Alessandro Bellucci
Diploma di maestro d’arte all’istituto d’arte di Siena nel 1982. Nell’ottobre dello stesso anno frequenta l’istituto d’arte di Firenze. Nel 1983 si iscrive all’accademia di belle arti di Firenze. Dal 1983 partecipa ed espone a varie mostre collettive. Attualmente svolge il lavoro di grafico editoriale.


Chimena Filippetti
Formatasi all’accademia di belle arti di Firenze, con un gruppo di artisti, fonda nel 1995 l’associazione culturale DIDEE ed apre uno spazio d’arte contemporana a Siena, dove periodicamente si sono svolte mostre personali e collettive di numerosi artisti.


Emanuela Fucecchi
Frequenta la sezione di decorazione plastica dell’istituto d’arte di Siena e si diploma al liceo artistico di Carrara. Si laurea all’accademia di belle arti di Carrara. Insegna all’istitututo d’arte di Siena. A partire dal 1982 partecipa ed espone a mostre e collettive in varie città italiane.


Monica Putti
Diplomata all’istituto d’arte di Siena nel 1984. Frequenta l’accademia di belle arti di Firenze. Insegna ceramica all’istituto d’arte di Siena dal 1987.

Contaminazioni affettive è una mostra organizzata da quattro amici - Alessandro Bellucci Chimena Filippetti Emanuela Fucecchi Monica Putti - che hanno frequentato insieme l'Istituto d'Arte di Siena. Cresciuti artisticamente a fianco l'uno all'altro, hanno intrapreso carriere e poetiche diversificate oggettivamente opposte ma instaurando un dialogo costante che si protrae ormai da tempo. Ognuno con il proprio linguaggio sia tecnico sia contenutistico, danno vita ad una mostra plurale, polifonica onnivora che non può essere raccontata in un unico registro. Ognuno di loro indaga la "contaminazione" nel mondo della comunicazione visiva contemporanea, esplorando i diversi modi di produzione segnica e analizzando i differenti strati che contribuiscono a ricostruire le percezioni del mondo naturale e dare vita a rappresentazioni efficaci. Bombardati e bersagliati dalle immagini dei mass media, sedotti da "persuasori occulti", illusi dal potere retorico di icone accattivanti, attratti da forme esotiche di primitivismo, ci inducono a intraprendere un viaggio dove la riflessione sostituisce il senso di impotenza dovuta alla passività con cui di solito osserviamo le immagini della realtà virtuale quotidiana.


Cristina Piersimoni