto il percorso di Giò Ponti designer, sostenuto dal suo sorriso aperto e bonario, - sottolinea Vittorio Sgarbi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano - ha una misura classica su cui il tempo si posa con gentilezza, evitando di farne invecchiare gli oggetti. Così sarà impossibile considerare una cinquantenne la “sedia superleggera”, di cui è difficile immaginare un’altra che possa superarla”.
Tra i 70 pezzi esposti troviamo le rarità del Museo Richard - Ginori della Manifattura di Doccia quali la Coppa Ovale “Donatella” del 1927, il “portaorologio” del 1929, l'Urna “la grottesca” del 1923, i piatti “le quattro stagioni” del 1927, l'elefantino del 1933, gli Smalti De Poli il “Toro” e il “Diavolo a 4 punte” del 1966 e 1956. Inoltre, le posate della “Krupp Italia” del 1955 e del 1951, le tovagliette all'americana e i tessuti della Manifattura Jsa, i disegni e le lettere personali scritte fra il 1967 e il 1973, il prezioso tessuto “Colombe e Leoni” del 1932 e le piastrelle D'Agostino del 1960.
Il fulcro della mostra è costituito dai pezzi di arredamento che vanno dalla poltrona della Cassina per la nave Giulio Cesare del 1950 alla poltrona “Dezza” del 1965, alla sedia “superleggera” del 1957, alla serie “Apta” su ruote del 1970 della arredamenti Ponti.
Oggetti di design che spesso, soprattutto a partire dagli anni Cinquanta, appaiono strettamente legati alla progettazione architettonica, in una ricerca di unità dove ogni elemento - dalle maniglie ai sanitari alle piastrelle - fino alle grandi ville costruite a Caracas (1956) o Teheran (1960) risponde a un'unica poetica.
Ne risulta da un lato la capacità senza uguali di Giò Ponti di passare da una scala progettuale all'altra raggiungendo, in ognuna di esse, risultati figurativi altissimi, dall'altro l'incredibile tensione creativa che porta l'architetto milanese a rinnovare continuamente il suo linguaggio.
Completano l’esposizione 18 ingrandimenti fotografici dei principali progetti di architettura (grattacielo Pirelli in primis), il grande lampadario della Venini del 1946 ed alcuni esemplari delle riviste Domus (tra cui il numero 1 del 1928 e l'ultimo firmato da Giò Ponti del 1979).
Accompagna la mostra un catalogo Alinea Editrice.
Milano, 11 luglio 2007
Giò Ponti, cenni biografici
1891
Nasce a Milano il 18 novembre 1891 da Enrico Ponti e Giovanna Rigone.
1916-18
Presta servizio militare durante la prima guerra mondiale nel Genio Pontieri, con il grado di capitano, dal 1916 al 1918; medaglia di bronzo e croce di guerra.
Nel 1921 si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano, e apre uno studio con Mino Fiocchi ed Emilio Lancia, architetti, a Milano.
Si assocerà successivamente con Lancia (Studio Ponti e Lancia, P .L.: 1926-1933); quindi con Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini, ingegneri (Studio Ponti-Fornaroli-Soncini, P.F.S.: 1933-1945).
1921
Nel 1921 sposa Giulia Vimercati: avrà quattro figli (Lisa, Giovanna, Letizia e Giulio) e otto nipoti.
1923
Ne1 1923, primo esordio pubblico alla prima Biennale delle Arti Decorative di Monza, inizio delle partecipazioni organizzative alle successive Triennali di Monza e di Milano.
1923-30
Dal 1923 al 1930 lavora alla Manifattura Ceramica Richard-Ginori, a Milano e a Sesto Fiorentino, rinnovandone la produzione.
1928
Nel 1928 fonda la rivista Domus .
1936
Dal 1936 al 1961 è professore di ruolo alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.
1941
Nel 1941 lascia la direzione della rivista Domus e dà vita alla rivista Stile, che dirigerà fino al 1947.
1948
Nel 1948 ritorna a Domus, di cui sarà direttore fino al termine della sua vita.
1952
Nel 1952 si associa con Alberto Rosselli, architetto (Studio Ponti- Fornaroli-Rosselli, P.F.R.: 1952-1976): dopo la scomparsa di Rosselli prosegue nel lavoro con il socio di sempre, Antonio Fornaroli.
1979
Muore a Milano il 16 settembre 1979.
12
luglio 2007
Giò Ponti Designer
Dal 12 luglio al 16 settembre 2007
design
Location
PALAZZO REALE DI MILANO
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Biglietti
€ 9 intero - € 7 ridotto (il biglietto comprende la visita alle seguenti mostre in programma a Palazzo Reale: “Arte Italiana 1968-2007, Pittura” e “Mario Cavaglieri”)
Orario di apertura
9.30 – 19.30 tutti i giorni, giovedì fino alle 22.30, lunedì dalle 14.30 alle 19.30
Vernissage
12 Luglio 2007, ore 18.30
Editore
ALINEA
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore