“(…)i suoi dirompenti racconti sono carichi di emozioni e mistero.
Dovuti a sincere pulsioni interiori e questa pregnanza è il pregio
principale di Gabriella” (Pantoli)
”(…) la particolare ricerca espressiva, conscia del patrimonio visivo
dell’arte contemporanea, sposa la linea figurativa prediligendo però
degli aspetti meno accattivanti per porre più dubbi che certezze. Ha
abbassato il tono del disegno , disfacendo la figura umana,
rimarcandone le azioni, le emozioni e le espressioni” (Sanna)
Come si evince da questi stralci critici l'artista segue un genere di
natura espressionista, orientato soprattutto alle correnti di fine
secolo italiane e tedesche.
Gabriella Martis è autodidatta, segue da diversi anni i corsi di
pittura di Primo Pantoli, ha improntato la propria ricerca verso una
pittura violenta e di getto pur restando pienamente figurativa;
influenzata dalla transavanguardia cerca di esporre il Mito in tutte
le sue sfaccettature.
Gabriella Martis, alla sua prima personale qui all’Arcivernice, ha
esposto in varie collettive.