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Quello che le borse raccontano
Culture, costumi e società nelle immagini di un reportage internazionale
Comunicato stampa
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La mostra Quello che le borse raccontano, ospitata dalla Triennale di Milano dal 20 al 30 settembre 2007, rappresenta la sintesi di un progetto culturale e sociale sul quale Francesco Biasia, azienda di accessori in pelle, ha investito per celebrare in modo speciale il suo Trentesimo anniversario.
Questo progetto, affidato a dolp_dove osano le parole, parte da un lavoro di analisi del dna dell'azienda al fine di conoscere le sue caratteristiche più interessanti e farle risaltare attraverso lo strumento di comunicazione culturale più idoneo. Sono stati quindi intervistati tutti i principali protagonisti di questi trent'anni rievocando le fasi iniziali, fissando le tappe principali ed individuando le svolte decisive dello sviluppo dell'azienda. Il risultato di quest'analisi è stato successivamente messo a confronto con la struttura del territorio in cui si è sviluppata l'azienda, nel tentativo di individuare quali fattori esterni, sociali e economici, l'abbiano influenzata. Il risultato di questa ricerca è stato raccolto in una monografia aziendale a cura di Martina Rini Cavalli e foto di Tommaso Bonaventura (agenzia Contrasto). Il testo di introduzione sul fenomeno del Nord Est è stato curato da Federico Ferraro, responsabile Area studi sociali – Fondazione Nord Est Venezia.
La Francesco Biasia, fin dalle prime campagne pubblicitarie degli anni Novanta, ha evidenziato una particolare predisposizione nei confronti dell'arte fotografica decidendo di affidare la propria comunicazione a fotografi di spicco nella moda, tra cui Paolo Zambaldi, Jean Baptiste Mondino, Terry Richardson e Regan Cameron. Per questo motivo, si è scelto di utilizzare la fotografia come strumento con cui sviluppare il progetto culturale: un'indagine sulle culture, i costumi e le società di alcuni paesi condotta attraverso immagini che documentassero come l'accessorio-borsa viene utilizzato, indossato e vissuto nel mondo. Si sono scelte come nazioni Italia, Colombia, Giappone, Iran e Namibia per studiare cinque diverse, e contrastanti, aree geografiche. Cinque fotografi dell'agenzia Contrasto - Francesco Cocco, Fabio Cuttica, Daniele Dainelli, Stefano De Luigi, Riccardo Venturi, - hanno raccontano le molteplici valenze della borsa, cogliendola sia sotto forma di ‘semplice’ accessorio (evidenziando il materiale, la forma, il contenuto), sia sotto forma di messaggio, un oggetto da esibire che sottintende alla personalità di chi lo porta. Ne è scaturito un interessante spaccato sociale.
Francesco Cocco, osservando le borse che ‘sfilavano’ in occasione del Fuori Salone di Milano, è riuscito a fissare il fermento, il dinamismo, l'internazionalità di quei giorni, in un'atmosfera senza tempo e senza spazio che caratterizza i luoghi elevati a crocevia culturali.
Fabio Cuttica si è invece concentrato sugli Arhuacos, un gruppo etnico amerindio che vive nell'estremo nord della Colombia. Seguendo un loro rappresentante, Wilbert Mestre, incaricato della commercializzazione del loro prezioso ‘caffè de la Sierra’, Cuttica ha raccontato come questa etnia si sia organizzata per riconquistare le loro terre sacre, usurpate prima dai conquistatori spagnoli e poi dai vari coloni. Nelle loro mochilas, le borse in fibra d'agave fabbricate dalle donne e decorate con disegni i cui colori simbolizzano gli elementi naturali da mantenere in costante equilibrio, conservano i loro pochi averi e il poporo - un piccolo recipiente di zucca nel quale è contenuta la polvere di calce da mischiare al grumo di foglie di coca.
Gli scatti di Daniele Dainelli ci trasportano invece nella frenesia, nel ritmo, nella creatività delle affollate strade di Tokyo, dove capita di imbattersi nelle Classic Gothic Lolita, ragazze che ricordano bambole di porcellana in stile vittoriano, nelle Elegant Gothic Lolita, creature romantiche dall'abito in tonalità pastello rosa e bianco e calzettoni di cotone in stile baby, pochette bonton e orsetti di pezza, e negli Aristocratic Gothic Lolita, pubblico unisex dall'abbigliamento più raffinato e elegante. In questa selva di accessori di ogni foggia, materiale e colore, è curioso notare che anche gli uomini utilizzano le borse, quelle griffate, superfashion, pensate solitamente per un pubblico femminile.
