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Franco Batacchi – Nuova Venere Italica
Da molti anni Franco Batacchi riscrive, intagliata in un ciclo pittorico imperniato su Venere, la storia della donna
Comunicato stampa
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Da molti anni Franco Batacchi riscrive, intagliata in un ciclo pittorico imperniato su Venere, la storia della donna. Luogo intrigante e controverso che l’arte ha studiato nei secoli in molte forme a partire da un’epoca lontanissima, quando la Dea Madre era suprema regolatrice dell’armonia del mondo.
Ai primordi della terra il potere femminile è quello ereditato da Gea. Distinta dagli altri dei, è loro superiore e ogni donna nella maternità ne rinnova la forza immane. La figura della madre di tutti i viventi è rappresentata in ogni religione sia politeista che monoteista. È qui che si innesta la ricerca di Batacchi. Va subito detto che la sua particolare ricostruzione ha come base di partenza l’origine degli uomini. Il primo simbolo assimilabile all’immagine della Grande Madre risale all’era neolitica. Questa figura resterà di portata cosmica e attraverserà tutti i tempi e le culture. Oggi Batacchi si chiede quanto del divino le donne portino ancora in grembo, quanto possano sugli uomini. Gli dei sono scomparsi, storicamente le religioni monoteiste hanno trionfato quasi ovunque e le dee? Batacchi sostiene che almeno una si è salvata unificando in sé gli antichi poteri delle molte che ora non sono più. Per dare sostanza alla sua dea recuperata l’artista rispolvera il mito e regala a questa nuova creatura all’incrocio fra cielo e terra una doppia valenza, quella che nell’infanzia del genere umano faceva di Afrodite (divenuta poi la Venere italica) la portatrice del diritto naturale assoluto, mentre in un secondo periodo allo stato nascente della società eleggeva Démetra a protettrice del diritto materno e coniugale.
La dominante di tutti i lavori di Batacchi sulla Venere è la figura acefala in cui i segni della femminilità sono evidentissimi. La mancanza della testa e quindi di un volto dà a questo simulacro l’importanza antica di cui l’artista ha bisogno per sostenere la propria tesi: la donna è l’elemento-simbolo che delimita il crinale tra il sacro e il profano. Si può cogliere nei lavori di Batacchi la rievocazione della strada percorsa dagli uomini giunti alla parola attraverso il gesto. Il gesto è quello che conduce il maschio alla ricerca insieme animale e sublime della femmina: la parola ne è il frutto. Si è visto nell’accanimento dell’artista su questo tema una sorta di tragica lotta sessuale dell’uomo nei confronti della sua compagna; invece si tratta di una sorta di confessione dell’amore nutrito per lei e insieme dell’incapacità di comprenderne il mistero.
Anna Caterina Bellati
Ai primordi della terra il potere femminile è quello ereditato da Gea. Distinta dagli altri dei, è loro superiore e ogni donna nella maternità ne rinnova la forza immane. La figura della madre di tutti i viventi è rappresentata in ogni religione sia politeista che monoteista. È qui che si innesta la ricerca di Batacchi. Va subito detto che la sua particolare ricostruzione ha come base di partenza l’origine degli uomini. Il primo simbolo assimilabile all’immagine della Grande Madre risale all’era neolitica. Questa figura resterà di portata cosmica e attraverserà tutti i tempi e le culture. Oggi Batacchi si chiede quanto del divino le donne portino ancora in grembo, quanto possano sugli uomini. Gli dei sono scomparsi, storicamente le religioni monoteiste hanno trionfato quasi ovunque e le dee? Batacchi sostiene che almeno una si è salvata unificando in sé gli antichi poteri delle molte che ora non sono più. Per dare sostanza alla sua dea recuperata l’artista rispolvera il mito e regala a questa nuova creatura all’incrocio fra cielo e terra una doppia valenza, quella che nell’infanzia del genere umano faceva di Afrodite (divenuta poi la Venere italica) la portatrice del diritto naturale assoluto, mentre in un secondo periodo allo stato nascente della società eleggeva Démetra a protettrice del diritto materno e coniugale.
La dominante di tutti i lavori di Batacchi sulla Venere è la figura acefala in cui i segni della femminilità sono evidentissimi. La mancanza della testa e quindi di un volto dà a questo simulacro l’importanza antica di cui l’artista ha bisogno per sostenere la propria tesi: la donna è l’elemento-simbolo che delimita il crinale tra il sacro e il profano. Si può cogliere nei lavori di Batacchi la rievocazione della strada percorsa dagli uomini giunti alla parola attraverso il gesto. Il gesto è quello che conduce il maschio alla ricerca insieme animale e sublime della femmina: la parola ne è il frutto. Si è visto nell’accanimento dell’artista su questo tema una sorta di tragica lotta sessuale dell’uomo nei confronti della sua compagna; invece si tratta di una sorta di confessione dell’amore nutrito per lei e insieme dell’incapacità di comprenderne il mistero.
Anna Caterina Bellati
22
settembre 2007
Franco Batacchi – Nuova Venere Italica
Dal 22 settembre al 13 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN LORENZO
Milano, Via Giuseppe Sirtori, 31, (Milano)
Milano, Via Giuseppe Sirtori, 31, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19
Vernissage
22 Settembre 2007, ore 18.00
Sito web
www.bellatieditore.com
Autore
Curatore