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Barbara Ceciliato – Argini
La rassegna presenta un ciclo di opere a tecnica mista che hanno come tema gli argini, in cui il “nastro adesivo” diventa l’elemento costruttivo del paesaggio descritto. La sua ricerca coinvolge e combina memorie, associa geometrie naturali.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Domenica 4 novembre alle ore 18.30 inaugura alla Galleria del Carbone mostra personale di Barbara Ceciliato, docente all'Accademia di Belle Arti di Bologna. La rassegna presenta un ciclo di opere a tecnica mista che hanno come tema gli argini, in cui il “nastro adesivo” diventa l’elemento costruttivo del paesaggio descritto. La sua ricerca coinvolge e combina memorie, associa geometrie naturali. La mostra, a cura di Marialivia Brunelli, ha il Patrocinio del Comune di Ferrara e della Fondazione Cassa di Risparmio e rimarrà visitabile fino al 22 novembre.
La metafisica degli argini di barbara ceciliato
di Marialivia Brunelli
Argine come confine, barriera mentale, come ricerca di definire un orizzonte che si rivela però sempre sfuggente, di oltrepassare i limiti con uno sguardo lontano, di superare i confini per andare al di là degli elementi paesaggistici che impediscono la visione, per perdersi nei territori della meditazione interiore. Le campiture cromatiche definiscono spazi dell’anima in cui si addensa il pensiero, e anche l’utilizzo del nastro di carta adesivo, a volte posto sulla tela prima della stesura pittorica, a volte mescolato a essa fino a confondersi con la superficie dipinta, è funzionale alla creazione di barriere e palizzate che dal pretesto figurativo assurgono a una dimensione astratta, eidetica.
Le suggestive tele di Barbara Ceciliato sono distillati di emozioni originati da un’immersione panica nella natura, che si è ordinata fino a raggiungere esiti di rarefatta quiescenza, che si è solidificata fino a tradursi in sottili trame geometriche: è un rigore che nasce da una full immersion totale nell’anima più intima della natura, alla ricerca delle strutture prime che regolano la vita del mondo organico.
Del resto Barbara Ceciliato sente profondamente questo legame tra arte a biologia, tanto da averne fatto spesso il perno della sua ricerca artistica e teorica. Se si osserva con attenzione la carriera dell’artista, si scopre poi che in questa serie di opere trovano una sintesi diversi altri elementi che ricorrono come costanti nella sua produzione: elementi geometrici trattati pittoricamente sono presenti nelle sue opere fin dagli anni Ottanta, mentre il concetto di barriera e l’utilizzo di carte e nastri adesivi risale agli anni Novanta, per ritornare nei lavori più recenti sotto forma di collage.
Si tratta in effetti anche in questo caso di collages cromatici, ma al di là della dimensione estetizzante è percepibile in questa ricerca di distillazione del reale un afflato mistico di sapore quasi zen.
Non a caso, ha rivelato l’artista, “forse il pittore che sento più vicino a questo mio ciclo di opere è Mark Rothko, anche se lui si spinge verso esiti ancora più sintetici ed essenziali”. Dove infatti i riferimenti figurativi sono più tenui e accennati, in quei dipinti in cui il paesaggio si sfalda nella rarefazione geometrica più regolare, nella composizione di forme rettangolari sfumate e fluttuanti, alla ricerca di sottili vibrazioni cromatiche, si sente chiaramente l’eco della color field painting di Rothko, nella comune capacità di creare nello spettatore una forte tensione emotiva derivante da una contemplazione del reale distillata da un sentimento di assoluta spiritualità e di intenso misticismo. Un misticismo non privo di conflitto: un conflitto, come scrive Jacob Baal-Teshuva a proposito di Rothko, “realizzato attraverso contrasti cromatici di grande tensione, che intensificano nel contrasto reciproco la propria valenza, proprio come attraverso il contrasto di limitare e spaziare, trattenere e librare, che Rothko definiva tragico”.
Note biografiche
Titolare di Cattedra di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove risiede e lavora. Ha insegnato all’Accademia di Brera-Milano e all’Accademia di Venezia.
Negli anni ’80 ha elaborato il suo interesse artistico sullo studio di “materia-colore-struttura” realizzando lavori pittorici con sperimentazioni di coloranti chimici. Orienta poi la sua ricerca stilistica ai confini con il design e la scultura, realizzando strutture polimateriche a bassorilievo inserite installazioni ed allestimenti ambientali.
Dal 1990 la sua indagine artistica si occupa, inoltre, del corpo umano, con opere sul tema “morte-colpa-delitto” che prediligono la carta come supporto a grandi dimensioni.
Dal 2000, interviene sui propri disegni, alterando l’aspetto tecnico di base con inserimenti plurimi di materie adesive creando nuovi scenari ipereali.
Plasma piccole sculture in terra cotta che ambienta in installazioni.
