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Eugenio Carmi – La pittura in attesa dell’ignoto
Nel percorso della sua intensa attività vediamo un appassionato e lucido impegno di conquistare attraverso visioni poetiche il senso positivo delle idee.
Comunicato stampa
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In occasione della mostra personale dell’Artista Genovese Eugenio Cami, le Gallerie d’Arte Giorgio Ghelfi hanno riunito trenta opere che riassumono il lavoro dell’ artista degli ultimi due anni.
Nel percorso della sua intensa attività vediamo un appassionato e lucido impegno di conquistare attraverso visioni poetiche il senso positivo delle idee.
Nel percorso di immagini che scorrono sulla soglia del presente, la fisicità del colore è la materia prima di ogni pensiero, essa assume complesse soluzioni, è un continuo elogio del quadrato e del cerchio, della variazione e della modulazione lineare.
Non esclude tuttavia slanci trasversali, orizzonti amplificati nelle estensioni immaginative della luce.
Si tratta di intuizioni spaziali mai uguali a se stesse, talvolta risultano dall’incontro delle forme primarie, in altri casi racchiudono il vuoto, fermano il bianco, inghiottite dal nero, in tensione con il rosso, sospese tra le regole compositive e il divenire delle figure astratte. Metamorfosi di ritmi senza soluzione, s’intende, ma anche contrappunti di suoni che lasciano un timbro inconfondibile nei movimenti dell’immagine, silenzi di memorie che ritornano, ombre che custodiscono la luce, luminosità immerse nei silenzi dell’oscurità. In questo complesso divenire la presenza del colore è commisurata all’ampiezza delle forme, osserviamo quadrati che si sfiorano di poco, righe di diverso timbro che segnalano la dimensione nascosta della superficie. E inoltre: semicerchi come arcobaleni della memoria, variazioni cromatiche che nascono dal sovrapporsi dei piani, calibrate oscillazioni e limpide tensioni tra il bianco e il nero, cerchi ribelli e spiragli invisibili, mutevoli sconfinamenti nell’incertezza dell’ignoto. Per leggere queste geometrie avvolte nel mistero dell’astratto, bisogna seguire il sentiero poetico dei titoli che evocano per analogia le ambivalenze che forme e colori assumono volta per volta.
I titoli di Carmi sono strumenti per entrare in sintonia con “quelle vie principali e secondarie” –avrebbe detto Klee – esplorate con sempre maggior profondità interiore, pure emozioni spaziali per conoscere l’invisibile. Non v’è dubbio che questo tipo di pittura comporta una continua insorgenza di varianti e di movimenti fluttuanti all’interno di uno stile fondato su ritmi ricorrenti, ripetibili ma non prevedibili nel loro quoziente cromatico, nella fisica qualità dell’evento geometrico.
Nel percorso della sua intensa attività vediamo un appassionato e lucido impegno di conquistare attraverso visioni poetiche il senso positivo delle idee.
Nel percorso di immagini che scorrono sulla soglia del presente, la fisicità del colore è la materia prima di ogni pensiero, essa assume complesse soluzioni, è un continuo elogio del quadrato e del cerchio, della variazione e della modulazione lineare.
Non esclude tuttavia slanci trasversali, orizzonti amplificati nelle estensioni immaginative della luce.
Si tratta di intuizioni spaziali mai uguali a se stesse, talvolta risultano dall’incontro delle forme primarie, in altri casi racchiudono il vuoto, fermano il bianco, inghiottite dal nero, in tensione con il rosso, sospese tra le regole compositive e il divenire delle figure astratte. Metamorfosi di ritmi senza soluzione, s’intende, ma anche contrappunti di suoni che lasciano un timbro inconfondibile nei movimenti dell’immagine, silenzi di memorie che ritornano, ombre che custodiscono la luce, luminosità immerse nei silenzi dell’oscurità. In questo complesso divenire la presenza del colore è commisurata all’ampiezza delle forme, osserviamo quadrati che si sfiorano di poco, righe di diverso timbro che segnalano la dimensione nascosta della superficie. E inoltre: semicerchi come arcobaleni della memoria, variazioni cromatiche che nascono dal sovrapporsi dei piani, calibrate oscillazioni e limpide tensioni tra il bianco e il nero, cerchi ribelli e spiragli invisibili, mutevoli sconfinamenti nell’incertezza dell’ignoto. Per leggere queste geometrie avvolte nel mistero dell’astratto, bisogna seguire il sentiero poetico dei titoli che evocano per analogia le ambivalenze che forme e colori assumono volta per volta.
I titoli di Carmi sono strumenti per entrare in sintonia con “quelle vie principali e secondarie” –avrebbe detto Klee – esplorate con sempre maggior profondità interiore, pure emozioni spaziali per conoscere l’invisibile. Non v’è dubbio che questo tipo di pittura comporta una continua insorgenza di varianti e di movimenti fluttuanti all’interno di uno stile fondato su ritmi ricorrenti, ripetibili ma non prevedibili nel loro quoziente cromatico, nella fisica qualità dell’evento geometrico.
23
novembre 2007
Eugenio Carmi – La pittura in attesa dell’ignoto
Dal 23 novembre al 20 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE GIORGIO GHELFI
Verona, Piazza Delle Erbe, 31, (Verona)
Verona, Piazza Delle Erbe, 31, (Verona)
Orario di apertura
mart./sab. 10.00/12.30 - 15.30/20.00
Vernissage
23 Novembre 2007, ore 18
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