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Mattia Barbieri – Aperò l’Barbieri
Aperò ‘l barbieri è un motto di spirito, ognuno lo intenda come meglio crede
Comunicato stampa
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Questa seconda personale di Mattia Barbieri (Metyou) alla galleria 42 è stata progettata e vissuta dall’artista che nell’arco di un anno ha prodotto gran parte delle opere a Modena dialogando con Marco Mango nel “Magazin” (laboratorio atelier che la galleria 42 mette a disposizione producendo i materiali ad arsiti con cui vuole instaurare un rapporto stretto ed autentico).
Aperò ‘l barbieri è un motto di spirito, ognuno lo intenda come meglio crede perché in questo repertorio da circo, nelle sue follie rupestri e mitologiche, nelle libere associazioni scaldate dalla temperatura alcolica tutto è concesso: siamo, per dirla alla Caillois, “Nel cuore del fantastico”. Un fantastico che non ha nulla a che vedere con l’onirico, con il surreale o il fantasioso; un fantastico autentico, che proviene, più che dal soggetto, dal modo di trattarlo; un fantastico che è una vera e propria rottura dell’ordine costituito, una irruzione dell’inammissibile entro ciò che è ritenuto normale. E’ questo fantastico insidioso, ubriaco, sporcato di Aperol, a suscitare il nostro interesse: ne avvertiamo l’incanto quando guardiamo “Soap opera” o “Ambizione da ghiacciolo”, quando sfogliamo i disegni racchiusi nel cofanetto, quando sorridiamo davanti al video. Un video molto divertente, una specie di spot pubblicitario prodotto per l’occasione, che dovrebbe pubblicizzare e invitare all’acquisto le opere dell’artista, e dove il mondo si rovescia continuamente, a seconda delle sequenze.
Secondo round: molestare la pittura
di Maura Pozzati
… Con questa nuova mostra il giovane artista continua e approfondisce il rapporto tra il dipingere e la velocità, ma pone anche una nuova riflessione, certamente più sottile e linguistica, in quanto la velocità è anche verbale e non solo fisica, ironica oltre che energetica. Perché per Mattia Barbieri la pittura va molestata: e la si molesta con una mano lesta, e con una lingua altrettanto “lesta”. Veniamo dunque ai titoli dei lavori, là dove si annida la “molestia”, là dove lo slittamento percettivo e semantico ci permette di avvicinarci meglio al significato della pittura. Il titolo del primo quadro che incontriamo in mostra è “Wine hot why not? Nartece.”
Il vino, il nettare degli dei, il calice, la bottiglia di Aperol, l’ubriacatura che ne consegue sono la vera costante della vita artistica di Mattia Barbieri e il filo rosso (rosso come l’aperol) che lega ogni singolo lavoro in mostra. Il vino caldo presuppone certamente il legame con Dioniso e con i riti orgiastici, ma anche col fuoco e con l’atto di Prometeo, figura mitologica che rappresenta l’artista che riceve dal cielo la scintilla dell’ispirazione. E che ci sia una componente mitologica nei lavori di Mattia Barbieri è sottolineato dal nartece, un legno cavo usato per la costruzione del tirso di Dioniso, ma anche utilizzato da Prometeo per nascondervi il fuoco sottratto dal laboratorio di Efesto e Atena.
Il vino è dunque importantissimo per l’artista, in quanto capace di ubriacare non solo l’uomo e la sua anima ma anche la pittura, in una sorta di rito orgiastico, dove accade di tutto; le persone si trasformano in animali, il pennello diventa ermafrodito, il quadro si accompagna a uno spot pubblicitario delirante, le opere condividono lo spazio con delle vere e proprie bottiglie di aperol. Siamo di fronte ad un baccanale contemporaneo, una festa a sfondo propiziatorio che ha perduto le proprie finalità mistiche, ma che offre a tutti, spettatori compresi, un godimento immediato. Poi possiamo andare in profondità e soffermarci sull’iconografia: spesso incontriamo uomini che si trasformano in animali, che dialogano tra loro, una mascherata dove le parti si possono scambiare, gli uomini diventare donne e le donne baccanti. Ricordiamoci che le Baccanti erano donne in preda alla frenesia estatica, invasate da Dioniso, il dio della forza vitale, e che andavano vestite con pelli animali, con in testa una corona di edera o quercia, celebrando il dio con canti e danze e vagando per monti e foreste.
