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Matteo De Mattia – Gli occhi sono lo specchio dell’anima
Una ventina di scatti in bianco e nero sulla Polonia di oggi
Comunicato stampa
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Non mi considero propriamente un fotografo. A me piacerebbe essere un narratore.
So che mi dà serenità e pace farlo con la fotografia. Niente di più.
Parlare per immagini è una passione che coltivo fin da quando ero bambino. Sono nato a Treviso il 26 agosto 1975. Faccio i miei primi esperimenti addirittura con una Comet Bencini, mirino galileiano, è la metà degli anni ottanta. Poi questa parte di me si assopisce, e mi interesso di tutt'altro, fino ai diciotto anni. Da lì in poi avvio una relazione quasi sentimentale con un semplice corredo Pentax, la Mx prima, con un parco ottico standard, 28-50-135. Poi una Me Super, quindi i primi passi nel 6*6 con macchine russe, una Kiev 88. Intanto comincio a stampare, mi metto a studiar le pellicole, l'argento. Poi è la volta della luce,
fino al ritorno alle origini.. al foro stenopeico. Non saprei indicare maestri, non ne ho avuti in senso stretto. La mia fotografia è anzitutto una narrazione, condizionata dalla mia formazione e dalla mia sensibilità. E' la mia riflessione sul mondo che mi circonda. Per questa intimità ho cominciato molto tardi a considerare la possibilità di una esposizione di mie immagini. Ho comunque tratto e lezioni più importanti da Lewis Carrol e Jan Saudek, dal gruppo Kaliska di Łódź. E ho cerco sempre di stare tantissimo tempo per strada, con la macchina a portata di mano. Poi una sera mi son "scontrato" con l'immensa energia di un signore che si chiama Giovanni e che mi ha dato un gran bel calcio nel sedere. Da quello comincia, anzi, ri-comincia questo viaggio. Che spero mi possa portare a spasso a lungo.
So che mi dà serenità e pace farlo con la fotografia. Niente di più.
Parlare per immagini è una passione che coltivo fin da quando ero bambino. Sono nato a Treviso il 26 agosto 1975. Faccio i miei primi esperimenti addirittura con una Comet Bencini, mirino galileiano, è la metà degli anni ottanta. Poi questa parte di me si assopisce, e mi interesso di tutt'altro, fino ai diciotto anni. Da lì in poi avvio una relazione quasi sentimentale con un semplice corredo Pentax, la Mx prima, con un parco ottico standard, 28-50-135. Poi una Me Super, quindi i primi passi nel 6*6 con macchine russe, una Kiev 88. Intanto comincio a stampare, mi metto a studiar le pellicole, l'argento. Poi è la volta della luce,
fino al ritorno alle origini.. al foro stenopeico. Non saprei indicare maestri, non ne ho avuti in senso stretto. La mia fotografia è anzitutto una narrazione, condizionata dalla mia formazione e dalla mia sensibilità. E' la mia riflessione sul mondo che mi circonda. Per questa intimità ho cominciato molto tardi a considerare la possibilità di una esposizione di mie immagini. Ho comunque tratto e lezioni più importanti da Lewis Carrol e Jan Saudek, dal gruppo Kaliska di Łódź. E ho cerco sempre di stare tantissimo tempo per strada, con la macchina a portata di mano. Poi una sera mi son "scontrato" con l'immensa energia di un signore che si chiama Giovanni e che mi ha dato un gran bel calcio nel sedere. Da quello comincia, anzi, ri-comincia questo viaggio. Che spero mi possa portare a spasso a lungo.
01
dicembre 2007
Matteo De Mattia – Gli occhi sono lo specchio dell’anima
Dal primo al 29 dicembre 2007
fotografia
Location
LA YOUNG PHOTO GALLERY
Padova, Riviera Tito Livio, 35, (Padova)
Padova, Riviera Tito Livio, 35, (Padova)
Orario di apertura
8-12 e 15-24, giorno di chiusura domenica e festivi
Vernissage
1 Dicembre 2007, ore 18.30
Autore
Curatore