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Marcello Maloberti – Tagadà
TAGADÀ è un’atmosfera sospesa e circolare, che vive nella stratificazione di temperature emozionali e richiami della collettività: nel momento della festa, della vertigine del sogno e del caos
Comunicato stampa
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TAGADÀ è un’atmosfera sospesa e circolare, che vive nella stratificazione di temperature
emozionali e richiami della collettività: nel momento della festa, della vertigine del sogno e del caos.
TAGADÀ emerge dalla sovrapposizione di diversi linguaggi, è la somma di tutte le situazioni che contemporaneamente si animano nell’assenza di un palcoscenico e di un unico punto di vista.
La coralità delle interferenze degli elementi coinvolti, abita lo spazio senza un disegno drammaturgico,
E’ la casualità di ciò che accade lo stato di perdita di controllo che passa il suo senso di vitalità.”(Marcello Maloberti)
Ossessivo. Ossessionato. Serio. Buono, almeno così vorrebbe essere percepito e amato. In realtà maligno.
Ossessionato per la performance. A tutti i costi. Del resto se ne fotte. Indiani, vecchine: pura materia plastica per i suoi interessi esibizionisti.
Marcello tiene duro. Come un vichingo convinto di aver scoperto l'america ma cui in realtà interessava solo tornare a casa.
Senza senso. Gioiosamente inutile. Che è poi la cosa che affascina della performance, e dalla sua in particolare. II suo essere fuori regime, imperdibile e senza valore.
E poi c'è la questione del culto del fisico, il suo e quello maschile in generale.
Disperatamente cerchiamo di interpretare qualcosa di apparentemente quotidiano, o casalingo. ma che non appartiene più a nessuno. Perché in fondo è artistico, qualunque cosa voglia dire oramai. E appartiene a pochi.
Perché è performance in quanto ready made di comportamenti.
Ma anche performance come estremo tentativo di restare aggrappati all'improbabile. Ma coi piedi piantati nel terreno.
Consapevoli della retorica. Consapevoli che l'unica cosa che può davvero testimoniare non è mai il dolore degli altri, ma solo il proprio.
Durante una performance è come se stessimo sempre in attesa.
Forse stiamo ancora aspettando qualcosa dalla performance in generale.
Ed è li che dobbiamo imparare, da Maloberti soprattutto.
Non c'è da nulla che succederà e niente da attendere.
E' questo il punto. Imparare a prendere gioiosamente quel che sembra appena prima di, ma che invece è non e sarà più.
Marcello! Marcello!
(Carlo Antonelli e Andrea Lissoni)
Marcello Maloberti nasce nel 1966 a Codogno (Lodi). Vive e lavora tra Milano e Lisbona. Nel suo lavoro la curiosità e la capacità di lasciarsi affascinare dalle storie e dai visi delle persone incontrate gli hanno permesso di dare vita ad un mondo coinvolgente e denso di significati, che lo ha reso una delle voci più interessanti e forti all’interno del dibattito artistico contemporaneo. Annoverato dalla critica come uno dei maggiori artisti italiani contemporanei, Marcello Maloberti si esprime attraverso la fotografia, le video installazioni fino alle performance ed agli interventi pubblici.
emozionali e richiami della collettività: nel momento della festa, della vertigine del sogno e del caos.
TAGADÀ emerge dalla sovrapposizione di diversi linguaggi, è la somma di tutte le situazioni che contemporaneamente si animano nell’assenza di un palcoscenico e di un unico punto di vista.
La coralità delle interferenze degli elementi coinvolti, abita lo spazio senza un disegno drammaturgico,
E’ la casualità di ciò che accade lo stato di perdita di controllo che passa il suo senso di vitalità.”(Marcello Maloberti)
Ossessivo. Ossessionato. Serio. Buono, almeno così vorrebbe essere percepito e amato. In realtà maligno.
Ossessionato per la performance. A tutti i costi. Del resto se ne fotte. Indiani, vecchine: pura materia plastica per i suoi interessi esibizionisti.
Marcello tiene duro. Come un vichingo convinto di aver scoperto l'america ma cui in realtà interessava solo tornare a casa.
Senza senso. Gioiosamente inutile. Che è poi la cosa che affascina della performance, e dalla sua in particolare. II suo essere fuori regime, imperdibile e senza valore.
E poi c'è la questione del culto del fisico, il suo e quello maschile in generale.
Disperatamente cerchiamo di interpretare qualcosa di apparentemente quotidiano, o casalingo. ma che non appartiene più a nessuno. Perché in fondo è artistico, qualunque cosa voglia dire oramai. E appartiene a pochi.
Perché è performance in quanto ready made di comportamenti.
Ma anche performance come estremo tentativo di restare aggrappati all'improbabile. Ma coi piedi piantati nel terreno.
Consapevoli della retorica. Consapevoli che l'unica cosa che può davvero testimoniare non è mai il dolore degli altri, ma solo il proprio.
Durante una performance è come se stessimo sempre in attesa.
Forse stiamo ancora aspettando qualcosa dalla performance in generale.
Ed è li che dobbiamo imparare, da Maloberti soprattutto.
Non c'è da nulla che succederà e niente da attendere.
E' questo il punto. Imparare a prendere gioiosamente quel che sembra appena prima di, ma che invece è non e sarà più.
Marcello! Marcello!
(Carlo Antonelli e Andrea Lissoni)
Marcello Maloberti nasce nel 1966 a Codogno (Lodi). Vive e lavora tra Milano e Lisbona. Nel suo lavoro la curiosità e la capacità di lasciarsi affascinare dalle storie e dai visi delle persone incontrate gli hanno permesso di dare vita ad un mondo coinvolgente e denso di significati, che lo ha reso una delle voci più interessanti e forti all’interno del dibattito artistico contemporaneo. Annoverato dalla critica come uno dei maggiori artisti italiani contemporanei, Marcello Maloberti si esprime attraverso la fotografia, le video installazioni fino alle performance ed agli interventi pubblici.
21
settembre 2007
Marcello Maloberti – Tagadà
Dal 21 settembre al 17 novembre 2007
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
GALLERIA RAFFAELLA CORTESE
Milano, Via Alessandro Stradella, 1, 4 e 7, (Milano)
Milano, Via Alessandro Stradella, 1, 4 e 7, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15.00-19.30 e su appuntamento
Vernissage
21 Settembre 2007, venerdi 21 e sabato 22 settembre ore 18-21performance di Marcello Maloberti
Autore