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Pino Mantovani – La concretezza del vuoto
Artista geniale e critico lucido e analitico, in primis del proprio lavoro. Le due anime di Pino Mantovani lasciano un’impronta nei grandi quadri ora finalmente e organicamente esposti presso la Sala Bolaffi attraverso i quali si ripercorrono quaranta anni di pittura silenziosa e sagace, colta e raffinata, di un maestro che accanto agli strumenti del fare pittorico non ha mai smesso di esercitare lo sguardo del critico, del saggista e del novelliere curioso
Comunicato stampa
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"La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede."
Leonardo da Vinci
Dal 18 ottobre al 18 novembre 2007 la Direzione Promozione Attività Culturali Istruzione e Spettacolo della Regione Piemonte promuove la prima mostra antologica su Pino Mantovani, giusto tributo per un pittore il cui lavoro non è facile riassumere, neppure traendo spunto dai numerosi testi critici che nella sua lunga carriera di insegnante e critico d’arte Mantovani ha prodotto.
Artista geniale e critico lucido e analitico, in primis del proprio lavoro. Le due anime di Pino Mantovani lasciano un’impronta nei grandi quadri ora finalmente e organicamente esposti presso la Sala Bolaffi attraverso i quali si ripercorrono quaranta anni di pittura silenziosa e sagace, colta e raffinata, di un maestro che accanto agli strumenti del fare pittorico non ha mai smesso di esercitare lo sguardo del critico, del saggista e del novelliere curioso.
Le circa settanta opere selezionate dalla curatrice Ivana Mulatero, offrono un affaccio cronologico ma anche ellittico sui modi in cui la pittura si è presentata dalla fine degli anni Sessanta ad oggi. L’allestimento della mostra permette per la prima volta di vedere affiancati alcuni lavori dalla valenza apparentemente figurativa ed altri a prima vista astratti, accomunati però da un anelito a dar corpo a figure mai pienamente soddisfatto da una evidenza.
Opere pseudogeometriche, monocromatiche degli anni Settanta che rilanciano ai cicli dei decenni successivi; i “Paesaggi” di leonardesca memoria, gli “Angeli” e le “Attese” sembrano rispecchiarsi nelle fasi più recenti della produzione di Mantovani incentrata sulle “Annunciazioni” e i temi mitici quali le “Danae”, gli “Icari” e i “Narcisi”.
Sul tema della somiglianza fortemente in bilico ruotano invece la corposa selezione di “Ritratti” e “Autoritratti” mentre concludono l’esaustiva antologica alcune pagine tratte dagli sketchbook di Mantovani disegnatore e incisore.
Figure classiche e mitologiche, paesaggi, ritratti e autoritratti si assomigliano. Hanno tutti la stessa consistenza “sottile”, in contrapposizione alla fisicità del supporto, tele marcatamente tessute, di juta e canapa, non preparate. Come precisa l’artista: “La pittura è ciò che di più fisico si possa immaginare e insieme di più sottile. Non puoi fare l’impalpabile rinunciando al corpo e non puoi fare del corpo riducendo il corpo ad un dato fisiologico puro e semplice. È importante riuscire a tenere le due bande, senza che l’immagine sia generica, non necessaria”.
Leonardo da Vinci
Dal 18 ottobre al 18 novembre 2007 la Direzione Promozione Attività Culturali Istruzione e Spettacolo della Regione Piemonte promuove la prima mostra antologica su Pino Mantovani, giusto tributo per un pittore il cui lavoro non è facile riassumere, neppure traendo spunto dai numerosi testi critici che nella sua lunga carriera di insegnante e critico d’arte Mantovani ha prodotto.
Artista geniale e critico lucido e analitico, in primis del proprio lavoro. Le due anime di Pino Mantovani lasciano un’impronta nei grandi quadri ora finalmente e organicamente esposti presso la Sala Bolaffi attraverso i quali si ripercorrono quaranta anni di pittura silenziosa e sagace, colta e raffinata, di un maestro che accanto agli strumenti del fare pittorico non ha mai smesso di esercitare lo sguardo del critico, del saggista e del novelliere curioso.
Le circa settanta opere selezionate dalla curatrice Ivana Mulatero, offrono un affaccio cronologico ma anche ellittico sui modi in cui la pittura si è presentata dalla fine degli anni Sessanta ad oggi. L’allestimento della mostra permette per la prima volta di vedere affiancati alcuni lavori dalla valenza apparentemente figurativa ed altri a prima vista astratti, accomunati però da un anelito a dar corpo a figure mai pienamente soddisfatto da una evidenza.
Opere pseudogeometriche, monocromatiche degli anni Settanta che rilanciano ai cicli dei decenni successivi; i “Paesaggi” di leonardesca memoria, gli “Angeli” e le “Attese” sembrano rispecchiarsi nelle fasi più recenti della produzione di Mantovani incentrata sulle “Annunciazioni” e i temi mitici quali le “Danae”, gli “Icari” e i “Narcisi”.
Sul tema della somiglianza fortemente in bilico ruotano invece la corposa selezione di “Ritratti” e “Autoritratti” mentre concludono l’esaustiva antologica alcune pagine tratte dagli sketchbook di Mantovani disegnatore e incisore.
Figure classiche e mitologiche, paesaggi, ritratti e autoritratti si assomigliano. Hanno tutti la stessa consistenza “sottile”, in contrapposizione alla fisicità del supporto, tele marcatamente tessute, di juta e canapa, non preparate. Come precisa l’artista: “La pittura è ciò che di più fisico si possa immaginare e insieme di più sottile. Non puoi fare l’impalpabile rinunciando al corpo e non puoi fare del corpo riducendo il corpo ad un dato fisiologico puro e semplice. È importante riuscire a tenere le due bande, senza che l’immagine sia generica, non necessaria”.
18
ottobre 2007
Pino Mantovani – La concretezza del vuoto
Dal 18 ottobre al 18 novembre 2007
arte contemporanea
Location
SALA BOLAFFI
Torino, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 17, (Torino)
Torino, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 17, (Torino)
Orario di apertura
Dal martedì alla domenica 10.00-19.00
Vernissage
18 Ottobre 2007, ore 18
Ufficio stampa
EMANUELA BERNASCONE
Autore
Curatore