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Mario Giudici – Tracce
Attraverso quaranta tele di grande formato la mostra ripercorre i temi più significativi affrontati da Giudici: dai ricordi di viaggio e dai paesaggi lacustri e quelli nordici alle tele dedicate all’ 11 settembre, a Nassirya e Kabul, per arrivare ai dubbi, le angosce e le paure dell’ esistenza nelle opere ispirate alla spiritualità, come la serie di studi sulla Crocifissione e la danza macabra
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Si aprirà il 1 dicembre alle 18, con inaugurazione ufficiale all’ Atelier dell’ Accademia Tadini di Lovere, la mostra personale di Mario Giudici, artista bergamasco, che vive e lavora in Valcavallina, in arrivo a Lovere dopo le ultime esposizioni a New York, Berlino, Venezia e Pechino. Di formazione autodidatta e di professione fornaio (“fornaio che impasta il pane e i colori, il cibo per il corpo e per l’anima”), Mario Giudici è una personalità non accademica, libera dai vincoli, che sperimenta soluzioni originali e interessanti che danno esito a un’ opera di alta qualità.
Voluta e curata dal conservatore dell’Accademia, Marco Albertario, la mostra rivela lo straordinario carisma dell’ artista, che come evidenzia il curatore giunge a “un linguaggio difficile e personale, che a un primo superficiale sguardo sembra arrestarsi sulle soglie dell’ astrazione. (…) che difficilmente di lascia inquadrare nelle categorie di “pittura” e “dipinto”, tanto che occorre prendere a prestito termini che afferiscono al campo della scrittura.” Come racconta Giudici :“quando i tratti neri sulla carta s’ infittiscono, gli occhielli si fanno più acuti, le lettere più inclinate, quando insomma le parole finiscono con l’assomigliare al tracciato di un sismografo, allora è il momento di dipingere.”
Attraverso quaranta tele di grande formato, esposte nelle tre sale dell’Atelier, la mostra ripercorre i temi più significativi affrontati da Giudici: dai ricordi di viaggio e dai paesaggi lacustri (gli scorci del lago d’ Iseo e del lago d’ Endine) e quelli nordici (i fiordi norvegesi) alle tele dedicate all’ 11 settembre, a Nassirya e Kabul, per arrivare ai dubbi, le angosce e le paure dell’ esistenza nelle opere ispirate alla spiritualità, come la serie di studi sulla Crocifissione e la danza macabra. “Giudici assume il compito di farsi testimone del proprio tempo” – spiega Albertario- “ma anche dove c’ è un’ apparente assenza, l’ uomo resta al centro della sua riflessione.”
L’originalità dell’esecuzione, che alterna stesure levigate alternate a densi grumi di tempera, graffi e colpi inferti alla tela e l’ istintiva tensione verso la materia ( con l’ impiego di cortecce, catrame, carta, tela e persino briciole di pane) testimoniano la libertà e la di una ricerca creativa in continua metamorfosi e la forza della carica comunicativa di questo artista.
La mostra sarà presentata il 1 dicembre alle 18.00 da Mario Suardi, direttore del Museo della Valcavallina di Casazza.
Durante l’ inaugurazione sarà presente l’ artista.
Voluta e curata dal conservatore dell’Accademia, Marco Albertario, la mostra rivela lo straordinario carisma dell’ artista, che come evidenzia il curatore giunge a “un linguaggio difficile e personale, che a un primo superficiale sguardo sembra arrestarsi sulle soglie dell’ astrazione. (…) che difficilmente di lascia inquadrare nelle categorie di “pittura” e “dipinto”, tanto che occorre prendere a prestito termini che afferiscono al campo della scrittura.” Come racconta Giudici :“quando i tratti neri sulla carta s’ infittiscono, gli occhielli si fanno più acuti, le lettere più inclinate, quando insomma le parole finiscono con l’assomigliare al tracciato di un sismografo, allora è il momento di dipingere.”
Attraverso quaranta tele di grande formato, esposte nelle tre sale dell’Atelier, la mostra ripercorre i temi più significativi affrontati da Giudici: dai ricordi di viaggio e dai paesaggi lacustri (gli scorci del lago d’ Iseo e del lago d’ Endine) e quelli nordici (i fiordi norvegesi) alle tele dedicate all’ 11 settembre, a Nassirya e Kabul, per arrivare ai dubbi, le angosce e le paure dell’ esistenza nelle opere ispirate alla spiritualità, come la serie di studi sulla Crocifissione e la danza macabra. “Giudici assume il compito di farsi testimone del proprio tempo” – spiega Albertario- “ma anche dove c’ è un’ apparente assenza, l’ uomo resta al centro della sua riflessione.”
L’originalità dell’esecuzione, che alterna stesure levigate alternate a densi grumi di tempera, graffi e colpi inferti alla tela e l’ istintiva tensione verso la materia ( con l’ impiego di cortecce, catrame, carta, tela e persino briciole di pane) testimoniano la libertà e la di una ricerca creativa in continua metamorfosi e la forza della carica comunicativa di questo artista.
La mostra sarà presentata il 1 dicembre alle 18.00 da Mario Suardi, direttore del Museo della Valcavallina di Casazza.
Durante l’ inaugurazione sarà presente l’ artista.
01
dicembre 2007
Mario Giudici – Tracce
Dal primo dicembre 2007 al 27 gennaio 2008
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA TADINI – PINACOTECA
Lovere, Via Tadini, 40, (Bergamo)
Lovere, Via Tadini, 40, (Bergamo)
Orario di apertura
Martedì - Sabato: ore 16 - 19. Domenica e Festivi: 10 – 12 e 16 - 19. Chiuso il lunedì e i giorni 8, 25 e 31/12
Vernissage
1 Dicembre 2007, ore 18
Autore
Curatore