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Gabriele Di Matteo – Cher Tina je t’adore, je t’adore, je t’adore – Francis Picabia
È una storia improbabile quella raccontata in mostra, già anticipata nel titolo. L’artista realizza un incontro – linguistico più che storico – tra il pittore dadaista Francis Picabia e l’attrice napoletana Tina Pica, dove quest’ultima diventa immagine speculare del primo
Comunicato stampa
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Dopo la sede napoletana, la galleria annarumma404 replica con un nuovo spazio espositivo, questa volta a Milano. Per l’occasione, attesa il 15 Novembre prossimo, verrà allestita una personale di Gabriele Di Matteo alla sua seconda mostra con la galleria.
È una storia improbabile quella raccontata in mostra, già anticipata nel titolo Cher Tina je t’adore, je t’adore, je t’adore ~ Francis Picabia: l’artista realizza un incontro - linguistico più che storico - tra il pittore dadaista Francis Picabia e l’attrice napoletana Tina Pica, dove quest’ultima diventa immagine speculare del primo, identità incompleta (Pica) che trova in una sillaba (-bia) la sua realizzazione, la sua integrità. Rappresentative di questo incontro sono due dipinti che offrono un’immagine inedita dei due protagonisti: in uno infatti di grandi dimensioni (Picabia Le Batelier - olio su tela cm 200 x cm 205), l’artista francese veste i panni di un battelliere, nell’altro (Tina Pica-bia olio su tela cm 120 x cm 85) si ritrova invece l’attrice comica partenopea in elegante abito da sera come pronta ad assistere ad una prima teatrale.
A Di Matteo piacciono gli incontri impossibili perchè è attratto dall'incontro fra impossibilità e realismo, dalla possibilità di ciò che è irrealistico. Ovvero dalla coesistenza pacifica e costruttiva degli opposti.*
In questo contesto Di Matteo rimette in gioco accanto ai dipinti la sua prima opera 1 + 1 = 0. Presentata per la prima volta in Francia nel 1986 e che per l’occasione ha subito un restiling: questo teorema continua da essere applicato.
“Per arrivare attraverso il calcolo all’inesistente basta fare1+1=0. È il primitivismo futuristico che si tocca alla fine di ogni possibile sottrazione allorché si sarà giunti alla realtà essenziale pura e semplice. La ragione non potrà far altro che riprendere la logica addizionale e di fronte agli oggetti soggetti purgati dalla sottrazione non potrà che iniziare con 1+1=0. Come dire ogni combinazione tra le cose è possibile poiché ogni cosa sarà perfetta e incomunicabile: ogni cosa sarà Dio.” (G.D.M.1986)
Altre opere in mostra sono tre piccoli dipinti di nudi femminili in cui l'artista simula un gesto che fu già di Picabia. Le tre immagini sono tratte da alcuni vecchi numeri della rivista Paris Match e sono le stesse a cui Picabia si inspirò ricontestualizzandole in tre famosi dipinti. Di Matteo le ritrova e le riporta uguali all'originale.
* A. Viliani , Le peintre salue la mer- FRAC Languedoc/Roussillon
Gabriele Di Matteo (1957) Collezioni pubbliche: PAC Milano, MAMCO Givevra, FRAC Limousin, FRAC Languedoc Roussillon, FRAC Bretagne, FRAC Rhône-Alpes, Artotheque di Lione.
È una storia improbabile quella raccontata in mostra, già anticipata nel titolo Cher Tina je t’adore, je t’adore, je t’adore ~ Francis Picabia: l’artista realizza un incontro - linguistico più che storico - tra il pittore dadaista Francis Picabia e l’attrice napoletana Tina Pica, dove quest’ultima diventa immagine speculare del primo, identità incompleta (Pica) che trova in una sillaba (-bia) la sua realizzazione, la sua integrità. Rappresentative di questo incontro sono due dipinti che offrono un’immagine inedita dei due protagonisti: in uno infatti di grandi dimensioni (Picabia Le Batelier - olio su tela cm 200 x cm 205), l’artista francese veste i panni di un battelliere, nell’altro (Tina Pica-bia olio su tela cm 120 x cm 85) si ritrova invece l’attrice comica partenopea in elegante abito da sera come pronta ad assistere ad una prima teatrale.
A Di Matteo piacciono gli incontri impossibili perchè è attratto dall'incontro fra impossibilità e realismo, dalla possibilità di ciò che è irrealistico. Ovvero dalla coesistenza pacifica e costruttiva degli opposti.*
In questo contesto Di Matteo rimette in gioco accanto ai dipinti la sua prima opera 1 + 1 = 0. Presentata per la prima volta in Francia nel 1986 e che per l’occasione ha subito un restiling: questo teorema continua da essere applicato.
“Per arrivare attraverso il calcolo all’inesistente basta fare1+1=0. È il primitivismo futuristico che si tocca alla fine di ogni possibile sottrazione allorché si sarà giunti alla realtà essenziale pura e semplice. La ragione non potrà far altro che riprendere la logica addizionale e di fronte agli oggetti soggetti purgati dalla sottrazione non potrà che iniziare con 1+1=0. Come dire ogni combinazione tra le cose è possibile poiché ogni cosa sarà perfetta e incomunicabile: ogni cosa sarà Dio.” (G.D.M.1986)
Altre opere in mostra sono tre piccoli dipinti di nudi femminili in cui l'artista simula un gesto che fu già di Picabia. Le tre immagini sono tratte da alcuni vecchi numeri della rivista Paris Match e sono le stesse a cui Picabia si inspirò ricontestualizzandole in tre famosi dipinti. Di Matteo le ritrova e le riporta uguali all'originale.
* A. Viliani , Le peintre salue la mer- FRAC Languedoc/Roussillon
Gabriele Di Matteo (1957) Collezioni pubbliche: PAC Milano, MAMCO Givevra, FRAC Limousin, FRAC Languedoc Roussillon, FRAC Bretagne, FRAC Rhône-Alpes, Artotheque di Lione.
15
novembre 2007
Gabriele Di Matteo – Cher Tina je t’adore, je t’adore, je t’adore – Francis Picabia
Dal 15 novembre al 30 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
ANNARUMMA404
Milano, Via Felice Casati, 26, (Milano)
Milano, Via Felice Casati, 26, (Milano)
Vernissage
15 Novembre 2007, ore 19,00
Autore