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Ugo Carrega
Achille Bonito Oliva presenta a Brescia la Fondazione Berardelli, nuovo centro per l’arte contemporanea e per la poesia visiva, che dà inizio alla propria attività con una mostra dedicata a Ugo Carrega
Comunicato stampa
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Sabato 10 novembre 2007, alle 18, Achille Bonito Oliva presenta a Brescia la Fondazione Berardelli (Via Milano 107), nuovo centro per l’arte contemporanea e per la poesia visiva, che dà inizio alla propria attività con una mostra dedicata a Ugo Carrega (aperta fino al 10 gennaio 2008).
Tale iniziativa, che ha luogo in concomitanza con l’apertura presso il MART di Rovereto di un’ampia retrospettiva dal titolo La parola nell’arte (9 novembre), e di una mostra presso la Fondazione Sarenco ad Ospitaletto dal titolo Alfabeti (10 novembre), sottolinea e rimarca l’attenzione nei confronti di quelle avanguardie che hanno esplorato nel ‘900 il rapporto fra parola e immagine.
LA FONDAZIONE
La Fondazione Berardelli nasce con l’obiettivo non solo di ospitare una collezione permanente che raccoglie oltre 80 opere (destinate a diventare più di 200 entro la fine dal 2008 grazie alle donazioni di artisti e amici) dei più significativi artisti della Poesia Visiva, ma anche di diventare un vero e proprio centro espositivo e di studi dedicato a questo movimento d’avanguardia.
Nella sede di Via Milano 107, trovano spazio autori quali Sarenco, Giovanni Fontana, Ugo Carrega, Julien Blaine, Jean-François Bory, Pierre Garnier, Fernando Millán, Ladislav Novak, Paul De Vree, Hans Clavin, Eugenio Miccini, Alain Arias Misson e altri ancora.
La collezione ha iniziato a comporsi con la nascita stessa della Poesia Visiva intorno agli anni sessanta, ad opera di Paolo Berardelli, che, oggi, ha voluto fortemente promuovere la Fondazione, dedicandovi una grande sede, sviluppata su due piani, in cui trova spazio anche una biblioteca, che raccoglie oltre 6.000 fra cataloghi, riviste e pubblicazioni dedicate al movimento dagli anni 60 ad oggi.
Dopo i primi tentativi di visualizzazione della scrittura alla fine dell’800, con le sperimentazioni di Stéphane Mallarmé, che, nella commistione fra linguaggio visivo e verbale, accordava allo spazio bianco della pagina lo stesso rilievo del testo scritto, esteso visivamente e semanticamente, nessuna ricerca artistica, dal Futurismo al Dadaismo dal Surrealismo al Lettrismo a Fluxus, ha potuto prescindere dall’uso della forza sconvolgente della parola poetica.
Il continuo reciproco sconfinamento fra scrittura e immagine, si esplicita nelle parole e nelle lettere “rubate” da vari contesti (da giornali, riviste, rotocalchi) che, disposte su tela emulsionata, legno inciso, materiale acrilico, ceramica, vanno a comporre poemi-collage, ideogrammi, corsivi, geroglifici, con l’obiettivo di stimolare processi associativi inediti.
LA MOSTRA
La Fondazione dà inizio alla propria attività espositiva, che prevede annualmente cinque mostre dedicate alla Poesia Visiva, con una mostra dedicata, come scrive in catalogo Ilaria Bignotti, a: “Ugo Carrega, ovvero: il poeta e il pittore che, dalla seconda metà del Novecento ad oggi, ha saputo fondare un nuovo alfabeto creativo con il quale esprimere una personalissima avventura esistenziale, padre di un’”artescrittura” inimitabile e immediatamente riconoscibile, laddove la parola si unisce alla cosa, la mente si prolunga nella mano che traccia la forma, che segna la frase”.
Un artista che si inserisce in un movimento di cui, tuttavia, non condivide tutte le caratteristiche come la vena satirica in chiave socio-politica o l’analisi del linguaggio come messaggio, ma che ne sposa in pieno lo spirito libertario e di ricerca.
Del suo lavoro Carrega dice: “… Costantemente consapevole che ogni mio lavoro è una cellula di un organismo complesso, ho tentato e continuo a tentare di fare della poesia e della pittura un’unica cosa così che la parola sia immagine visiva, oltre che mentale, e il segno sia immagine mentale, oltre che visiva…”.
Una sessantina le opere esposte, che ne ripercorrono l’itinerario artistico, dagli anni sessanta ad oggi.
Ugo Carrega, nato a Genova Pegli nel 1935, inizia l’attività letteraria nel 1951. Convinto assertore dell’importanza della parola poetica che solo nella sua espressione visiva, fisica, trova la sua vera dimensione, pubblica nel 1958 il primo fascicolo di poesia sperimentale e visuale dal titolo: “èini”. Dopo il trasferimento a Milano, nel 1966, approfondisce la ricerca teorica sulla Poesia Visiva, elaborando il concetto di “scrittura simbiotica”, nato dall’esperienza di “TOOL: quaderni di scrittura simbiotica”, con cui si definisce quel campo della poesia sperimentale in cui agiscono pariteticamente segni di estrazione diversi.
Ha realizzato “ aaa ” con Mario Diacono, i “Quaderni di TOOL”, e il “Bollettino da dentro”. Ha diretto due numeri della rivista “ESTRA”. Ha fondato i centri culturali: Centro Suolo (1969), Centro TOOL (1971), che diventa poi Mercato del Sale (1974). Euforia Costante (1993). Nel 1988 ha costituito, anche grazie all’aiuto di Paolo Della Grazia, l’Archivio di Nuova Scrittura, oggi conservato al MART di Rovereto.
