Rughe, increspature della pelle, smorfie, guance, occhi. Carne, in apparenza. In realtà, quelle che Iva Recchia ci propone sono “anime fluide di colore” , nascoste tra i pretesti delle pieghe dei suoi innumerevoli ritratti o lungo le linee sinuose dei corpi. La mostra “Diario” è un’antologica che ripercorre il lavoro di questa giovane artista veronese, dai primi anni dell’Accademia fino ad oggi, in un carosello di sconosciuti protagonisti della vita, che l’artista ha accumulato negli anni sulle tele. Spesso sono il ricordo di una bocca o la fulminea impressione di un occhio colto nel caos di una stazione o la plasticità di una smorfia che si è già ricomposta. Queste opere sono sospensioni di un momento, attimi “fotografati”, emozioni lasciate a decantare su visi nei quali l’ artista si è imbattuta. Ciò che importa realmente è imprimere suggestioni senza consumare questi volti e questi corpi, senza deformarli o renderli grotteschi, ma lasciandoli nella mutevolezza del loro divenire. Inconsciamente vittima di un vero e proprio “colpo di fulmine” che la spinge a soddisfare questa curiosità quasi ossessiva per il volto, Iva tenta di registrare, attraverso il ritratto, le diverse, molteplici, altre identità, quelle che secondo Bauman … “svolazzano liberamente, e sta ai singoli afferrarle…”. Iva tenta questa cattura, ogni volta, in punta di pennello.

Jara Bombana

Iva Recchia nasce a Verona nel 1972. Diplomatasi al liceo artistico della sua città, si iscrive all’Accademia di Belle Arti, prima a Venezia (1990- ’92), poi a Verona (1992- ’94), laureandosi in pittura. E’ stata assistente di Vincenzo Balsamo (1996-2003) e degli scultori Miguel Berrocal (1998) e Sergio Capellini (2001). Ha partecipato a numerosi concorsi, ricevendo premi e riconoscimenti. Vive e lavora a Isolalta di Vigasio.