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Massimo Stefanutti – Un infinito istante
Fotografie stenopeiche di Massimo Stefanutti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Tutte queste fotografie solamente con un buco e senza tecnologia digitale? E’ da qualche anno che il veneziano Massimo Stefanutti applica la pratica stenopeica alla propria creatività fotografica.
Abbandonate (o rifiutate) le più sofisticate macchine digitali in favore di un’apparente semplicità tecnica, Stefanutti ha iniziato – nel 2001 - una sorta di percorso iniziatico - attraverso il foro - che lo ha portato a diventare un punto di riferimento nella fotografia stenopeica contemporanea.
E la giornaliera applicazione del “foro negletto” alla realtà, gli ha stimolato interessanti riflessioni sulla filosofia che sottende a questo particolare atto creativo fotografico, esplorando in vari scritti le ragioni della differenza tra la normale fotografia e quella stenopeica.
Per cui il fotografo stenopeico è un sorta di voyeur senza limiti nel senso che deve guardare tutto quanto sta davanti alla macchina e nello stesso tempo non vede nulla di quello che la macchina (rectius: il foro) registra visivamente.
Allo stenopeico il tempo come istante non interessa: non deve confrontarsi con momenti decisivi veri o falsi che siano; capisce l’assoluta equivalenza di qualunque momento rispetto ad un altro e rivela lo stato delle cose, in una prospettiva assolutamente simbolica; opera (a causa dei tempi di esposizione spesso molto lunghi) in una situazione di tempo dilatato nella quale il passato non è ancora passato ed il presente non è del tutto presente.
Quasi una metafora della nostra esistenza.
Massimo Stefanutti (1957) vive e lavora a Venezia.
E’ socio del Circolo Fotografico La Gondola del quale è stato anche Presidente
Abbandonate (o rifiutate) le più sofisticate macchine digitali in favore di un’apparente semplicità tecnica, Stefanutti ha iniziato – nel 2001 - una sorta di percorso iniziatico - attraverso il foro - che lo ha portato a diventare un punto di riferimento nella fotografia stenopeica contemporanea.
E la giornaliera applicazione del “foro negletto” alla realtà, gli ha stimolato interessanti riflessioni sulla filosofia che sottende a questo particolare atto creativo fotografico, esplorando in vari scritti le ragioni della differenza tra la normale fotografia e quella stenopeica.
Per cui il fotografo stenopeico è un sorta di voyeur senza limiti nel senso che deve guardare tutto quanto sta davanti alla macchina e nello stesso tempo non vede nulla di quello che la macchina (rectius: il foro) registra visivamente.
Allo stenopeico il tempo come istante non interessa: non deve confrontarsi con momenti decisivi veri o falsi che siano; capisce l’assoluta equivalenza di qualunque momento rispetto ad un altro e rivela lo stato delle cose, in una prospettiva assolutamente simbolica; opera (a causa dei tempi di esposizione spesso molto lunghi) in una situazione di tempo dilatato nella quale il passato non è ancora passato ed il presente non è del tutto presente.
Quasi una metafora della nostra esistenza.
Massimo Stefanutti (1957) vive e lavora a Venezia.
E’ socio del Circolo Fotografico La Gondola del quale è stato anche Presidente
10
novembre 2007
Massimo Stefanutti – Un infinito istante
Dal 10 al 25 novembre 2007
fotografia
Location
VECCHIE CARCERI
Motta Di Livenza, Zona Pedonale Il Campazzo, 2, (Treviso)
Motta Di Livenza, Zona Pedonale Il Campazzo, 2, (Treviso)
Orario di apertura
venerdì 16.00/19.30- Sabato e domenica: 10.00/12.30 – 16.00/19.30
Vernissage
10 Novembre 2007, ore 18.00
Autore