E’ presente, in campo nazionale, con mostre personali e rassegne presso enti pubblici e privati. Ha partecipato ad iniziative culturali presso centri civici, gallerie private. Sono apparsi articoli riguardanti il suo lavoro, su riviste specializzate e sui maggiori quotidiani italiani.
La metafisica degli argini di barbara ceciliato
di Marialivia Brunelli
Argine come confine, barriera mentale, come ricerca di definire un orizzonte che si rivela però sempre sfuggente, di oltrepassare i limiti con uno sguardo lontano, di superare i confini per andare al di là degli elementi paesaggistici che impediscono la visione, per perdersi nei territori della meditazione interiore. Le campiture cromatiche definiscono spazi dell’anima in cui si addensa il pensiero, e anche l’utilizzo del nastro di carta adesivo, a volte posto sulla tela prima della stesura pittorica, a volte mescolato a essa fino a confondersi con la superficie dipinta, è funzionale alla creazione di barriere e palizzate che dal pretesto figurativo assurgono a una dimensione astratta, eidetica.
Le suggestive tele di Barbara Ceciliato sono distillati di emozioni originati da un’immersione panica nella natura, che si è ordinata fino a raggiungere esiti di rarefatta quiescenza, che si è solidificata fino a tradursi in sottili trame geometriche: è un rigore che nasce da una full immersion totale nell’anima più intima della natura, alla ricerca delle strutture prime che regolano la vita del mondo organico.
Del resto Barbara Ceciliato sente profondamente questo legame tra arte a biologia, tanto da averne fatto spesso il perno della sua ricerca artistica e teorica. Se si osserva con attenzione la carriera dell’artista, si scopre poi che in questa serie di opere trovano una sintesi diversi altri elementi che ricorrono come costanti nella sua produzione: elementi geometrici trattati pittoricamente sono presenti nelle sue opere fin dagli anni Ottanta, mentre il concetto di barriera e l’utilizzo di carte e nastri adesivi risale agli anni Novanta, per ritornare nei lavori più recenti sotto forma di collage.
Si tratta in effetti anche in questo caso di collages cromatici, ma al di là della dimensione estetizzante è percepibile in questa ricerca di distillazione del reale un afflato mistico di sapore quasi zen.
Non a caso, ha rivelato l’artista, “forse il pittore che sento più vicino a questo mio ciclo di opere è Mark Rothko, anche se lui si spinge verso esiti ancora più sintetici ed essenziali”. Dove infatti i riferimenti figurativi sono più tenui e accennati, in quei dipinti in cui il paesaggio si sfalda nella rarefazione geometrica più regolare, nella composizione di forme rettangolari sfumate e fluttuanti, alla ricerca di sottili vibrazioni cromatiche, si sente chiaramente l’eco della color field painting di Rothko, nella comune capacità di creare nello spettatore una forte tensione emotiva derivante da una contemplazione del reale distillata da un sentimento di assoluta spiritualità e di intenso misticismo. Un misticismo non privo di conflitto: un conflitto, come scrive Jacob Baal-Teshuva a proposito di Rothko, “realizzato attraverso contrasti cromatici di grande tensione, che intensificano nel contrasto reciproco la propria valenza, proprio come attraverso il contrasto di limitare e spaziare, trattenere e librare, che Rothko definiva tragico”.
Note biografiche
Titolare di Cattedra di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, città dove risiede e lavora. Ha insegnato all’Accademia di Brera-Milano e all’Accademia di Venezia.
Negli anni ’80 ha elaborato il suo interesse artistico sullo studio di “materia-colore-struttura” realizzando lavori pittorici con sperimentazioni di coloranti chimici. Orienta poi la sua ricerca stilistica ai confini con il design e la scultura, realizzando strutture polimateriche a bassorilievo inserite installazioni ed allestimenti ambientali.
Dal 1990 la sua indagine artistica si occupa, inoltre, del corpo umano, con opere sul tema “morte-colpa-delitto” che prediligono la carta come supporto a grandi dimensioni.
Dal 2000, interviene sui propri disegni, alterando l’aspetto tecnico di base con inserimenti plurimi di materie adesive creando nuovi scenari ipereali.
Plasma piccole sculture in terra cotta che ambienta in installazioni.
E’ presente, in campo nazionale, con mostre personali e rassegne presso enti pubblici e privati. Ha partecipato ad iniziative culturali presso centri civici, gallerie private. Sono apparsi articoli riguardanti il suo lavoro, su riviste specializzate e sui maggiori quotidiani italiani.
04
novembre 2007
Barbara Ceciliato – Argini
Dal 04 al 22 novembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17.00-20.00; sabato e festivi 10.30-12.30 17.00-20.00 martedì chiuso
Vernissage
4 Novembre 2007, ore 18.30
Autore
Curatore