Enrico Quattrocchi, romano, ha alimentato la sua passione per la pittura fin da giovane,

anche se è solo negli ultimi anni che ha potuto dedicarsi completamente all’attività

pittorica. Con questa personale, la terza curata a partire dai primi anni Duemila, espone

circa 50 opere, alcune di grande formato, che fanno parte della sua ultima produzione.

Il pittore ha da sempre privilegiato i soggetti complessi, con sottesi messaggi d’ordine

sociale, politico ed esistenziale, di cui la mostra offre una adeguata campionatura.

Per ciò che concerne le tecniche, oltre al tradizionale olio su tela, talora “rafforzato”

con sabbia, spiccano le tecniche miste, completamente d’invenzione: pittura su legno

pressato sul quale è collocata l’immagine, dipinta a sua volta su tela e scontornata.

Scrive Stefania Severi nella presentazione in catalogo: «La pittura di Enrico

Quattrocchi è una pittura dai contenuti articolati. Egli rifugge dai repertori descrittivi,

che sono infatti rari (…), prediligendo le tematiche complesse. Il tema ricorrente e

centrale è quello dell’uomo di cui, di volta in volta, l’artista sottolinea le capacità

reattive, il modo di fruire la città contemporanea, la facoltà di dominare i propri mostri,

la presenza (o assenza) di un pensiero forte, l’identità…»