Probabilmente l'apice dell'indagine è raggiunta dal lavoro di Stefano De Luigi, non nuovo in tema di reportage in paesi ‘difficili’. La sua ricerca si è svolta tra il nord e il sud di Teheran, tra le donne ‘imperfettamente’ velate con borse sgargianti e firmate, e tra quelle che garantiscono la ‘sicurezza morale nella società’, con le borse nascoste sotto i veli neri. Sono immagini attualissime, scattate nel momento in cui la polizia iraniana controllava a tappeto l'abbigliamento femminile: un milione di donne fermate e 10mila processate a causa di capelli visibili, troppo make-up o non sufficientemente vestite per non creare insicurezza negli spazi pubblici. Un numero impressionante, che non nasconde tuttavia il fatto che alcuni cambiamenti sembrano già in atto.
Il quinto fotografo, Riccardo Venturi narra un paese ricco di contrasti e di bellezze naturali, la Namibia, attraverso le immagini di alcuni dei suoi abitanti, gli Himba e gli Herero. Sono immagini poetiche, calde e colorate, in cui i contenitori tradizionali per l'acqua, per il cibo e per trasportare i bambini si affiancano a moderni zainetti. Il segno di culture che si fondono, si contaminano, seppure in ambienti che mantengono inalterati i loro tratti originali. Il senso della mostra è quindi quello di far riuscire a parlare della borsa non solo in quanto oggetto, ma caricandolo di significati affettivi e sensoriali in grado di generare emozioni che verranno sperimentate direttamente dalle persone che visiteranno la mostra. Il reportage ha prodotto dieci fotografie per ogni fotografo, per un totale di cinquanta immagini che verranno collocate negli spazi espositivi della Galleria dell'Architettura allestiti da Massimo Cavalli.
Successivamente, una sintesi della mostra verrà esposta in modo itinerante presso i negozi monomarca Francesco Biasia presenti nelle più importanti piazze internazionali della moda.
Il catalogo (in italiano e inglese) sarà disponibile presso il bookshop della Triennale, nei negozi Francesco Biasia e nei principali bookstores internazionali.
L'azienda vicentina ha voluto in questo modo evidenziare la propria attenzione nei confronti della storia e delle tradizioni, la predilezione per l’arte e il design e la capacità di individuare le nuove tendenze.
Questo progetto, affidato a dolp_dove osano le parole, parte da un lavoro di analisi del dna dell'azienda al fine di conoscere le sue caratteristiche più interessanti e farle risaltare attraverso lo strumento di comunicazione culturale più idoneo. Sono stati quindi intervistati tutti i principali protagonisti di questi trent'anni rievocando le fasi iniziali, fissando le tappe principali ed individuando le svolte decisive dello sviluppo dell'azienda. Il risultato di quest'analisi è stato successivamente messo a confronto con la struttura del territorio in cui si è sviluppata l'azienda, nel tentativo di individuare quali fattori esterni, sociali e economici, l'abbiano influenzata. Il risultato di questa ricerca è stato raccolto in una monografia aziendale a cura di Martina Rini Cavalli e foto di Tommaso Bonaventura (agenzia Contrasto). Il testo di introduzione sul fenomeno del Nord Est è stato curato da Federico Ferraro, responsabile Area studi sociali – Fondazione Nord Est Venezia.
La Francesco Biasia, fin dalle prime campagne pubblicitarie degli anni Novanta, ha evidenziato una particolare predisposizione nei confronti dell'arte fotografica decidendo di affidare la propria comunicazione a fotografi di spicco nella moda, tra cui Paolo Zambaldi, Jean Baptiste Mondino, Terry Richardson e Regan Cameron. Per questo motivo, si è scelto di utilizzare la fotografia come strumento con cui sviluppare il progetto culturale: un'indagine sulle culture, i costumi e le società di alcuni paesi condotta attraverso immagini che documentassero come l'accessorio-borsa viene utilizzato, indossato e vissuto nel mondo. Si sono scelte come nazioni Italia, Colombia, Giappone, Iran e Namibia per studiare cinque diverse, e contrastanti, aree geografiche. Cinque fotografi dell'agenzia Contrasto - Francesco Cocco, Fabio Cuttica, Daniele Dainelli, Stefano De Luigi, Riccardo Venturi, - hanno raccontano le molteplici valenze della borsa, cogliendola sia sotto forma di ‘semplice’ accessorio (evidenziando il materiale, la forma, il contenuto), sia sotto forma di messaggio, un oggetto da esibire che sottintende alla personalità di chi lo porta. Ne è scaturito un interessante spaccato sociale.
