Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Guglielmo Achille Cavellini – Dalla pagina dell’enciclopedia
Un’esposizione fotografica dunque dei vintage più espliciti stampati per GAC che ruota attorno ad un elemento scultoreo che dell’autostoricizzazione è l’attrezzo emblematico: i due manichini scritti, ricoperti della propria storia
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La caparbietà di Ken Damy aggiunta a quella di Guglielmo Achille Cavellini formano una miscela esplosiva. La detonazione che nel 1991 ha dato origine a questo count down verso il 2014 non si arresta di fronte a nulla. Sembra di rivivere la stessa frenesia messa in campo durante la sua vita d’artista dall’autore del centenario. Ci tocca chiamarlo così visto che con geniale previsione post mortem ci costringe piacevolmente all’attesa di un lavoro che continua inesorabilmente anche dopo la sua esistenza terrena.
La diciassettesima tappa più di altre mette proprio in campo la collaborazione tra il fotografo e l’artista, che a partire dal 1974 è stata intensa e produttrice delle immagini più esplicite della funambolica autostoricizzazione con trasformazioni e travestimenti che ora ci paiono come stupefacenti anticipazioni di una cultura che si sarebbe poi diffusa a partire dagli anni Novanta.
L’artista progetta ed il fotografo scatta. Quanta partecipazione ci sia da parte dell’esecutore diventa forse ora questione secondaria, ma le reciproche storie personali fanno pensare che probabilmente la miccia si fosse accesa fin da allora. D’altronde è proprio dalle scelte di collaborazione azzeccate che prende luce un pensiero già chiaro di per sé.
Nel 1973 GAC forma la propria auto-storia come pagina dell’enciclopedia e questa paginetta che ha radici nella realtà ed un finale trasformista si traduce in un fiume di scrittura che dilaga anch’esso oltre il reale.
L’oggetto di questo avanzamento verso il centenario considera gli aspetti dinamici di questa azione-reazione, entra nei particolari ripresi da Ken Damy in scena e fuori scena.
Un’esposizione fotografica dunque dei vintage più espliciti stampati per GAC che ruota attorno ad un elemento scultoreo che dell’autostoricizzazione è l’attrezzo emblematico: i due manichini scritti, ricoperti della propria storia.
Piero Cavellini
La diciassettesima tappa più di altre mette proprio in campo la collaborazione tra il fotografo e l’artista, che a partire dal 1974 è stata intensa e produttrice delle immagini più esplicite della funambolica autostoricizzazione con trasformazioni e travestimenti che ora ci paiono come stupefacenti anticipazioni di una cultura che si sarebbe poi diffusa a partire dagli anni Novanta.
L’artista progetta ed il fotografo scatta. Quanta partecipazione ci sia da parte dell’esecutore diventa forse ora questione secondaria, ma le reciproche storie personali fanno pensare che probabilmente la miccia si fosse accesa fin da allora. D’altronde è proprio dalle scelte di collaborazione azzeccate che prende luce un pensiero già chiaro di per sé.
Nel 1973 GAC forma la propria auto-storia come pagina dell’enciclopedia e questa paginetta che ha radici nella realtà ed un finale trasformista si traduce in un fiume di scrittura che dilaga anch’esso oltre il reale.
L’oggetto di questo avanzamento verso il centenario considera gli aspetti dinamici di questa azione-reazione, entra nei particolari ripresi da Ken Damy in scena e fuori scena.
Un’esposizione fotografica dunque dei vintage più espliciti stampati per GAC che ruota attorno ad un elemento scultoreo che dell’autostoricizzazione è l’attrezzo emblematico: i due manichini scritti, ricoperti della propria storia.
Piero Cavellini
15
settembre 2007
Guglielmo Achille Cavellini – Dalla pagina dell’enciclopedia
Dal 15 settembre all'undici ottobre 2007
fotografia
Location
MUSEO KEN DAMY
Brescia, Corsetto Santa Agata, 22, (Brescia)
Brescia, Corsetto Santa Agata, 22, (Brescia)
Orario di apertura
15.30-19.30 dal martedì al sabato
Vernissage
15 Settembre 2007, ore 19
Autore