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Monica Marioni
Una selezione di opere tratte dalla sua più recente produzione, a cura della Capricorno Gallery
Comunicato stampa
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Il giorno 13 ottobre 2007 (dalle ore 18.00), presso il Castello di Lupinari – che ha collaborato attivamente all’iniziativa - dopo i riconoscimenti che la sua ricerca visiva ha raccolto in Italia e all’estero, Monica Marioni presenta una selezione di opere tratte dalla sua più recente produzione, a cura della Capricorno Gallery (uno degli spazi espositivi più interessanti del visivo contemporaneo, con sedi a Capri e a Washington DC). Nella meravigliosa cornice del castello, unico esempio di archittettura rurale realizzato agli inizi del secolo scorso dal celebre architetto Coppedè, e in un ambiente altamente suggestivo, dove forti sono gli echi di un passato legato alla vita dell’antica aristocrazia terriera toscana, l’artista vicentina attende tutti coloro che vorranno intervenire per un delizioso cocktail, durante il quale avrà il piacere di annunciare la prossima personale, in programma per dicembre 2007 a Washington DC (USA).
La mostra
Le tele della Marioni, “coacervo poroso di dune e iuta e colli di stoffe”, racchiudono il valore del gesto e rivelano l’espressione di una sensibilità tutta femminile e di una spiritualità in sintonia con il nostro tempo. Ecco allora che cromati tubi metallici, collane, cerniere, sassi, ritagli di giornale, perdono la loro materialità diventando icone di un’arte che, pur sortendo effetti personalissimi, ricorda Soutine, Fautrier, e pure gli aspetti più persuasivi del Nouveau Réalisme. Sono sintesi fortemente materiche che mettono a segno un universo della memoria dove tutto si permea della vitalità dell’artista e dove non c’è nulla di convenzionale e di prevedibile. Trattasi, infatti, di elaborazioni originali di notevole appeal estetico che costituiscono una seduzione dello sguardo e una irrinunciabile riflessione per la mente.
Opere di Monica Marioni: estratti in catalogo
Materia e spirito di Antonina Zaru
Una ricerca visiva di grande forza iconografica e di profonda poesia quella dell’artista vicentina, un “crogiuolo sensuale e concreto di segni e di materie, [in cui] non c’è solo l’orma fertile di Burri, ma una collana infinita di rimandi e citazioni”. Perché quello di Marioni è un lavoro di grande impatto emotivo che […] combina elementi di pura ricerca visiva [alla] lezione dei grandi sperimentatori del visivo contemporaneo. Prima di tutto [quella di] Alberto Burri [ma anche quella] di Jean Fautrier, per esempio […] e, ancor più evidente, l’influenza determinante di Antoni Tàpies.
Il corpo, le cose di Corrado Morra
Tele, assemblages. La fisicità istintiva e sensuale dell’Informale, echi di Nouveau Réalisme, brandelli di quotidiano (catenelle, decori, gioie, metalli, collane, collage…) quali prodromi di una femminilità che, dalla sineddoche martoriata del frammento, restituiscono il fardello della pesante condizione di vivere. Opere come reperti. E speranze. E memorie. Silenzi, certo. Violati, tosto, dal passo improvviso del cuore innamorato. Poi, di nuovo il silenzio. Il cupo cuore di pece della malinconia e, infine, l’accesa baldanza dei colori di terra e dei sorrisi […]. In Marioni il potere simbolico della materia come memoria sensoriale racconta della sua profonda compromissione con il sensuale anche quando, in absentia, allude direttamente all’evidenza del corpo.
Nota biografica
Monica Marioni, classe ’72, è nata a Conegliano Veneto (Treviso), ma si è trasferita ben presto con la famiglia nel vicentino. Qui ha dedicato gli anni della formazione sia a studi di indirizzo artistico sia a quelli di scienze statistiche e alla matematica (“scrigno di infiniti mondi creativi”).
