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Vincenzo Cecchini
In mostra una quindicina di opere, tra cui figurano gli ultimi monocromi olio su tela e lavori degli anni Settanta, trittici su tela grezza e foto-pitture, disposte in entrambe le sale del Palazzo così da illustrare l’evoluzione pittorica di Vincenzo Cecchini susseguitasi in una coerente ricerca artistica. Le opere resteranno in mostra fino al 10 dicembre 2007.
Comunicato stampa
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Domenica 18 novembre alle ore 11:00, la Galleria Miralli inaugura presso Palazzo Chigi di Viterbo, la personale dell’artista Vincenzo Cecchini a cura di Agnese Miralli.
In mostra una quindicina di opere, tra cui figurano gli ultimi monocromi olio su tela e lavori degli anni Settanta, trittici su tela grezza e foto-pitture, disposte in entrambe le sale del Palazzo così da illustrare l’evoluzione pittorica di Vincenzo Cecchini susseguitasi in una coerente ricerca artistica. Le opere resteranno in mostra fino al 10 dicembre 2007.
La ricerca di Cecchini è incentrata sugli elementi costitutivi dell’opera e sui processi di esecuzione, piuttosto che sulla composizione narrativa e sul rimando simbolico del quadro. La tela, il pennello, il colore, i materiali vari uniti al gesto dell’artista si fanno unici veri protagonisti del quadro.
L’artista studia le innumerevoli potenzialità fisiche della materia e il loro modo di compromettere il risultato finale dell’opera. L’esito si fa incerto, mutevole ad ogni passaggio esecutivo a seconda della reazione che il materiale appone alla lavorazione.
Cecchini sviluppa una sorta di comparazione tra una serie di copie dei suoi lavori, riproducendo gli stessi gesti pittorici tre volte, come nei trittici su tela grezza in mostra (1973/ ‘74). La ripetizione anziché ipotizzare una serialità dell’opera, mette in risalto le dissonanze, accentua le più piccole differenze generate dall’inevitabile margine di casualità insita nella soggettività del gesto e nell’ autonoma reazione del materiale.
Negli anni Settanta Cecchini sperimenta una mistione tra mezzo fotografico e mezzo pittorico realizzando foto-pitture . Ingrandisce particolari di quadri per indagare da vicino il segno pittorico lasciato sul supporto e poterlo così ripetere fedelmente. L’intento è di studiare e ribadire ad ogni copia l’incertezza dell’effetto ultimo.
Dagli anni Ottanta l’attenzione si scosta dalla rigorosa analisi dei procedimenti di costruzione dell’opera, per studiare le vibrazioni del colore e l’instabilità della luce in quadri monocromatici. Le tele acquistano una colorazione tenue e la superficie è attraversata da linee ondulatorie o rette “sbilenche”.
Negli ultimi lavori, monocromi ad olio su tela, il perimetro del quadro è più definito e delineato da un colore diverso da quello dominante. Il colore steso in più strati lascia intravedere l’atto iniziale dell’opera e gradualmente gli strati successivi, con un delicato effetto di trasparenze in cui prevale ancora l’imprevisto e la casualità.
Vincenzo Cecchini è Nato a Cattolica (Forlì) il 3 ottobre del 1934. Ultimati gli studi comincia a dipingere. Il suo esordio risale al 1955 quando, invitato al Premio Scipione espone un quadro bianco dal colore pastoso, su cui ha inciso con un chiodo linee verticali e orizzontali. Dal sessanta si trasferisce a Roma e insegna al Liceo Artistico di Latina. Inizia in questi anni a frequentare l'ambiente artistico e le gallerie romane dove espone con i suoi coetanei Morales, Cotani, Cego, Verna. Negli anni '70 si moltliplicano le sue partecipazioni alle mostre specializzate sul tema della Pittura Analitica e nel 1975 tiene la prima personale alla Galleria Peccolo di Livorno che in quegli anni dedicava personali ad artisti della Pittura Analitica.
