Alle porte del centro di Prato è ubicata una giovane galleria, “Eleonora D’Andrea Contemporanea” che ha da poco compiuto i suoi quattro anni di attività e che alimenta giorno dopo giorno l’interesse di un pubblico affascinato dalle possibilità di partecipare attivamente alla nascita di un collezionismo dinamico e promettente.

Nella graziosa cornice delle due salette a piano terra di una storica torretta alto medievale, la collettiva”SENZA TITOLO”, ideata e organizzata dalla galleria Eleonora D’Andrea Contemporanea, accompagna con i migliori auguri tutti i suoi visitatori verso le festività natalizie, rimanendo visitabile gratuitamente tutti i giorni nel consueto orario di apertura al pubblico ed eccezionalmente, per tutta la durata dell’esposizione, anche nei pomeriggi delle domeniche dal 01 al 23 dicembre 2007.

Il vernissage fissato per sabato 01 dicembre 2007 alle ore 17.30 vede la partecipazione straordinaria di tutti gli artisti in mostra che saranno lieti di comunicare direttamente con il pubblico in visita, accolto per l’occasione da un raffinato aperitivo a base di champagne e invitanti leccornie di stagione.

Una mostra allestita con sapiente accordo corale, senza interferenze sulla linearità della fruizione d’insieme, un piacevole sguardo a 360° sul nuovo orizzonte dell’arte contemporanea.

Gli artisti in mostra sono quasi tutti parte integrante del successo di questo audace spazio espositivo, alcuni con una carriera alle spalle ormai consolidata anche al di fuori della sede di origine, capaci di sondare ogni campo dell’arte e non solo della pittura, esattamente come era consuetudine nel Rinascimento italiano.

Le impronte geometriche di Rudy Pulcinelli, le briose pennellate di Bruno Pedrosa, le stoccate contrastanti di Fernanda Morganti, gli intensi lirismi emozionali di Eugenio Mombelli creano una cornice di estetica vaghezza contemplativa entro la quale si armonizzano gli equilibrati accenti ironici delle pitture di Matteo Cocci e della scultura di Matteo Peducci.

Ad ogni modo ciascuno a loro volta artefice di mondi di infinita poesia, sospesi tra l’originalità di linguaggi astratti ed onirici e la fisicità di forme concrete di immediata lettura e decodificazione, a metà tra il realistico e l’immaginifico, in equilibrio sul sottile filo di linguaggi d’avanguardia e registri di classica bellezza testuale.

Codici diversi, ma un’unica grande comunione: la passione che distingue la vera arte dalla bieca maschera della superficialità di intenti, che troppo spesso siamo abituati a digerire, nostro malgrado.