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Paul Fryer – In Loving Memory
La mostra, prodotta in collaborazione con Reconstruction, si articola intorno ad un solo lavoro, Martyr, realizzato dall’artista espressamente per lo spazio torinese. Opera di grandi dimensioni e di fattura impeccabile, Martyr si propone come una sorta di sintesi tra i territori poetici ed espressivi di Paul Fryer, dalla ricerca sulle origini della tecnologia, ai paradossi della scienza.
Comunicato stampa
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Sabato 10 novembre 2007, in occasione dell'apertura di tutte le gallerie torinesi per la "notte dell'arte", si inaugura presso Guido Costa Projects, dalle 20.30 alle 24.00, In Loving Memory, prima personale italiana dell'artista britannico Paul Fryer.
La mostra, prodotta in collaborazione con Reconstruction, si articola intorno ad un solo lavoro, Martyr, realizzato dall'artista espressamente per lo spazio torinese. Opera di grandi dimensioni e di fattura impeccabile, Martyr si propone come una sorta di sintesi tra i territori poetici ed espressivi di Paul Fryer, dalla ricerca sulle origini della tecnologia, ai paradossi della scienza. Gli stessi elementi utilizzati nel costruire l'opera - acciaio inox e cera -, testimoniano questa sintesi in cui convivono materiali apparentemente inconciliabili, entrambi ricchi di suggestioni e di storia. Il risultato è un'opera dal respiro monumentale, tenera e violenta al tempo stesso, romantica e matematica. La sua origine è un fatto di cronaca di fine ottocento, periodo esemplare per un tal genere di contraddizioni, in cui la scienza, per certi versi ancora misteriosa e arcana, iniziava a diffondersi nel mondo civilizzato come portatrice di lumi e simbolo di un avvenire perfettibile e progressivo. Protagonista è un oscuro operaio elettrico, John Feeks, impiegato, insieme a molti altri, nel compito titanico di bonificare New York dai chilometri di cavi aerei che, connettendo edificio con edificio, garantivano la prima elettrificazione della città. Un obbiettivo ingrato e pericoloso di cui la morte grottesca dell'operaio, folgorato su un palo in Broadway di fronte a centinaia di curiosi terrorizzati e impotenti, divenne monito e simbolo. John Feeks, martire del progresso, senza dubbio il più celebre tra i caduti nella rivoluzione elettrica di fine ottocento, rivive nell'opera di Paul Fryer, sorta di monumento al popolo dei lavoratori e a quanti con il loro oscuro operato, hanno contribuito al diffondersi della luce e della modernità. Scultura fortemente evocativa, in bilico tra realismo magico e alta tecnologia, Martyr si inserisce perfettamente nella tradizione artistica britannica, che sa rinnovare con grande forza e radicalità, pur dialogando coerentemente con i suoi grandi predecessori, da Mark Wallinger a Damien Hirst. La mostra di Paul Fryer completa idealmente la ricerca sulle voci più innovative ed eretiche della scultura contemporanea che Guido Costa Projects ha iniziato a proporre ormai da un paio d'anni, producendo grandi opere di Paul Etienne Lincoln, Martin Kersels e Robert Kusmirowski. In Loving Memory rimarrà aperta al pubblico in orario di galleria fino al 31 gennaio 2008. Il catalogo della mostra è disponibile in galleria.
Paul Fryer (Leeds, 1963), è un artista poliedrico, capace di confrontarsi con brillanti risultati sui più differenti territori espressivi, dalla scultura, alla pittura, all'installazione. Attivo in ambito artistico da molti anni, ha via via sperimentato linguaggi diversi, esordendo sulla scena internazionale nei primi anni '80 come musicista elettronico e performer radicale. Ha esposto in gallerie e musei in Europa e Stati Uniti. Sue opere sono presenti in alcune tra le più importanti collezioni d'arte contemporanea al mondo. Oltre che da Guido Costa Projects, Paul Fryer è rappresentato da Reconstruction a Londra e dalla galleria Julius Werner di Berlino. Questa è la sua prima personale in Italia.
La mostra, prodotta in collaborazione con Reconstruction, si articola intorno ad un solo lavoro, Martyr, realizzato dall'artista espressamente per lo spazio torinese. Opera di grandi dimensioni e di fattura impeccabile, Martyr si propone come una sorta di sintesi tra i territori poetici ed espressivi di Paul Fryer, dalla ricerca sulle origini della tecnologia, ai paradossi della scienza. Gli stessi elementi utilizzati nel costruire l'opera - acciaio inox e cera -, testimoniano questa sintesi in cui convivono materiali apparentemente inconciliabili, entrambi ricchi di suggestioni e di storia. Il risultato è un'opera dal respiro monumentale, tenera e violenta al tempo stesso, romantica e matematica. La sua origine è un fatto di cronaca di fine ottocento, periodo esemplare per un tal genere di contraddizioni, in cui la scienza, per certi versi ancora misteriosa e arcana, iniziava a diffondersi nel mondo civilizzato come portatrice di lumi e simbolo di un avvenire perfettibile e progressivo. Protagonista è un oscuro operaio elettrico, John Feeks, impiegato, insieme a molti altri, nel compito titanico di bonificare New York dai chilometri di cavi aerei che, connettendo edificio con edificio, garantivano la prima elettrificazione della città. Un obbiettivo ingrato e pericoloso di cui la morte grottesca dell'operaio, folgorato su un palo in Broadway di fronte a centinaia di curiosi terrorizzati e impotenti, divenne monito e simbolo. John Feeks, martire del progresso, senza dubbio il più celebre tra i caduti nella rivoluzione elettrica di fine ottocento, rivive nell'opera di Paul Fryer, sorta di monumento al popolo dei lavoratori e a quanti con il loro oscuro operato, hanno contribuito al diffondersi della luce e della modernità. Scultura fortemente evocativa, in bilico tra realismo magico e alta tecnologia, Martyr si inserisce perfettamente nella tradizione artistica britannica, che sa rinnovare con grande forza e radicalità, pur dialogando coerentemente con i suoi grandi predecessori, da Mark Wallinger a Damien Hirst. La mostra di Paul Fryer completa idealmente la ricerca sulle voci più innovative ed eretiche della scultura contemporanea che Guido Costa Projects ha iniziato a proporre ormai da un paio d'anni, producendo grandi opere di Paul Etienne Lincoln, Martin Kersels e Robert Kusmirowski. In Loving Memory rimarrà aperta al pubblico in orario di galleria fino al 31 gennaio 2008. Il catalogo della mostra è disponibile in galleria.
Paul Fryer (Leeds, 1963), è un artista poliedrico, capace di confrontarsi con brillanti risultati sui più differenti territori espressivi, dalla scultura, alla pittura, all'installazione. Attivo in ambito artistico da molti anni, ha via via sperimentato linguaggi diversi, esordendo sulla scena internazionale nei primi anni '80 come musicista elettronico e performer radicale. Ha esposto in gallerie e musei in Europa e Stati Uniti. Sue opere sono presenti in alcune tra le più importanti collezioni d'arte contemporanea al mondo. Oltre che da Guido Costa Projects, Paul Fryer è rappresentato da Reconstruction a Londra e dalla galleria Julius Werner di Berlino. Questa è la sua prima personale in Italia.
10
novembre 2007
Paul Fryer – In Loving Memory
Dal 10 novembre 2007 al 31 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
GUIDO COSTA PROJECTS
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 24, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Mazzini, 24, (Torino)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato, 11.00-13.00 / 15.00-19.00
Vernissage
10 Novembre 2007, dalle 20.30 alle 24.00
Sito web
www.paulfryer.net
Autore