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Antonella Cinelli – Dissolvenze in nero
dipinti
Comunicato stampa
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Antonella Cinelli nasce a Teramo nel 1973. Conseguita la maturità presso il Liceo Artistico si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bologna dove si diploma nel corso di pittura nell'anno 1997. E’ risultata vincitrice del Premio Celeste 2006. Vive e lavora a Bologna.
Nel testo intitolato “L’OPERA AL NERO”che accompagna le opere del catalogo, Beatrice Buscaroli scrive dell’ artista abruzzese:
“….Ecco. Le opere recenti della Cinelli colpiscono perché l’eccellente qualità pittorica, risolta spesso in modo morbido sul soggetto, oggi si arricchisce di sfumature più “spigolose” nella definizione delle espressioni, delle posture, nella rinuncia al soggetto medesimo, a volte sostituito dal feticcio che poteva rappresentarlo: una scarpa, dei trucchi, un reggiseno. Si è aggiunto alla pittura un retroterra difficilmente identificabile, fatto di intuizioni anche contraddittorie, da piccoli accenni che si affermano, negandosi un istante dopo, da un complessivo senso di certezza e incertezza, di purezza e complicità sotterranee che trasformano la lettura dell’opera in modo suadente ma radicale. La pittura della Cinelli è femminile. Da sempre. “Ghiaccio bollente” la definiva Maurizio Sciaccaluga nel 2004, il primo a valutarne la pittura nelle sue componenti più interessanti, dopo averla notata al Premio Cairo del 2003. Era una pittura da “Nove settimane e ½”, dove la dedizione della donna accontentava il desiderio dell’osservatore che così la voleva: suadente, desiderabile. Si trattava di “una finta innocenza” descritta soprattutto dai dettagli, dal nudo-non nudo, giocata “sui gesti maliziosi”, sulle pose, sull’atteggiarsi delle mani. Tuttavia, già allora, le donne di Antonella Cinelli ispiravano sì tentazione e desiderio difficilmente celabili, ma tuttavia sapevano simmetricamente tenere a distanza per la loro innata compostezza, per il loro restare immobili in una sorta di attesa e di silenzio dove tutta questa malizia, paradossalmente, evaporava in una nuvola letteraria, eterea. Già allora la donna della Cinelli, pur conscia della sua funzione femminile, denudata spesso nelle sue parti più desiderabili, non era “a disposizione”, ma semmai “naturalmente disponile”, in quanto femmina. Vicina e lontana. Nelle opere di oggi questa donna è ancora “naturalmente disponibile”, composta, silenziosa, ma la sua consapevolezza si è arricchita di movenze più esplicite, meno passive. Oggi la giovane donna fuma, guarda diretta, e la sua nudità riguarda soprattutto se stessa e la sua realtà, la sua libertà, i suoi tempi. Uscita dalla scena delle sue opere, l’artista lascia solo le scarpe, maliziosamente accoppiate ad un nastro, un reggiseno, i trucchi. Restano lì a testimoniare un rifiuto, un addio, forse anche una promessa, ma non una presenza. La sua donna è libera, e la scomparsa della seppur insolita figura maschile ne qualifica la portata assoluta del messaggio, arricchendone il significato ulteriore. Caratterizzandolo. In questo la Cinelli s‘inserisce a pieno titolo in quel contemporaneo vastissimo delle donne artiste che rivendicano con fermezza la loro autonomia e che, esattamente su questo aspetto, fondano la determinazione della loro opera.
A ulteriore dimostrazione della vastità internazionale dell’intuizione contenuta nella pittura della Cinelli, si può pensare all’artista cinese He Sen, nato nel 1968 nella provincia di Yunnan,. Ritrae donne, molto spesso donne che fumano. Anche He Sen dà loro posizioni apparentemente desiderabili, sguardi che dichiarano disponibilità più che sensualità. La critica parla delle sue donne come di “stereotipi privi di anima e intorpiditi dalla realtà, proprio come lui vede i giovani della sua epoca…le figure sono di una bellezza disarmante, ma dietro quest’apparente perfezione si nascondono paure, insicurezze e vuoto interiore.” Antonella Cinelli, al contrario, nega la vuotezza, pur accettando la paura, evidenziando probabilmente un maggiore spaesamento, più che incertezza. Lei accetta l’umano per quel che è, ma lo proietta in una situazione d’indipendenza costruttiva, mai assente, a volte sbilanciata e fuori prospettiva, mai perduta. Il taglio cinematografico di alcuni primi-piani sghembi attualizzano la portata del messaggio pittorico e lo contaminano con quello della comunicazione-spot delle immagini contemporanee: concerti, discoteche, ritrovi…..”
