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Diamante Faraldo – A nord del futuro
Il lavoro di Diamante Faraldo ci avvolge in un’oscurità che richiede di essere contemplata, in cui la realtà si riduce, si riflette su se stessa, si nasconde dietro una lente che la deforma
Comunicato stampa
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Venerdì 21 settembre 2007 alle 18.30 la Galleria Nina Lumer inaugura la personale di Diamante Faraldo A nord del futuro.
Fa’ che il tuo occhio nella stanza sia un cero, lo sguardo un lucignolo, fammi essere cieco quel tanto da mettergli fuoco...Sono parole di Paul Celan, la cui profondità e poeticità sono rese visivamente ed emotivamente esplicite dall’opera di Diamante Faraldo. Andare verso l’oscurità attraverso ciò che è ancora più oscuro ed ignoto. Il lavoro di Diamante Faraldo ci avvolge in un’oscurità che richiede di essere contemplata, in cui la realtà si riduce, si riflette su se stessa, si nasconde dietro una lente che la deforma. L’artista fissa le sue sensazioni ed emozioni in una forma immobile, scultorea, che permette l’estrazione di caratteristiche visive immutabili e rassicuranti. La contemplazione, il soffermare lo sguardo a lungo sulle cose, è una delle essenze fondamentali del lavoro di Faraldo, è una sorta di permanenza nel buio. Apprezzare le sue opere è come entrare improvvisamente nel buio di un ambiente dove si è ciechi nell’impossibilità di riconoscere contorni e forme. Solo attraverso la dilatazione del tempo di osservazione gli oggetti incominciano ad emergere dall’oscurità. E’ soltanto attraverso la contemplazione che i suoi lavori possono parlare a chi li osserva. E’ solo guardando ad occhi chiusi che si riesce a vedere ciò che si ha dentro e si riesce a raggiungere ciò che è imprigionato nel più profondo. Nel suo lavoro riconosciamo i nostri archetipi più intimi ed interiori. La sua opera rappresenta una sorta di genesi di quella forma che “è nelle sue figure ciò che essa è in noi un tramite per comunicarci delle idee, delle sensazioni, un’immensa poesia” (H. De Balzac).
“Il vedere diviene quindi riconoscere che per me significa dare nuovo vigore alle cose” sono parole di Faraldo che ridefiniscono, oltre al ruolo dell’artista, lo stretto legame tra estetica ed etica. L’artista non solo mette in scena la sua visione del mondo ma in qualche modo contribuisce a determinare una visione del mondo, attraverso un linguaggio che vada oltre il tempo, che parli del tempo e che al tempo dia una direzione.
Così in mostra, alla galleria Nina Lumer, nove disegni nascosti da una lente che li deforma, un’acquasantiera di marmo nero riempita di petrolio, un’enorme mappa della terra che si rispecchia nell’acqua, tutto a testimoniare della malinconia di un mondo che riflette su se stesso.
Fa’ che il tuo occhio nella stanza sia un cero, lo sguardo un lucignolo, fammi essere cieco quel tanto da mettergli fuoco...Sono parole di Paul Celan, la cui profondità e poeticità sono rese visivamente ed emotivamente esplicite dall’opera di Diamante Faraldo. Andare verso l’oscurità attraverso ciò che è ancora più oscuro ed ignoto. Il lavoro di Diamante Faraldo ci avvolge in un’oscurità che richiede di essere contemplata, in cui la realtà si riduce, si riflette su se stessa, si nasconde dietro una lente che la deforma. L’artista fissa le sue sensazioni ed emozioni in una forma immobile, scultorea, che permette l’estrazione di caratteristiche visive immutabili e rassicuranti. La contemplazione, il soffermare lo sguardo a lungo sulle cose, è una delle essenze fondamentali del lavoro di Faraldo, è una sorta di permanenza nel buio. Apprezzare le sue opere è come entrare improvvisamente nel buio di un ambiente dove si è ciechi nell’impossibilità di riconoscere contorni e forme. Solo attraverso la dilatazione del tempo di osservazione gli oggetti incominciano ad emergere dall’oscurità. E’ soltanto attraverso la contemplazione che i suoi lavori possono parlare a chi li osserva. E’ solo guardando ad occhi chiusi che si riesce a vedere ciò che si ha dentro e si riesce a raggiungere ciò che è imprigionato nel più profondo. Nel suo lavoro riconosciamo i nostri archetipi più intimi ed interiori. La sua opera rappresenta una sorta di genesi di quella forma che “è nelle sue figure ciò che essa è in noi un tramite per comunicarci delle idee, delle sensazioni, un’immensa poesia” (H. De Balzac).
“Il vedere diviene quindi riconoscere che per me significa dare nuovo vigore alle cose” sono parole di Faraldo che ridefiniscono, oltre al ruolo dell’artista, lo stretto legame tra estetica ed etica. L’artista non solo mette in scena la sua visione del mondo ma in qualche modo contribuisce a determinare una visione del mondo, attraverso un linguaggio che vada oltre il tempo, che parli del tempo e che al tempo dia una direzione.
Così in mostra, alla galleria Nina Lumer, nove disegni nascosti da una lente che li deforma, un’acquasantiera di marmo nero riempita di petrolio, un’enorme mappa della terra che si rispecchia nell’acqua, tutto a testimoniare della malinconia di un mondo che riflette su se stesso.
21
settembre 2007
Diamante Faraldo – A nord del futuro
Dal 21 settembre al 10 novembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA NINA DUE
Milano, Via Carlo Botta, 8, (Milano)
Milano, Via Carlo Botta, 8, (Milano)
Orario di apertura
martedì-venerdì 15–19.30; sabato 22 e domenica 23 settembre dalle 12 alle 21
Vernissage
21 Settembre 2007, ore 18.30
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