Difficile la vita del musicista. Difficile la vita del musicista in un Paese come l’Italia, dove i fondi per la cultura diminuiscono ogni anno, e dove la legislazione sul mestiere della musica è inadeguata e spesso quasi inapplicabile.

Difficile la vita del musicista in Valle Camonica dove - oltre al fatto che la vita del musicista è difficile e basta, e al fatto che in Italia lo è ancor più che altrove - chi suona non solo si trova oggettivamente in una condizione di isolamento, ma spesso è addirittura impossibilitato ad esprimere la propria arte, vuoi per difficoltà nei contatti, vuoi per la mancanza di occasioni sul territorio.

Difficile la vita del musicista. Ma non impossibile, nemmeno in Valle Camonica.

Maestranze Contemporanee è un viaggio in questa realtà, un documentario fotografico che scandaglia i vari aspetti della vita dei musicisti professionisti sul territorio valligiano, nello specifico i membri della neonata Orchestra “A. Vivaldi” di Vallecamonica.

Per conoscere più a fondo le dinamiche e la storia di questo gruppo Lorenzo Caffi ha seguito i musicisti nei loro concerti ed esibizioni ufficiali che, segnale più che positivo da parte della popolazione, riscuotono sempre un enorme successo.

Ma gli scatti più interessanti e intensi riguardano la fase pre-esibizione, il momento delle prove, gli attimi di relax tra colleghi; tutte quelle situazioni, insomma, che spesso lo spettatore di un concerto ignora. Gli sguardi di intesa tra colleghi, le indicazioni del direttore d’orchestra, la cura nel trattare il proprio strumento, non sono che attimi rubati e catturati dalla macchina fotografica, lucida testimone del tempo sottratto allo svago e dell’enorme impegno che questa scelta di vita comporta.

Il percorso fotografico è corredato di didascalie che non solo commentano le immagini, ma spiegano al visitatore aspetti importanti e curiosi di questa realtà arricchente per il territorio.

Lorenzo Caffi riesce abilmente a dare un taglio non convenzionale alle sue immagini, che non risultano mai impostate, costruite o fasulle; i soggetti ritratti, infatti, vengono colti in atteggiamenti manifestamente spontanei e veri, come se la presenza di un osservatore esterno e, ancor più, di un solitamente paralizzante apparecchio fotografico risultassero del tutto impercettibili. In questo senso il lavoro dell’autore è non convenzionale e apprezzabile: per averci presentato scatti ben lontani dall’immaginario ufficiale connesso alla musica classica, e per aver saputo osservare, comprendere e rielaborare con cuore e umiltà le vibrazioni e le sensazioni, la viva passione e la determinazione di questo gruppo di musicisti. Generalmente preferisce cimentarsi nel lavoro di studio e nella costruzione poetica delle proprie immagini, ma in questa sede ha dimostrato una buona indole anche nei confronti del reportage, avendo dato alle proprie immagini un taglio personale e accattivante e avendo colto attimi intensi, con il risultato che sia i soggetti sia le fotografie traboccano di forza e carattere.