Di lei hanno scritto Maurizio Sciaccaluga, Beatrice Buscaroli, Chiara Argenteri, Franco Basile, Isabella Falbo, Alessandra Gregari, Antongiulio Zimarino. Tra le più recenti esposizioni ricordiamo IV PREMIO CAIRO COMMUNICATION Museo della Permanente MilanoObsesiòn Galleria Pizia Arte -Teramo Opencare Frigoriferi Milanesi-Milano "Sembra un Secolo" Premio Fabbri 2005, Fondazione del Monte Bologna " Paintspotting" Allegretti Contemporanea Torino "Profumo di Donna" Galleria il Tasso Bergamo "Sembra un Secolo "Premio Fabbri 2005 , Istituto italiano di Cultura - Shanghai" Interno notte" personale, Galleria Guidi & Schoen - Genova "Giovane figurazione" GrafiqueArtGallery - Bologna 1905-2005 cento anni Fabbri : 28 artisti interpretano un'azienda Accademia di pittura di Mosca - Mosca 2006"PREMIO CELESTE" 1a classificata per la sezione pittura, Museo Marino Marini – Firenze "Il falò delle vanità" Biale Cerruti Art Gallery - Siena "L'altro sguardo" visioni al femminile, Commenda di Prè – Genova "Opening" Libra arte contemporanea – Catania 2007 "Persistenza dell'immagine" GrafiqueArtGallery - Bologna "Acqua" Galleria Forni - Bologna "Signs" GrafiqueArtGallery – Bologna "Curve pericolose" Casa del pane – Milano a cura di Maurizio Sciaccaluga "Acqua " Palazzo Ducale- Pavullo, “ But ….women” per Pulcheria 2007 Galleria NuovoSpazio Arte Contemporanea - Piacenza
Nel testo intitolato “L’OPERA AL NERO”che accompagna le opere del catalogo, Beatrice Buscaroli scrive dell’ artista abruzzese:
“….Ecco. Le opere recenti della Cinelli colpiscono perché l’eccellente qualità pittorica, risolta spesso in modo morbido sul soggetto, oggi si arricchisce di sfumature più “spigolose” nella definizione delle espressioni, delle posture, nella rinuncia al soggetto medesimo, a volte sostituito dal feticcio che poteva rappresentarlo: una scarpa, dei trucchi, un reggiseno. Si è aggiunto alla pittura un retroterra difficilmente identificabile, fatto di intuizioni anche contraddittorie, da piccoli accenni che si affermano, negandosi un istante dopo, da un complessivo senso di certezza e incertezza, di purezza e complicità sotterranee che trasformano la lettura dell’opera in modo suadente ma radicale. La pittura della Cinelli è femminile. Da sempre. “Ghiaccio bollente” la definiva Maurizio Sciaccaluga nel 2004, il primo a valutarne la pittura nelle sue componenti più interessanti, dopo averla notata al Premio Cairo del 2003. Era una pittura da “Nove settimane e ½”, dove la dedizione della donna accontentava il desiderio dell’osservatore che così la voleva: suadente, desiderabile. Si trattava di “una finta innocenza” descritta soprattutto dai dettagli, dal nudo-non nudo, giocata “sui gesti maliziosi”, sulle pose, sull’atteggiarsi delle mani. Tuttavia, già allora, le donne di Antonella Cinelli ispiravano sì tentazione e desiderio difficilmente celabili, ma tuttavia sapevano simmetricamente tenere a distanza per la loro innata compostezza, per il loro restare immobili in una sorta di attesa e di silenzio dove tutta questa malizia, paradossalmente, evaporava in una nuvola letteraria, eterea. Già allora la donna della Cinelli, pur conscia della sua funzione femminile, denudata spesso nelle sue parti più desiderabili, non era “a disposizione”, ma semmai “naturalmente disponile”, in quanto femmina. Vicina e lontana. Nelle opere di oggi questa donna è ancora “naturalmente disponibile”, composta, silenziosa, ma la sua consapevolezza si è arricchita di movenze più esplicite, meno passive. Oggi la giovane donna fuma, guarda diretta, e la sua nudità riguarda soprattutto se stessa e la sua realtà, la sua libertà, i suoi tempi. Uscita dalla scena delle sue opere, l’artista lascia solo le scarpe, maliziosamente accoppiate ad un nastro, un reggiseno, i trucchi. Restano lì a testimoniare un rifiuto, un addio, forse anche una promessa, ma non una presenza. La sua donna è libera, e la scomparsa della seppur insolita figura maschile ne qualifica la portata assoluta del messaggio, arricchendone il significato ulteriore. Caratterizzandolo. In questo la Cinelli s‘inserisce a pieno titolo in quel contemporaneo vastissimo delle donne artiste che rivendicano con fermezza la loro autonomia e che, esattamente su questo aspetto, fondano la determinazione della loro opera.
