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Raffaella Crispino – La Casa dei Sette Conti
La giovane artista, nata a Napoli nel 1979, con l’uso di video, disegni, performance e installazioni elabora i suoi progetti in relazione al suono, al viaggio e all’esperienza.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovedì 15 novembre alle ore 18:30 presso la Galleria One Piece Contemporary Art, Raffaella Crispino presenta “La Casa dei Sette Conti” a cura di Jota Castro. La giovane artista, nata a Napoli nel 1979, con l’uso di video, disegni, performance e installazioni elabora i suoi progetti in relazione al suono, al viaggio e all’esperienza. Attraverso storie biografiche riesce ad aprire riflessioni sociali e politiche, presentando le sue opere sia visive che concettuali.
Negli ultimi anni, grazie a borse di studio e iniziative personali, ha vissuto e lavorato in capitali culturali di enorme rilievo come Venezia, Berlino, New York e Bruxelles. In continuo spostamento, il suo lavoro è site specific in relazione all’esperienze in diverse città che sono per lei fonti d’ispirazione.
Per la prima volta la galleria ospita una video installazione, un’animazione elaborata in maniera “semplice” e rigorosa da disegni originali fatti a mano su carta.
La Casa dei Sette Conti è una storia realmente accaduta e che ha come tema l’incapacità. Le animazioni mostrano delle possibilità assurde e poetiche per raggiungere una terrazza napoletana, diventando così delle mete intime e personali che vanno oltre i limiti reali. Questo lavoro può essere letto sia sul piano personale che come una riflessione sul concetto di white cube.
One Piece sarà aperta gratuitamente al pubblico da giovedì 15 novembre a giovedì 20 dicembre 2007, dal martedì al sabato, negli orari 15.30-18:30 e su appuntamento
TESTO CRITICO di JOTA CASTRO
Raffaella Crispino: le storie che sono ricordi …….
Un giorno senza pioggia a Bruxelles (vale la pena menzionarlo) ho incontrato nel mio studio una giovane artista napoletana con la curiosità propria di ogni amante dell’arte.
Il suo lavoro mi ha sorpreso per l’utilizzo austero dei suoi mezzi: apparentemente
semplici, le sue opere mi hanno riempito di dubbi la mente.
Ero di fronte a qualcuno con problemi di comunicazione? Oppure, al contrario, stavo lasciando entrare nella mia vita qualcuno che rappresenta (forse senza volerlo) la dualità del desiderio di cambiamento di una generazione che vive in un momento critico del mondo globalizzato, volendo, al tempo stesso, preservare il mondo e i valori di papà e mamma o mandare tutto a quel paese?
Credo che la Crispino abbia fatto un passo avanti verso un’arte come riflesso delle contraddizioni della sua epoca, un’arte che si libera poco a poco dei suoi riferimenti frattuali. Raffaella Crispino è una giovane artista che cerca di essere al tempo stesso universale e generazionale, utilizzando nei balbettamenti della sua opera due valori fondamentali: la semplicità dell’uso della memoria sociale e la passività dell’osservatore.
Nella sua opera La casa dei sette conti, con un tratto infantile, una musica ripetitiva e una voce piena del calore della normalità, la Crispino mostra l'evidente cambiamento delle grandi città d’inizio secolo.
La casa dei sette conti è imperfetta, insicura, difficile, ha un odore forte, risuona di rumori incontrollabili, ma rappresenta l’insicurezza di una generazione, quella insicurezza che permette all’individuo di modellarsi. Il tratto grossolano del disegno si riempie di luce con la voce deliziosa che accompagna il video, una voce che sembra dimostrare il bisogno di parole della città, parole che possono essere l’antidoto all’autismo sociale delle nostre grandi metropoli.
Nella ripetizione del bambino si crea l’equilibrio e la memoria, così come nel rinarrare una serie di atti sociali si descrive il desiderio per una generazione di non incrinare ulteriormente i valori propri a una società imperfetta come quella europea, certo, ma ammirata da mezzo mondo: La casa dei sette conti è un disegno estremamente chiaro del mondo urbano speculativo in cui viviamo: lo mostra e lo combatte con la memoria, con le parole che raccontano il quotidiano di queste quattro mura leggendarie che non vogliono morire di paura di fronte al futuro né di speculazioni immobiliari.
Vivo l’interpretazione del Capriccio veneziano della Crispino come una giustissima e bellissima critica alla passività dell’osservatore del nostro tempo.
Ecco allora tantissime persone, tutti archetipi del cittadino, mentre posano davanti a immagini affatto idealizzate, una specie di garanzia per il buon viaggiatore dell’utilità del suo viaggio (più vedo, più so; più ricordi porto, più vedo). Il nuovo viaggiatore è una camera digitale deambulante, qualcuno che accumula i ricordi per vederli in un futuro più o meno prossimo. E' questo viaggiatore che la Crispino fotografa ed esorcizza, quasi trasformandolo in un’invocazione a viaggiare meno e a godere di più, a vivere lentamente ma sicuramente, adattando il desiderio e il consumo a nuove regole, più eque e necessarie per il portafoglio e la morale.
Tale apparente banalità tematica mi riempie di speranza.
Mi trovo di fronte e un’opera nascente, radicata in un’economia di mezzi e risultati, vicina al passato e curiosa del futuro. Un’opera che sembra voler trattare il quotidiano, le sue sofferenze e le sue sicurezze. Un’opera urbana, che tenta di spiegare la sua epoca senza particolari espedienti.
