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Carducci e i miti della bellezza
Circa 150 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, alcune finora mai esposte e qui presentate in sequenze e accostamenti inediti, metteranno in luce il ruolo e l’importanza di Carducci nella cultura bolognese, italiana ed europea fra Ottocento e primo decennio del Novecento, ripercorrendone la vicenda intellettuale
Comunicato stampa
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La mostra Carducci e i miti della bellezza rientra nell'ambito delle celebrazioni promosse dal Comitato Nazionale per il centenario della morte di Giosue Carducci (Valdicastello, 1835 - Bologna, 1907), che vede in stretta collaborazione il Comune e l'Università di Bologna. E ha significativamente in Bologna una delle due sedi prescelte dal Comitato per le iniziative più rilevanti delle celebrazioni carducciane (l’altra è la mostra Giosue Carducci e l'identità italiana, 28 novembre 2007 - 28 febbraio 2008, Fondazione Biblioteca di via Senato, Milano).
Circa 150 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, alcune finora mai esposte e qui presentate in sequenze e accostamenti inediti, metteranno in luce il ruolo e l'importanza di Carducci nella cultura bolognese, italiana ed europea fra Ottocento e primo decennio del Novecento, ripercorrendone la vicenda intellettuale e offrendo un'immagine dello scrittore che ne sottolinei la vivacità e la forza di impatto pubblico e sociale, inseguendo i modi con cui per anni è stato un personaggio al centro dell'attenzione e dell'immaginario collettivo.
Questa mostra segue la vita e l’opera di Carducci, soprattutto dal 1870 in poi, attraverso il motivo conduttore della bellezza. Quando Carolina Cristofori Piva entra nell’orbita del poeta vi risveglia l’amore per un’idea classica e pagana della bellezza che Carducci aveva intravisto già nella sua produzione giovanile. Proclamandosi greco e pagano, il poeta elabora un nuovo aspetto della sua personalità, un aspetto che si affianca, senza sostituirla, all’immagine del giacobino infuriato e dell’uomo pieno di ardori politici.
L’inseguimento della bellezza si manifesta, oltre che nel decennio amoroso con Carolina (Lina-Lidia), anche nel rapporto con altre figure femminili che hanno accompagnato e ispirato il poeta: Dafne Gargiolli, Adele Bergamini, la regina Margherita (per la quale verrà coniata la famosa espressione “eterno femminino regale”) e infine, tra gli anni Novanta e l’inizio del Novecento, Annie Vivanti e Silvia Pasolini Zanelli. Si è cercato qui di disegnare i contorni di questi rapporti individuando le tracce che di volta in volta ne rimangono nell’opera di Carducci.
E si è poi voluto mostrare il legame profondo che unisce Carducci alla città di Bologna, sia attraverso i numerosi ritratti e caricature del poeta che circolarono in città per decenni, facendone un vero protagonista a livello collettivo, sia attraverso l’operazione storica e culturale che vede Carducci al fianco di altri artisti (fra tutti primeggia Alfonso Rubbiani) nel delineare il volto di una città medievale, trecentesca e quattrocentesca, rossa di terra cotta e di mattoni. Questa Bologna comunale e antica è il luogo dove Carducci studia, insegna e compone per più di quarant’anni. È una città reale ma anche sognata, un luogo del pensiero e dell’anima. Qui Carducci, a lungo, insegue il suo “desiderio vano de la bellezza antica”.
La mostra, ideata da Marco A. Bazzocchi e Simonetta Santucci, e realizzata su progetto di allestimento dell’architetto Cesare Mari, si articola in nove sezioni.
Quella iconografica raccoglie immagini di Carducci dai giornali dell’epoca e dalla ritrattistica ufficiale, la prima delinea l’idea della bellezza antica, la seconda è dedicata a Carolina Cristofori Piva, la terza alla Bologna carducciana, la quarta all’idea della bellezza monumentale, la quinta all’incontro con Margherita di Savoia, la sesta ai luoghi e paesaggi cari al poeta, la settima ad Annie Vivanti, l’ottava a Silvia Pasolini e alla fine della bellezza.
I curatori delle singole sezioni sono: Cristina Bersani e Giovanna Degli Esposti (sezione iconografica), Marco A. Bazzocchi (sezioni 1, 5, 7) e con Giovanna Cordibella (sezione 8), Simonetta Santucci (sezioni 2, 4, 6), Valeria Roncuzzi e Sandra Saccone (sezione 3).
Hanno collaborato inoltre Marilena Pasquali e Matteo Rossini.
Le opere esposte, dipinti, disegni, fotografie, manoscritti, libri e oggetti appartenuti al poeta, provengono soprattutto da Casa Carducci, ma non mancano prestiti da prestigiosi Istituti come la Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro di Venezia e la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Il catalogo, pubblicato da Bononia University Press, è diviso in tre sezioni (saggi, iconografia, esposizione) e conterrà i contributi di una ventina di studiosi.