A ulteriore dimostrazione della vastità internazionale dell’intuizione contenuta nella pittura della Cinelli, si può pensare all’artista cinese He Sen, nato nel 1968 nella provincia di Yunnan,. Ritrae donne, molto spesso donne che fumano. Anche He Sen dà loro posizioni apparentemente desiderabili, sguardi che dichiarano disponibilità più che sensualità. La critica parla delle sue donne come di “stereotipi privi di anima e intorpiditi dalla realtà, proprio come lui vede i giovani della sua epoca…le figure sono di una bellezza disarmante, ma dietro quest’apparente perfezione si nascondono paure, insicurezze e vuoto interiore.” Antonella Cinelli, al contrario, nega la vuotezza, pur accettando la paura, evidenziando probabilmente un maggiore spaesamento, più che incertezza. Lei accetta l’umano per quel che è, ma lo proietta in una situazione d’indipendenza costruttiva, mai assente, a volte sbilanciata e fuori prospettiva, mai perduta. Il taglio cinematografico di alcuni primi-piani sghembi attualizzano la portata del messaggio pittorico e lo contaminano con quello della comunicazione-spot delle immagini contemporanee: concerti, discoteche, ritrovi…..”
Di lei hanno scritto Maurizio Sciaccaluga, Beatrice Buscaroli, Chiara Argenteri, Franco Basile, Isabella Falbo, Alessandra Gregari, Antongiulio Zimarino. Tra le più recenti esposizioni ricordiamo IV PREMIO CAIRO COMMUNICATION Museo della Permanente MilanoObsesiòn Galleria Pizia Arte -Teramo Opencare Frigoriferi Milanesi-Milano "Sembra un Secolo" Premio Fabbri 2005, Fondazione del Monte Bologna " Paintspotting" Allegretti Contemporanea Torino "Profumo di Donna" Galleria il Tasso Bergamo "Sembra un Secolo "Premio Fabbri 2005 , Istituto italiano di Cultura - Shanghai" Interno notte" personale, Galleria Guidi & Schoen - Genova "Giovane figurazione" GrafiqueArtGallery - Bologna 1905-2005 cento anni Fabbri : 28 artisti interpretano un'azienda Accademia di pittura di Mosca - Mosca 2006"PREMIO CELESTE" 1a classificata per la sezione pittura, Museo Marino Marini – Firenze "Il falò delle vanità" Biale Cerruti Art Gallery - Siena "L'altro sguardo" visioni al femminile, Commenda di Prè – Genova "Opening" Libra arte contemporanea – Catania 2007 "Persistenza dell'immagine" GrafiqueArtGallery - Bologna "Acqua" Galleria Forni - Bologna "Signs" GrafiqueArtGallery – Bologna "Curve pericolose" Casa del pane – Milano a cura di Maurizio Sciaccaluga "Acqua " Palazzo Ducale- Pavullo, “ But ….women” per Pulcheria 2007 Galleria NuovoSpazio Arte Contemporanea - Piacenza
13
ottobre 2007
Antonella Cinelli – Dissolvenze in nero
Dal 13 ottobre al 12 novembre 2007
arte contemporanea
Location
ANGELA MEMOLA GRAFIQUE ART GALLERY
Bologna, Via Ferrarese, 57, (Bologna)
Bologna, Via Ferrarese, 57, (Bologna)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.30
chiuso lunedì, giovedì pomeriggio e festivi
Vernissage
13 Ottobre 2007, ore 18.30
Autore