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Renzo Ferretti
Comunicato stampa
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Renzo Ferretti nasce a Pistoia nel 1950. All’età di 1 anno la sua famiglia si trasferisce a Prato.
In questo periodo, il padre Aldo e lo zio Umberto Calabrò aprono uno studio fotografico.
L’attività del padre già gli permetteva di frequentare l’ambiente di fotografi che lavoravano in termini professionali.
Rappresenta l’ultimo erede di una famiglia che vanta una radicata tradizione nel campo della fotografia:
(Foto Paolo e Raoul Calabrò, Foto Locchi e Foto Star dei fratelli Renzo e Paolo).
L’attività di questa famiglia spaziava dalla fotografia di cerimonia, dai servizi di attualità, ai ritratti,
al reportage, alla pubblicità, allo stile life, alla moda.
L’incontro determinante per Renzo Ferretti fu quello con il noto studio Foto Locchi che, negli anni Sessanta, era uno studio molto affermato.
A soli 16 anni sviluppa la sua inclinazione per la fotografia, avendo la fortuna di assimilare la tecnica, per poi arrivare nel corso degli anni ad uno stile personalissimo.
Il suo modo di lavorare e di interpretare la realtà, si dimostra presto, poco convenzionale e fuori dagli schemi di una “professionalità” che un certo pubblico, generalmente, richiede ad un fotografo.
Nelle sue foto, al di là del soggetto, riesce sempre a trasmettere le proprie sensazioni, desideri e bisogni delle classi sociali.. Sempre attento all’evoluzione tecnica della fotografia e in generale ai linguaggi dell’arte contemporanea, si dedica da diverso tempo all’immagine digitatale; cercando di dare un’impronta personale,
anche quando si tratta di servizi fotografici commerciali. Le foto esposte in mostra seguono un percorso non cronologico ma tematico, nel quale è possibile per il pubblico ritrovare lo spirito degli anni in cui sono state realizzate. Spiccano una serie di foto che raccontano la vita quotidiana della folta comunità cinese di Prato. Troviamo alcuni ritratti realizzati alla fine degli anni sessanta e settanta, sapientemente elaborati con ritocchi di colori primari che risaltano su sfondi neutri. Esprimono non solo un rigoroso equilibrio formale, ma anche l’anima del soggetto fotografato. Sembrano per certi elementi formali ispirati al movimento della Pop Art americana.
Un tributo che il fotografo Ferretti ha voluto dedicare a suo padre Aldo e allo zio Raoul.
La creatività e la spontaneità con cui inquadra le immagini, non è mai banale. Si fida della sua capacità tecnica, che non lo tradisce mai e che gli dà libertà di arrivare a risultati sorprendenti per audacia e estro.
Nel testo Fotografia e Società, Gisele Freund afferma che: “più di qualsiasi altro mezzo, la fotografia è atta a esprimere i desideri e i bisogni degli strati sociali, a interpretare a loro modo gli avvenimenti della vita sociale”. La fotografia, anche se considerata, in genere, un’arte documentaria, per la sua apparente specificità di riprodurre in modo verosimile la realtà esteriore, possiede tuttavia un’obiettività soltanto illusoria. La mente e l’occhio del fotografo permette di alterare la realtà a seconda del volere di chi crea l’immagine fotografica. In questo senso, le foto di Ferretti assurgono ad essere testimonianza di aspirazioni ideali e di suggestioni estetiche.
Savino Marseglia
(curatore indipendente)
In questo periodo, il padre Aldo e lo zio Umberto Calabrò aprono uno studio fotografico.
L’attività del padre già gli permetteva di frequentare l’ambiente di fotografi che lavoravano in termini professionali.
Rappresenta l’ultimo erede di una famiglia che vanta una radicata tradizione nel campo della fotografia:
(Foto Paolo e Raoul Calabrò, Foto Locchi e Foto Star dei fratelli Renzo e Paolo).
L’attività di questa famiglia spaziava dalla fotografia di cerimonia, dai servizi di attualità, ai ritratti,
al reportage, alla pubblicità, allo stile life, alla moda.
L’incontro determinante per Renzo Ferretti fu quello con il noto studio Foto Locchi che, negli anni Sessanta, era uno studio molto affermato.
A soli 16 anni sviluppa la sua inclinazione per la fotografia, avendo la fortuna di assimilare la tecnica, per poi arrivare nel corso degli anni ad uno stile personalissimo.
Il suo modo di lavorare e di interpretare la realtà, si dimostra presto, poco convenzionale e fuori dagli schemi di una “professionalità” che un certo pubblico, generalmente, richiede ad un fotografo.
Nelle sue foto, al di là del soggetto, riesce sempre a trasmettere le proprie sensazioni, desideri e bisogni delle classi sociali.. Sempre attento all’evoluzione tecnica della fotografia e in generale ai linguaggi dell’arte contemporanea, si dedica da diverso tempo all’immagine digitatale; cercando di dare un’impronta personale,
anche quando si tratta di servizi fotografici commerciali. Le foto esposte in mostra seguono un percorso non cronologico ma tematico, nel quale è possibile per il pubblico ritrovare lo spirito degli anni in cui sono state realizzate. Spiccano una serie di foto che raccontano la vita quotidiana della folta comunità cinese di Prato. Troviamo alcuni ritratti realizzati alla fine degli anni sessanta e settanta, sapientemente elaborati con ritocchi di colori primari che risaltano su sfondi neutri. Esprimono non solo un rigoroso equilibrio formale, ma anche l’anima del soggetto fotografato. Sembrano per certi elementi formali ispirati al movimento della Pop Art americana.
Un tributo che il fotografo Ferretti ha voluto dedicare a suo padre Aldo e allo zio Raoul.
La creatività e la spontaneità con cui inquadra le immagini, non è mai banale. Si fida della sua capacità tecnica, che non lo tradisce mai e che gli dà libertà di arrivare a risultati sorprendenti per audacia e estro.
Nel testo Fotografia e Società, Gisele Freund afferma che: “più di qualsiasi altro mezzo, la fotografia è atta a esprimere i desideri e i bisogni degli strati sociali, a interpretare a loro modo gli avvenimenti della vita sociale”. La fotografia, anche se considerata, in genere, un’arte documentaria, per la sua apparente specificità di riprodurre in modo verosimile la realtà esteriore, possiede tuttavia un’obiettività soltanto illusoria. La mente e l’occhio del fotografo permette di alterare la realtà a seconda del volere di chi crea l’immagine fotografica. In questo senso, le foto di Ferretti assurgono ad essere testimonianza di aspirazioni ideali e di suggestioni estetiche.
Savino Marseglia
(curatore indipendente)
24
novembre 2007
Renzo Ferretti
Dal 24 novembre al 15 dicembre 2007
fotografia
Location
FOTOCLUB IL BACCHINO
Prato, Via Sant'jacopo, 27, (Prato)
Prato, Via Sant'jacopo, 27, (Prato)
Vernissage
24 Novembre 2007, ore 17
Sito web
+39 3475712780
Autore
Curatore