Matteo COLLURA: “Ognuno di noi, anche se non li ha conosciuti personalmente, si sarà fatto un’idea dei personaggi ritratti presenti in questa collezione fotografica. Idea che i ritratti di Leone non smentiranno ma arricchiranno e in qualche caso addirittura completeranno, con quel pizzico di mistero che la vera fotografia sa trasmettere. E forse non è neanche il caso di ricordare che dietro ognuno di questi ritratti c’è il fotografo, c’è la sua vita spesa a ritrarre in Sicilia e altrove (ma sempre con il cuore e la mente restando in Sicilia) paesaggi con figure.

E questi paesaggi, queste figure è impossibile ora separarli da lui.”


Nunzio ZAGO: “La qualità della ricerca di Leone, fra scrupolo conoscitivo, capacità di racconto e reinvenzione fantastica, spiega perché egli sia diventato, via via, un compagno di strada dei principali intellettuali siciliani. (...) una Galleria, un pantheon prestigioso di scrittori, pittori, musicisti, attori ecc., anche non siciliani, che sono stati in Sicilia, vi hanno operato o soltanto soggiornato, magari brevemente, come il grande Borges, e che pertanto non potevano sfuggire, non sono sfuggiti, all’obiettivo insaziabile di Leone.”


Diego MORMORIO: “La mia amicizia con questo fotografo è nata dall’ammirazione per le sue immagini (...). A Leone fortunatamente manca il cinismo che contraddistingue la pratica di molti altri fotografi. Il suo modo di essere e di fotografare, mi fa venire in mente Boubat, e soprattutto quello che di Boubat dice Michel Tournier; non perché i due si somiglino stilisticamente, ma perché entrambi sono inequivocabilmente fotografi fortunatamente privi della voglia di stupire, mentre quello che fotografano rimanda sempre allo stupore della bellezza. Leone è un uomo mite che con la fotografia combatte la barbarie che non è solo dei nostri tempi. Egli è fra i pochissimi fotografi italiani in cui l’Italia migliore può specchiarsi.”