Laureatasi nel 1999, entra nella holding di famiglia, ma persevera nella sua ricerca visiva ed espressiva aggiornandosi sulle tecniche di costruzione dell’immagine con quegli esiti felici che le consentono di distinguersi in collettive importanti. L’artista ha partecipato a diverse mostre in Italia e all’estero, la più recente delle quali è un’importante esposizione a Palazzo Crispi di Napoli del dicembre 2006. Le sue opere sono già in prestigiose collezioni private e pubbliche in Europa, negli Stati Uniti, Malesia e Corea.
La mostra
Le tele della Marioni, “coacervo poroso di dune e iuta e colli di stoffe”, racchiudono il valore del gesto e rivelano l’espressione di una sensibilità tutta femminile e di una spiritualità in sintonia con il nostro tempo. Ecco allora che cromati tubi metallici, collane, cerniere, sassi, ritagli di giornale, perdono la loro materialità diventando icone di un’arte che, pur sortendo effetti personalissimi, ricorda Soutine, Fautrier, e pure gli aspetti più persuasivi del Nouveau Réalisme. Sono sintesi fortemente materiche che mettono a segno un universo della memoria dove tutto si permea della vitalità dell’artista e dove non c’è nulla di convenzionale e di prevedibile. Trattasi, infatti, di elaborazioni originali di notevole appeal estetico che costituiscono una seduzione dello sguardo e una irrinunciabile riflessione per la mente.
Opere di Monica Marioni: estratti in catalogo
Materia e spirito di Antonina Zaru
Una ricerca visiva di grande forza iconografica e di profonda poesia quella dell’artista vicentina, un “crogiuolo sensuale e concreto di segni e di materie, [in cui] non c’è solo l’orma fertile di Burri, ma una collana infinita di rimandi e citazioni”. Perché quello di Marioni è un lavoro di grande impatto emotivo che […] combina elementi di pura ricerca visiva [alla] lezione dei grandi sperimentatori del visivo contemporaneo. Prima di tutto [quella di] Alberto Burri [ma anche quella] di Jean Fautrier, per esempio […] e, ancor più evidente, l’influenza determinante di Antoni Tàpies.
Il corpo, le cose di Corrado Morra
Tele, assemblages. La fisicità istintiva e sensuale dell’Informale, echi di Nouveau Réalisme, brandelli di quotidiano (catenelle, decori, gioie, metalli, collane, collage…) quali prodromi di una femminilità che, dalla sineddoche martoriata del frammento, restituiscono il fardello della pesante condizione di vivere. Opere come reperti. E speranze. E memorie. Silenzi, certo. Violati, tosto, dal passo improvviso del cuore innamorato. Poi, di nuovo il silenzio. Il cupo cuore di pece della malinconia e, infine, l’accesa baldanza dei colori di terra e dei sorrisi […]. In Marioni il potere simbolico della materia come memoria sensoriale racconta della sua profonda compromissione con il sensuale anche quando, in absentia, allude direttamente all’evidenza del corpo.
Nota biografica
Monica Marioni, classe ’72, è nata a Conegliano Veneto (Treviso), ma si è trasferita ben presto con la famiglia nel vicentino. Qui ha dedicato gli anni della formazione sia a studi di indirizzo artistico sia a quelli di scienze statistiche e alla matematica (“scrigno di infiniti mondi creativi”).
Laureatasi nel 1999, entra nella holding di famiglia, ma persevera nella sua ricerca visiva ed espressiva aggiornandosi sulle tecniche di costruzione dell’immagine con quegli esiti felici che le consentono di distinguersi in collettive importanti. L’artista ha partecipato a diverse mostre in Italia e all’estero, la più recente delle quali è un’importante esposizione a Palazzo Crispi di Napoli del dicembre 2006. Le sue opere sono già in prestigiose collezioni private e pubbliche in Europa, negli Stati Uniti, Malesia e Corea.
13
ottobre 2007
Monica Marioni
Dal 13 ottobre 2007 al 10 dicembre 2009
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI LUPINARI
Bucine, (Arezzo)
Bucine, (Arezzo)
Vernissage
13 Ottobre 2007, ore 18
Autore