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Cristiano Berti – Niente è troppo strano per essere vero
L’artista torinese, alla sua seconda mostra in questo spazio, espone tre nuovi lavori sul rapporto tra realtà e rappresentazione.
Comunicato stampa
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Fuorizona artecontemporanea presenta, per il primo appuntamento della nuova stagione espositiva, la personale di Cristiano Berti. L’artista torinese, alla sua seconda mostra in questo spazio, espone tre nuovi lavori sul rapporto tra realtà e rappresentazione.
Nell’opera di Berti vanno in conflitto due letture della realtà, vista da un lato come universo da classificare, ordinare, e dall’altro come scenario per la rappresentazione di paure ed esorcismi. In questa mostra l’artista torna ad occuparsi delle convenzioni del linguaggio artistico. Lo fa riproponendo, come in diverse altre occasioni negli ultimi anni, la propria indagine sul lessico della fotografia; ma anche rivolgendosi alla tecnica, più tradizionale e accademica, del modellato. Dopo aver esposto valigie smarrite e arnesi da scasso, Berti trova in un gruppo di oggetti dismessi da un laboratorio ortopedico dei perfetti simulacri della tradizione plastica occidentale ispirata al naturalismo. Nell’ installazione a parete Scuola di modellato, 24 copie di calchi positivi di gambe che hanno subìto una amputazione, databili agli anni Ottanta, si dispongono secondo una palese allusione alla retorica museale del frammento. Le superfici di resina gommosa che plasmano parti della coscia o del polpaccio appaiono più reali del “naturale” involucro dell’epidermide.
Completano la mostra un’opera fotografica che gioca con uno scorcio di un parco urbano di Ancona, lasciando lo spettatore indeciso su cosa sia reale e cosa no, e il video Silent Nights, remake 2007 di un lavoro realizzato anni fa, sorta di epifania tecnologica su un terrazzo torinese.
Tre lavori capaci di trovare nella realtà la dimensione poetica della citazione di Saul Bellow che dà il titolo alla mostra.
Cristiano Berti (Torino, 1967) ha participato alla II edizione della Biennale Internazionale di Torino, Big Social Game, diretta da M.Pistoletto (2002), al V Festival Internazionale della Fotografia di Roma ed a numerose collettive tra le quali Sexwork. Kunst Mythos Realität, Neue Gesellschaft für Bildende Kunst e Haus am Kleistpark (Berlino, 2006), Mediterranea (Bari, 2005), In Sede (Torino, 2005), ManifesTO (Torino, 2004) e Da Guarene all’Etna, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Guarene, 2003 e Palermo, 2004). Ha tenuto mostre personali alla Galleria Carbone.to in Torino (2000, 2003, 2006), alla Galleria Fuorizona Artecontemporanea di Macerata (2005) e nello Spazio AOCF58 a Roma (2002, 2004, 2006).
Nell’opera di Berti vanno in conflitto due letture della realtà, vista da un lato come universo da classificare, ordinare, e dall’altro come scenario per la rappresentazione di paure ed esorcismi. In questa mostra l’artista torna ad occuparsi delle convenzioni del linguaggio artistico. Lo fa riproponendo, come in diverse altre occasioni negli ultimi anni, la propria indagine sul lessico della fotografia; ma anche rivolgendosi alla tecnica, più tradizionale e accademica, del modellato. Dopo aver esposto valigie smarrite e arnesi da scasso, Berti trova in un gruppo di oggetti dismessi da un laboratorio ortopedico dei perfetti simulacri della tradizione plastica occidentale ispirata al naturalismo. Nell’ installazione a parete Scuola di modellato, 24 copie di calchi positivi di gambe che hanno subìto una amputazione, databili agli anni Ottanta, si dispongono secondo una palese allusione alla retorica museale del frammento. Le superfici di resina gommosa che plasmano parti della coscia o del polpaccio appaiono più reali del “naturale” involucro dell’epidermide.
Completano la mostra un’opera fotografica che gioca con uno scorcio di un parco urbano di Ancona, lasciando lo spettatore indeciso su cosa sia reale e cosa no, e il video Silent Nights, remake 2007 di un lavoro realizzato anni fa, sorta di epifania tecnologica su un terrazzo torinese.
Tre lavori capaci di trovare nella realtà la dimensione poetica della citazione di Saul Bellow che dà il titolo alla mostra.
Cristiano Berti (Torino, 1967) ha participato alla II edizione della Biennale Internazionale di Torino, Big Social Game, diretta da M.Pistoletto (2002), al V Festival Internazionale della Fotografia di Roma ed a numerose collettive tra le quali Sexwork. Kunst Mythos Realität, Neue Gesellschaft für Bildende Kunst e Haus am Kleistpark (Berlino, 2006), Mediterranea (Bari, 2005), In Sede (Torino, 2005), ManifesTO (Torino, 2004) e Da Guarene all’Etna, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Guarene, 2003 e Palermo, 2004). Ha tenuto mostre personali alla Galleria Carbone.to in Torino (2000, 2003, 2006), alla Galleria Fuorizona Artecontemporanea di Macerata (2005) e nello Spazio AOCF58 a Roma (2002, 2004, 2006).
06
ottobre 2007
Cristiano Berti – Niente è troppo strano per essere vero
Dal 06 ottobre al 15 novembre 2007
arte contemporanea
Location
FUORIZONA ARTECONTEMPORANEA
Macerata, Via Padre Matteo Ricci, 74, (Macerata)
Macerata, Via Padre Matteo Ricci, 74, (Macerata)
Orario di apertura
martedi – sabato 16:00 / 20:00
Vernissage
6 Ottobre 2007, ore 19
Autore
Curatore