L’inaugurazione avverrà venerdì 30 novembre alle ore 17 alla presenza del Sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, e del Rettore dell’Università di Bologna, Pier Ugo Calzolari
Circa 150 opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, alcune finora mai esposte e qui presentate in sequenze e accostamenti inediti, metteranno in luce il ruolo e l'importanza di Carducci nella cultura bolognese, italiana ed europea fra Ottocento e primo decennio del Novecento, ripercorrendone la vicenda intellettuale e offrendo un'immagine dello scrittore che ne sottolinei la vivacità e la forza di impatto pubblico e sociale, inseguendo i modi con cui per anni è stato un personaggio al centro dell'attenzione e dell'immaginario collettivo.
Questa mostra segue la vita e l’opera di Carducci, soprattutto dal 1870 in poi, attraverso il motivo conduttore della bellezza. Quando Carolina Cristofori Piva entra nell’orbita del poeta vi risveglia l’amore per un’idea classica e pagana della bellezza che Carducci aveva intravisto già nella sua produzione giovanile. Proclamandosi greco e pagano, il poeta elabora un nuovo aspetto della sua personalità, un aspetto che si affianca, senza sostituirla, all’immagine del giacobino infuriato e dell’uomo pieno di ardori politici.
L’inseguimento della bellezza si manifesta, oltre che nel decennio amoroso con Carolina (Lina-Lidia), anche nel rapporto con altre figure femminili che hanno accompagnato e ispirato il poeta: Dafne Gargiolli, Adele Bergamini, la regina Margherita (per la quale verrà coniata la famosa espressione “eterno femminino regale”) e infine, tra gli anni Novanta e l’inizio del Novecento, Annie Vivanti e Silvia Pasolini Zanelli. Si è cercato qui di disegnare i contorni di questi rapporti individuando le tracce che di volta in volta ne rimangono nell’opera di Carducci.
E si è poi voluto mostrare il legame profondo che unisce Carducci alla città di Bologna, sia attraverso i numerosi ritratti e caricature del poeta che circolarono in città per decenni, facendone un vero protagonista a livello collettivo, sia attraverso l’operazione storica e culturale che vede Carducci al fianco di altri artisti (fra tutti primeggia Alfonso Rubbiani) nel delineare il volto di una città medievale, trecentesca e quattrocentesca, rossa di terra cotta e di mattoni. Questa Bologna comunale e antica è il luogo dove Carducci studia, insegna e compone per più di quarant’anni. È una città reale ma anche sognata, un luogo del pensiero e dell’anima. Qui Carducci, a lungo, insegue il suo “desiderio vano de la bellezza antica”.
La mostra, ideata da Marco A. Bazzocchi e Simonetta Santucci, e realizzata su progetto di allestimento dell’architetto Cesare Mari, si articola in nove sezioni.
Quella iconografica raccoglie immagini di Carducci dai giornali dell’epoca e dalla ritrattistica ufficiale, la prima delinea l’idea della bellezza antica, la seconda è dedicata a Carolina Cristofori Piva, la terza alla Bologna carducciana, la quarta all’idea della bellezza monumentale, la quinta all’incontro con Margherita di Savoia, la sesta ai luoghi e paesaggi cari al poeta, la settima ad Annie Vivanti, l’ottava a Silvia Pasolini e alla fine della bellezza.
I curatori delle singole sezioni sono: Cristina Bersani e Giovanna Degli Esposti (sezione iconografica), Marco A. Bazzocchi (sezioni 1, 5, 7) e con Giovanna Cordibella (sezione 8), Simonetta Santucci (sezioni 2, 4, 6), Valeria Roncuzzi e Sandra Saccone (sezione 3).
Hanno collaborato inoltre Marilena Pasquali e Matteo Rossini.
Le opere esposte, dipinti, disegni, fotografie, manoscritti, libri e oggetti appartenuti al poeta, provengono soprattutto da Casa Carducci, ma non mancano prestiti da prestigiosi Istituti come la Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro di Venezia e la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma.
Il catalogo, pubblicato da Bononia University Press, è diviso in tre sezioni (saggi, iconografia, esposizione) e conterrà i contributi di una ventina di studiosi.
L’inaugurazione avverrà venerdì 30 novembre alle ore 17 alla presenza del Sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, e del Rettore dell’Università di Bologna, Pier Ugo Calzolari
30
novembre 2007
Carducci e i miti della bellezza
Dal 30 novembre 2007 al primo marzo 2008
Location
BIBLIOTECA COMUNALE DELL’ARCHIGINNASIO
Bologna, Piazza Galvani, 1, (Bologna)
Bologna, Piazza Galvani, 1, (Bologna)
Orario di apertura
lun. - ven. ore 9 - 18.45; sab. 9 - 13.30; chiuso nei giorni festivi e il sabato pomeriggio
Vernissage
30 Novembre 2007, ore 17
Sito web
www.casacarducci.it/comitatonazionale/evento12.htm
Editore
BONONIA U.P.
Curatore