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Raul Gabriel – Urban Trash
La mostra è un viaggio tra atmosfere rarefatte, nebulosità gassose, dissolvenze che raggiungono intense saturazioni cromatiche
Comunicato stampa
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La mostra è un viaggio tra atmosfere rarefatte, nebulosità gassose, dissolvenze che raggiungono intense saturazioni cromatiche. Su tre pareti si dispongono le proiezioni di altrettanti semafori coi loro tappeti sonori. Ora una dissolvenza sul nero, un’eclissi di sole che rende l’atmosfera una sorta di colla bituminosa, un crudele buio in cui cerchiature nere si sovrappongono ai tipici occhi del semaforo. In alternanza al nero l’artista ha voluto un bianco accecante, privo di riferimenti terreni, liquidamente palpabile come un infinito da incorniciare. Nero e bianco, bianco e nero, energie opposte e sovrapponibili, flussi irreali in cui gli stessi suoni creano dimensioni tra loro complementari. Il nero gonfia l’incombenza, crea pathos drammatico e tensione sensoriale. Il bianco agisce su scie astratte dai ghirigori psichedelici, ti avvolge nelle sue spire spaziali e necrotizzanti. Nero e bianco, bianco e nero, variazioni sul nero, variazioni sul bianco: è il semaforo che non si ferma come il flusso della vita, continuando all’infinito nel suo loop antropologico.
Assieme alla videoinstallazione troneggia una Vespa di ultima generazione che presenta un lato esteticamente perfetto, da salone espositivo, simbolo della tecnologia industriale e presente di fronte a ogni semaforo delle nostre città. Dall’altro lato, come memoria di un’esplosione nucleare, il motociclo risulta sciolto, fuso dal calore, rottame e rifiuto tecnologico. Anche qui un rimando alla storia della pittura, ai celotex bruciati di Burri.
Inoltre, viene presentato un percorso pittorico parallelo di quadri con fondali dalle monocromie piatte. Un trittico, il più recente e per certi versi più estremo, si basa su tre telai bianchi con una triade nera di segni verticali su ogni pannello. Piccolo dettaglio: il segno non viene dal colore applicato ma da frammenti di buste per la spazzatura, quelle che tutti noi maneggiamo nei nostri secchi domestici. Ovvio ma non scontato pensare al riciclo della vita urbana: semafori in azione nei video, rumori stradali che completano la ripresa e la sua elaborazione, brandelli di altra “spazzatura” che diventano segno e materia.
Assieme alla videoinstallazione troneggia una Vespa di ultima generazione che presenta un lato esteticamente perfetto, da salone espositivo, simbolo della tecnologia industriale e presente di fronte a ogni semaforo delle nostre città. Dall’altro lato, come memoria di un’esplosione nucleare, il motociclo risulta sciolto, fuso dal calore, rottame e rifiuto tecnologico. Anche qui un rimando alla storia della pittura, ai celotex bruciati di Burri.
Inoltre, viene presentato un percorso pittorico parallelo di quadri con fondali dalle monocromie piatte. Un trittico, il più recente e per certi versi più estremo, si basa su tre telai bianchi con una triade nera di segni verticali su ogni pannello. Piccolo dettaglio: il segno non viene dal colore applicato ma da frammenti di buste per la spazzatura, quelle che tutti noi maneggiamo nei nostri secchi domestici. Ovvio ma non scontato pensare al riciclo della vita urbana: semafori in azione nei video, rumori stradali che completano la ripresa e la sua elaborazione, brandelli di altra “spazzatura” che diventano segno e materia.
20
settembre 2007
Raul Gabriel – Urban Trash
Dal 20 settembre al 15 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
GROSSETTI ARTE CONTEMPORANEA
Milano, Piazza XXV Aprile, 11/B, (Milano)
Milano, Piazza XXV Aprile, 11/B, (Milano)
Orario di apertura
Martedì - Venerdì 10,30 - 19,30 - Sabato 14,00 - 19,30
Lunedì su appuntamento
Vernissage
20 Settembre 2007, ore 18.30
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