Per la sua personale nella nuova sede della galleria, Marcello Jori presenta una serie di opere dal ciclo notturni: un nuovo capitolo nella complessa poetica artistica di Marcello Jori, dove s’intrecciano nuove relazioni e più antiche memorie, dove affiorano tracce della sua cultura di illustratore, ma dove anche si riscontrano le difficoltà di una ricerca linguistica aspra e faticosa ma incapace di rinunciare alla gioia del racconto.





“Ora, con queste nuove opere, i cieli di Marcello Jori sono tornati, è ritornato lo stesso clima, la stessa magia, lo stesso brivido poetico per un colore che sconvolge la narrazione con il proprio mistero. Sono tornate le infinite gradazioni di blu, i verdi rinascimentali e incombenti, i rossi segretamente passionali, i gialli trasparenti e sofisticati. E’ tornato un linguaggio, un clima, una poetica che ha sempre costituito la spina dorsale di questa pittura. Il nuovo ciclo di opere di Marcello Jori dedicato ai Notturni è la testimonianza di un ritrovamento, di un riconoscimento di territori già abitati, di paesaggi familiari, è la sorpresa di accenti conosciuti, linguaggi noti di una narrazione mai banalmente lineare. In effetti, tutta l’arte di Marcello Jori non ha mai rinunciato ad una perenne oscillazione del linguaggio tra addii e ritorni, un’alternanza di figure e immagini, forme e colori, che ha reso così emozionante questo racconto.



Le case continuano a rotolare nel paesaggio, si accalcano e si respingono deformando una geometria sicura, si sovrappongono generando nuovi solidi, nuovi spigoli che urtano la superficie e animano il quadro. In questo vorticoso precipitare, le linee della casa mostrano la loro origine nella geometria del cristallo, nelle sfaccettature di gioie che si abitano, che assumono volume, che racchiudono una vita. La memoria silenziosa della pietra preziosa si ravviva in una presenza luminosa, si accende un’esistenza contingente che non può più essere celata. Con la complicità della notte, nel silenzio del buio, le gioie illuminano la loro anima dando vita a città improbabili, a paesaggi contraffatti da mille ribaltamenti, a prospettive incidentate. Si confondono così e si intrecciano le luci delle case con le stelle del cielo in un precipitare notturno che tutto coinvolge e annulla.”