Un ciuco vestito da Papa

Una scultura che attraversa la religione e i suoi nodi scottanti

Un colpo iconografico con cui l’immagine elabora il sogno etico

Paolo Maione per un’opera tra ironia, metafora e teatro del plausibile

Apostasìa: abbandono totale e pubblico della propria religione per seguirne un’altra. In senso esteso, abbandono della propria dottrina, di un obbligo morale o di un partito…

Apostasìa: questo il titolo della mostra di PAOLO MAIONE, cuore di un percorso espositivo che si concentra sulla megalitica pulsazione del pezzo unico. ONE PIECE mantiene fede alla sua vocazione tolemaica, ovvero, un’opera come centro solare che irradia le proprie energie verso il pubblico satellitare. Oggi tocca ad un grande scultore della ceramica policroma, ad un minuzioso modellatore di forme comunicative eppure misteriose, ironiche e magicamente ambigue.


I lavori di Maione sono catalizzatori narrativi dalla complessa natura teatrale.

Usano lo spazio come ambiente scenico senza quinte, ribaltando la tipicità del materiale in una performance immobile della sensorialità materica. Sulla qualità estetica si può solo rimanere sbalorditi, le arditezze e i dettagli tecnici esaltano uno scultore metodico, puntiglioso nel rigore con cui elabora i suoi personaggi tragicomici, letterari, poetici per involontaria natura. Altrettanto maturo il percorso, filosofico e concettuale, con cui l’artista toscano inventa un mondo di sogni avverati, fantasie regnanti, surrealismi a nostra immagine e somiglianza.

Da ONE PIECE si parla di religione ma senza retorica, senza attacchi facili che poco aiutano a capire le differenze. La sana dialettica, lo sappiamo, richiede un progressivo confronto con quanto rappresenta distanza, conflitto, tensione. L’attitudine scultorea di Maione, dissacratoria al punto giusto, porta le sue mitologie umanoidi sul piano delle maschere narrative, delle tradizioni popolari, dei miti e riti che si mescolano alle visioni private, ai sogni nascosti, ai pensieri più contemporanei sul mondo.

Presso Hotel de Russie, a pochi metri dalla galleria, anche alcuni disegni su carta che completano il progetto romano di Maione. Così, mentre la scultura sembra librarsi nello spazio con le sue morbidezze plastiche, i disegni diventano un contraltare dalle fondamenta solide. Un gioco di riuscite ambivalenze tra le volumetrie in ceramica e il tratto su carta. Un dialogo tra piani espressivi che si fondono, dando alla visione lo sguardo panoramico di cui ha naturale bisogno.