Davanti a queste teste di animali, dipinte in sequenza, per dare un movimento interno alla tela, disegnate e cancellate, di fronte a questo dialogo im-possibile di animali in giacca e cravatta, c’è una scultura, il fucile spara Aperol. Siamo nuovamente di fronte a una “molestia”, la mano lesta del pittore lascia il pennello per impugnare un’arma, che lancia alcol rosso. Una mano veloce, rapida, divertita che traccia segni sui fogli, e che proprio nel disegno trova la vera anima…
Mattia Barbieri (Metyou)
Castenedolo (BS) 1985
mostre personali
2007, Aperò l ‘ Barbieri, galleria 42 contemporaneo modena
2007, Retrospettiva, federico luger gallery milano
2006, Bicipiti di stracciatella, (hdemia contemporanea) galleria 42 contemporaneo, modena
mostre collettive
contemporaneamente, milano, 2006
collettiva centro leoni, milano, 2005
fiere
miart, federico luger gallery, 2007
artefiera, galleria42. 2008
premi
primo premio salon di brera, 2005
Aperò ‘l barbieri è un motto di spirito, ognuno lo intenda come meglio crede perché in questo repertorio da circo, nelle sue follie rupestri e mitologiche, nelle libere associazioni scaldate dalla temperatura alcolica tutto è concesso: siamo, per dirla alla Caillois, “Nel cuore del fantastico”. Un fantastico che non ha nulla a che vedere con l’onirico, con il surreale o il fantasioso; un fantastico autentico, che proviene, più che dal soggetto, dal modo di trattarlo; un fantastico che è una vera e propria rottura dell’ordine costituito, una irruzione dell’inammissibile entro ciò che è ritenuto normale. E’ questo fantastico insidioso, ubriaco, sporcato di Aperol, a suscitare il nostro interesse: ne avvertiamo l’incanto quando guardiamo “Soap opera” o “Ambizione da ghiacciolo”, quando sfogliamo i disegni racchiusi nel cofanetto, quando sorridiamo davanti al video. Un video molto divertente, una specie di spot pubblicitario prodotto per l’occasione, che dovrebbe pubblicizzare e invitare all’acquisto le opere dell’artista, e dove il mondo si rovescia continuamente, a seconda delle sequenze.
Secondo round: molestare la pittura
di Maura Pozzati
… Con questa nuova mostra il giovane artista continua e approfondisce il rapporto tra il dipingere e la velocità, ma pone anche una nuova riflessione, certamente più sottile e linguistica, in quanto la velocità è anche verbale e non solo fisica, ironica oltre che energetica. Perché per Mattia Barbieri la pittura va molestata: e la si molesta con una mano lesta, e con una lingua altrettanto “lesta”. Veniamo dunque ai titoli dei lavori, là dove si annida la “molestia”, là dove lo slittamento percettivo e semantico ci permette di avvicinarci meglio al significato della pittura. Il titolo del primo quadro che incontriamo in mostra è “Wine hot why not? Nartece.”
Il vino, il nettare degli dei, il calice, la bottiglia di Aperol, l’ubriacatura che ne consegue sono la vera costante della vita artistica di Mattia Barbieri e il filo rosso (rosso come l’aperol) che lega ogni singolo lavoro in mostra. Il vino caldo presuppone certamente il legame con Dioniso e con i riti orgiastici, ma anche col fuoco e con l’atto di Prometeo, figura mitologica che rappresenta l’artista che riceve dal cielo la scintilla dell’ispirazione. E che ci sia una componente mitologica nei lavori di Mattia Barbieri è sottolineato dal nartece, un legno cavo usato per la costruzione del tirso di Dioniso, ma anche utilizzato da Prometeo per nascondervi il fuoco sottratto dal laboratorio di Efesto e Atena.
Il vino è dunque importantissimo per l’artista, in quanto capace di ubriacare non solo l’uomo e la sua anima ma anche la pittura, in una sorta di rito orgiastico, dove accade di tutto; le persone si trasformano in animali, il pennello diventa ermafrodito, il quadro si accompagna a uno spot pubblicitario delirante, le opere condividono lo spazio con delle vere e proprie bottiglie di aperol. Siamo di fronte ad un baccanale contemporaneo, una festa a sfondo propiziatorio che ha perduto le proprie finalità mistiche, ma che offre a tutti, spettatori compresi, un godimento immediato. Poi possiamo andare in profondità e soffermarci sull’iconografia: spesso incontriamo uomini che si trasformano in animali, che dialogano tra loro, una mascherata dove le parti si possono scambiare, gli uomini diventare donne e le donne baccanti. Ricordiamoci che le Baccanti erano donne in preda alla frenesia estatica, invasate da Dioniso, il dio della forza vitale, e che andavano vestite con pelli animali, con in testa una corona di edera o quercia, celebrando il dio con canti e danze e vagando per monti e foreste.
Davanti a queste teste di animali, dipinte in sequenza, per dare un movimento interno alla tela, disegnate e cancellate, di fronte a questo dialogo im-possibile di animali in giacca e cravatta, c’è una scultura, il fucile spara Aperol. Siamo nuovamente di fronte a una “molestia”, la mano lesta del pittore lascia il pennello per impugnare un’arma, che lancia alcol rosso. Una mano veloce, rapida, divertita che traccia segni sui fogli, e che proprio nel disegno trova la vera anima…
Mattia Barbieri (Metyou)
Castenedolo (BS) 1985
mostre personali
2007, Aperò l ‘ Barbieri, galleria 42 contemporaneo modena
2007, Retrospettiva, federico luger gallery milano
2006, Bicipiti di stracciatella, (hdemia contemporanea) galleria 42 contemporaneo, modena
mostre collettive
contemporaneamente, milano, 2006
collettiva centro leoni, milano, 2005
fiere
miart, federico luger gallery, 2007
artefiera, galleria42. 2008
premi
primo premio salon di brera, 2005
10
novembre 2007
Mattia Barbieri – Aperò l’Barbieri
Dal 10 novembre al 15 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA 42 CONTEMPORANEO
Modena, Via Carteria, 42, (Modena)
Modena, Via Carteria, 42, (Modena)
Vernissage
10 Novembre 2007, ore 18.30
Autore
Curatore