Francesco Cocco, osservando le borse che ‘sfilavano’ in occasione del Fuori Salone di Milano, è riuscito a fissare il fermento, il dinamismo, l'internazionalità di quei giorni, in un'atmosfera senza tempo e senza spazio che caratterizza i luoghi elevati a crocevia culturali.
Fabio Cuttica si è invece concentrato sugli Arhuacos, un gruppo etnico amerindio che vive nell'estremo nord della Colombia. Seguendo un loro rappresentante, Wilbert Mestre, incaricato della commercializzazione del loro prezioso ‘caffè de la Sierra’, Cuttica ha raccontato come questa etnia si sia organizzata per riconquistare le loro terre sacre, usurpate prima dai conquistatori spagnoli e poi dai vari coloni. Nelle loro mochilas, le borse in fibra d'agave fabbricate dalle donne e decorate con disegni i cui colori simbolizzano gli elementi naturali da mantenere in costante equilibrio, conservano i loro pochi averi e il poporo - un piccolo recipiente di zucca nel quale è contenuta la polvere di calce da mischiare al grumo di foglie di coca.
Gli scatti di Daniele Dainelli ci trasportano invece nella frenesia, nel ritmo, nella creatività delle affollate strade di Tokyo, dove capita di imbattersi nelle Classic Gothic Lolita, ragazze che ricordano bambole di porcellana in stile vittoriano, nelle Elegant Gothic Lolita, creature romantiche dall'abito in tonalità pastello rosa e bianco e calzettoni di cotone in stile baby, pochette bonton e orsetti di pezza, e negli Aristocratic Gothic Lolita, pubblico unisex dall'abbigliamento più raffinato e elegante. In questa selva di accessori di ogni foggia, materiale e colore, è curioso notare che anche gli uomini utilizzano le borse, quelle griffate, superfashion, pensate solitamente per un pubblico femminile.
Probabilmente l'apice dell'indagine è raggiunta dal lavoro di Stefano De Luigi, non nuovo in tema di reportage in paesi ‘difficili’. La sua ricerca si è svolta tra il nord e il sud di Teheran, tra le donne ‘imperfettamente’ velate con borse sgargianti e firmate, e tra quelle che garantiscono la ‘sicurezza morale nella società’, con le borse nascoste sotto i veli neri. Sono immagini attualissime, scattate nel momento in cui la polizia iraniana controllava a tappeto l'abbigliamento femminile: un milione di donne fermate e 10mila processate a causa di capelli visibili, troppo make-up o non sufficientemente vestite per non creare insicurezza negli spazi pubblici. Un numero impressionante, che non nasconde tuttavia il fatto che alcuni cambiamenti sembrano già in atto.
Il quinto fotografo, Riccardo Venturi narra un paese ricco di contrasti e di bellezze naturali, la Namibia, attraverso le immagini di alcuni dei suoi abitanti, gli Himba e gli Herero. Sono immagini poetiche, calde e colorate, in cui i contenitori tradizionali per l'acqua, per il cibo e per trasportare i bambini si affiancano a moderni zainetti. Il segno di culture che si fondono, si contaminano, seppure in ambienti che mantengono inalterati i loro tratti originali. Il senso della mostra è quindi quello di far riuscire a parlare della borsa non solo in quanto oggetto, ma caricandolo di significati affettivi e sensoriali in grado di generare emozioni che verranno sperimentate direttamente dalle persone che visiteranno la mostra. Il reportage ha prodotto dieci fotografie per ogni fotografo, per un totale di cinquanta immagini che verranno collocate negli spazi espositivi della Galleria dell'Architettura allestiti da Massimo Cavalli.
Successivamente, una sintesi della mostra verrà esposta in modo itinerante presso i negozi monomarca Francesco Biasia presenti nelle più importanti piazze internazionali della moda.
Il catalogo (in italiano e inglese) sarà disponibile presso il bookshop della Triennale, nei negozi Francesco Biasia e nei principali bookstores internazionali.
L'azienda vicentina ha voluto in questo modo evidenziare la propria attenzione nei confronti della storia e delle tradizioni, la predilezione per l’arte e il design e la capacità di individuare le nuove tendenze.
21
settembre 2007
Quello che le borse raccontano
Dal 21 al 30 settembre 2007
fotografia
Location
TRIENNALE – PALAZZO DELL’ARTE
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Milano, Viale Emilio Alemagna, 6, (Milano)
Orario di apertura
10.30 - 20.30, chiuso il lunedì
Vernissage
21 Settembre 2007, su invito