Dopo il 1978 ritorna a vivere nella sua città natale: Cattolica.
In mostra una quindicina di opere, tra cui figurano gli ultimi monocromi olio su tela e lavori degli anni Settanta, trittici su tela grezza e foto-pitture, disposte in entrambe le sale del Palazzo così da illustrare l’evoluzione pittorica di Vincenzo Cecchini susseguitasi in una coerente ricerca artistica. Le opere resteranno in mostra fino al 10 dicembre 2007.
La ricerca di Cecchini è incentrata sugli elementi costitutivi dell’opera e sui processi di esecuzione, piuttosto che sulla composizione narrativa e sul rimando simbolico del quadro. La tela, il pennello, il colore, i materiali vari uniti al gesto dell’artista si fanno unici veri protagonisti del quadro.
L’artista studia le innumerevoli potenzialità fisiche della materia e il loro modo di compromettere il risultato finale dell’opera. L’esito si fa incerto, mutevole ad ogni passaggio esecutivo a seconda della reazione che il materiale appone alla lavorazione.
Cecchini sviluppa una sorta di comparazione tra una serie di copie dei suoi lavori, riproducendo gli stessi gesti pittorici tre volte, come nei trittici su tela grezza in mostra (1973/ ‘74). La ripetizione anziché ipotizzare una serialità dell’opera, mette in risalto le dissonanze, accentua le più piccole differenze generate dall’inevitabile margine di casualità insita nella soggettività del gesto e nell’ autonoma reazione del materiale.
Negli anni Settanta Cecchini sperimenta una mistione tra mezzo fotografico e mezzo pittorico realizzando foto-pitture . Ingrandisce particolari di quadri per indagare da vicino il segno pittorico lasciato sul supporto e poterlo così ripetere fedelmente. L’intento è di studiare e ribadire ad ogni copia l’incertezza dell’effetto ultimo.
Dagli anni Ottanta l’attenzione si scosta dalla rigorosa analisi dei procedimenti di costruzione dell’opera, per studiare le vibrazioni del colore e l’instabilità della luce in quadri monocromatici. Le tele acquistano una colorazione tenue e la superficie è attraversata da linee ondulatorie o rette “sbilenche”.
Negli ultimi lavori, monocromi ad olio su tela, il perimetro del quadro è più definito e delineato da un colore diverso da quello dominante. Il colore steso in più strati lascia intravedere l’atto iniziale dell’opera e gradualmente gli strati successivi, con un delicato effetto di trasparenze in cui prevale ancora l’imprevisto e la casualità.
Vincenzo Cecchini è Nato a Cattolica (Forlì) il 3 ottobre del 1934. Ultimati gli studi comincia a dipingere. Il suo esordio risale al 1955 quando, invitato al Premio Scipione espone un quadro bianco dal colore pastoso, su cui ha inciso con un chiodo linee verticali e orizzontali. Dal sessanta si trasferisce a Roma e insegna al Liceo Artistico di Latina. Inizia in questi anni a frequentare l'ambiente artistico e le gallerie romane dove espone con i suoi coetanei Morales, Cotani, Cego, Verna. Negli anni '70 si moltliplicano le sue partecipazioni alle mostre specializzate sul tema della Pittura Analitica e nel 1975 tiene la prima personale alla Galleria Peccolo di Livorno che in quegli anni dedicava personali ad artisti della Pittura Analitica.
Dopo il 1978 ritorna a vivere nella sua città natale: Cattolica.
18
novembre 2007
Vincenzo Cecchini
Dal 18 novembre al 10 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA MIRALLI – PORTICO DELLA GIUSTIZIA XII SEC.
Viterbo, Via San Lorenzo, 57, (Viterbo)
Viterbo, Via San Lorenzo, 57, (Viterbo)
Orario di apertura
16,00 - 19,00 esclusi i festivi
Vernissage
18 Novembre 2007, ore 11.00
Autore
Curatore