Tale iniziativa, che ha luogo in concomitanza con l’apertura presso il MART di Rovereto di un’ampia retrospettiva dal titolo La parola nell’arte (9 novembre), e di una mostra presso la Fondazione Sarenco ad Ospitaletto dal titolo Alfabeti (10 novembre), sottolinea e rimarca l’attenzione nei confronti di quelle avanguardie che hanno esplorato nel ‘900 il rapporto fra parola e immagine.
LA FONDAZIONE
La Fondazione Berardelli nasce con l’obiettivo non solo di ospitare una collezione permanente che raccoglie oltre 80 opere (destinate a diventare più di 200 entro la fine dal 2008 grazie alle donazioni di artisti e amici) dei più significativi artisti della Poesia Visiva, ma anche di diventare un vero e proprio centro espositivo e di studi dedicato a questo movimento d’avanguardia.
Nella sede di Via Milano 107, trovano spazio autori quali Sarenco, Giovanni Fontana, Ugo Carrega, Julien Blaine, Jean-François Bory, Pierre Garnier, Fernando Millán, Ladislav Novak, Paul De Vree, Hans Clavin, Eugenio Miccini, Alain Arias Misson e altri ancora.
La collezione ha iniziato a comporsi con la nascita stessa della Poesia Visiva intorno agli anni sessanta, ad opera di Paolo Berardelli, che, oggi, ha voluto fortemente promuovere la Fondazione, dedicandovi una grande sede, sviluppata su due piani, in cui trova spazio anche una biblioteca, che raccoglie oltre 6.000 fra cataloghi, riviste e pubblicazioni dedicate al movimento dagli anni 60 ad oggi.
Dopo i primi tentativi di visualizzazione della scrittura alla fine dell’800, con le sperimentazioni di Stéphane Mallarmé, che, nella commistione fra linguaggio visivo e verbale, accordava allo spazio bianco della pagina lo stesso rilievo del testo scritto, esteso visivamente e semanticamente, nessuna ricerca artistica, dal Futurismo al Dadaismo dal Surrealismo al Lettrismo a Fluxus, ha potuto prescindere dall’uso della forza sconvolgente della parola poetica.
Il continuo reciproco sconfinamento fra scrittura e immagine, si esplicita nelle parole e nelle lettere “rubate” da vari contesti (da giornali, riviste, rotocalchi) che, disposte su tela emulsionata, legno inciso, materiale acrilico, ceramica, vanno a comporre poemi-collage, ideogrammi, corsivi, geroglifici, con l’obiettivo di stimolare processi associativi inediti.
LA MOSTRA
La Fondazione dà inizio alla propria attività espositiva, che prevede annualmente cinque mostre dedicate alla Poesia Visiva, con una mostra dedicata, come scrive in catalogo Ilaria Bignotti, a: “Ugo Carrega, ovvero: il poeta e il pittore che, dalla seconda metà del Novecento ad oggi, ha saputo fondare un nuovo alfabeto creativo con il quale esprimere una personalissima avventura esistenziale, padre di un’”artescrittura” inimitabile e immediatamente riconoscibile, laddove la parola si unisce alla cosa, la mente si prolunga nella mano che traccia la forma, che segna la frase”.
Un artista che si inserisce in un movimento di cui, tuttavia, non condivide tutte le caratteristiche come la vena satirica in chiave socio-politica o l’analisi del linguaggio come messaggio, ma che ne sposa in pieno lo spirito libertario e di ricerca.
Del suo lavoro Carrega dice: “… Costantemente consapevole che ogni mio lavoro è una cellula di un organismo complesso, ho tentato e continuo a tentare di fare della poesia e della pittura un’unica cosa così che la parola sia immagine visiva, oltre che mentale, e il segno sia immagine mentale, oltre che visiva…”.
Una sessantina le opere esposte, che ne ripercorrono l’itinerario artistico, dagli anni sessanta ad oggi.
Ugo Carrega, nato a Genova Pegli nel 1935, inizia l’attività letteraria nel 1951. Convinto assertore dell’importanza della parola poetica che solo nella sua espressione visiva, fisica, trova la sua vera dimensione, pubblica nel 1958 il primo fascicolo di poesia sperimentale e visuale dal titolo: “èini”. Dopo il trasferimento a Milano, nel 1966, approfondisce la ricerca teorica sulla Poesia Visiva, elaborando il concetto di “scrittura simbiotica”, nato dall’esperienza di “TOOL: quaderni di scrittura simbiotica”, con cui si definisce quel campo della poesia sperimentale in cui agiscono pariteticamente segni di estrazione diversi.
Ha realizzato “ aaa ” con Mario Diacono, i “Quaderni di TOOL”, e il “Bollettino da dentro”. Ha diretto due numeri della rivista “ESTRA”. Ha fondato i centri culturali: Centro Suolo (1969), Centro TOOL (1971), che diventa poi Mercato del Sale (1974). Euforia Costante (1993). Nel 1988 ha costituito, anche grazie all’aiuto di Paolo Della Grazia, l’Archivio di Nuova Scrittura, oggi conservato al MART di Rovereto.
10
novembre 2007
Ugo Carrega
Dal 10 novembre 2007 al 10 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE BERARDELLI
Brescia, Via Milano, 107, (Brescia)
Brescia, Via Milano, 107, (Brescia)
Vernissage
10 Novembre 2007, ore 18
Ufficio stampa
PAOLA BISI
Autore
Curatore