Saluto il lavoro della mia giovane collega, spero che la sua opera accompagni il suo tempo con curiosità e rispetto.
Jota Castro
Negli ultimi anni, grazie a borse di studio e iniziative personali, ha vissuto e lavorato in capitali culturali di enorme rilievo come Venezia, Berlino, New York e Bruxelles. In continuo spostamento, il suo lavoro è site specific in relazione all’esperienze in diverse città che sono per lei fonti d’ispirazione.
Per la prima volta la galleria ospita una video installazione, un’animazione elaborata in maniera “semplice” e rigorosa da disegni originali fatti a mano su carta.
La Casa dei Sette Conti è una storia realmente accaduta e che ha come tema l’incapacità. Le animazioni mostrano delle possibilità assurde e poetiche per raggiungere una terrazza napoletana, diventando così delle mete intime e personali che vanno oltre i limiti reali. Questo lavoro può essere letto sia sul piano personale che come una riflessione sul concetto di white cube.
One Piece sarà aperta gratuitamente al pubblico da giovedì 15 novembre a giovedì 20 dicembre 2007, dal martedì al sabato, negli orari 15.30-18:30 e su appuntamento
TESTO CRITICO di JOTA CASTRO
Raffaella Crispino: le storie che sono ricordi …….
Un giorno senza pioggia a Bruxelles (vale la pena menzionarlo) ho incontrato nel mio studio una giovane artista napoletana con la curiosità propria di ogni amante dell’arte.
Il suo lavoro mi ha sorpreso per l’utilizzo austero dei suoi mezzi: apparentemente
semplici, le sue opere mi hanno riempito di dubbi la mente.
Ero di fronte a qualcuno con problemi di comunicazione? Oppure, al contrario, stavo lasciando entrare nella mia vita qualcuno che rappresenta (forse senza volerlo) la dualità del desiderio di cambiamento di una generazione che vive in un momento critico del mondo globalizzato, volendo, al tempo stesso, preservare il mondo e i valori di papà e mamma o mandare tutto a quel paese?
Credo che la Crispino abbia fatto un passo avanti verso un’arte come riflesso delle contraddizioni della sua epoca, un’arte che si libera poco a poco dei suoi riferimenti frattuali. Raffaella Crispino è una giovane artista che cerca di essere al tempo stesso universale e generazionale, utilizzando nei balbettamenti della sua opera due valori fondamentali: la semplicità dell’uso della memoria sociale e la passività dell’osservatore.
Nella sua opera La casa dei sette conti, con un tratto infantile, una musica ripetitiva e una voce piena del calore della normalità, la Crispino mostra l'evidente cambiamento delle grandi città d’inizio secolo.
La casa dei sette conti è imperfetta, insicura, difficile, ha un odore forte, risuona di rumori incontrollabili, ma rappresenta l’insicurezza di una generazione, quella insicurezza che permette all’individuo di modellarsi. Il tratto grossolano del disegno si riempie di luce con la voce deliziosa che accompagna il video, una voce che sembra dimostrare il bisogno di parole della città, parole che possono essere l’antidoto all’autismo sociale delle nostre grandi metropoli.
Nella ripetizione del bambino si crea l’equilibrio e la memoria, così come nel rinarrare una serie di atti sociali si descrive il desiderio per una generazione di non incrinare ulteriormente i valori propri a una società imperfetta come quella europea, certo, ma ammirata da mezzo mondo: La casa dei sette conti è un disegno estremamente chiaro del mondo urbano speculativo in cui viviamo: lo mostra e lo combatte con la memoria, con le parole che raccontano il quotidiano di queste quattro mura leggendarie che non vogliono morire di paura di fronte al futuro né di speculazioni immobiliari.
Vivo l’interpretazione del Capriccio veneziano della Crispino come una giustissima e bellissima critica alla passività dell’osservatore del nostro tempo.
Ecco allora tantissime persone, tutti archetipi del cittadino, mentre posano davanti a immagini affatto idealizzate, una specie di garanzia per il buon viaggiatore dell’utilità del suo viaggio (più vedo, più so; più ricordi porto, più vedo). Il nuovo viaggiatore è una camera digitale deambulante, qualcuno che accumula i ricordi per vederli in un futuro più o meno prossimo. E' questo viaggiatore che la Crispino fotografa ed esorcizza, quasi trasformandolo in un’invocazione a viaggiare meno e a godere di più, a vivere lentamente ma sicuramente, adattando il desiderio e il consumo a nuove regole, più eque e necessarie per il portafoglio e la morale.
Tale apparente banalità tematica mi riempie di speranza.
Mi trovo di fronte e un’opera nascente, radicata in un’economia di mezzi e risultati, vicina al passato e curiosa del futuro. Un’opera che sembra voler trattare il quotidiano, le sue sofferenze e le sue sicurezze. Un’opera urbana, che tenta di spiegare la sua epoca senza particolari espedienti.
Saluto il lavoro della mia giovane collega, spero che la sua opera accompagni il suo tempo con curiosità e rispetto.
Jota Castro
15
novembre 2007
Raffaella Crispino – La Casa dei Sette Conti
Dal 15 novembre al 20 dicembre 2007
giovane arte
Location
ONE PIECE ART
Roma, Via Margutta, 53b, (Roma)
Roma, Via Margutta, 53b, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al sabato ore 15:30-19:30 e su appuntamento
Vernissage
15 Novembre 2007, ore 18:30
Autore
Curatore