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Letargo: Leonora Bisagno – Limen
Più che un pubblico che guarda dentro, il progetto Letargo prevede un’opera che guarda fuori, che aspetta..
Comunicato stampa
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Il MAGra prosegue la sua programmazione con il progetto “Letargo”: la collocazione di un’opera che rimarrà esposta nella sede dal 16 dicembre fino alla primavera 2008.
Il museo si prepara quindi ad affrontare i rigori dell’inverno, attraverso un’istallazione che cerca un dialogo con lo scorrere del tempo, dei giorni e delle stagioni.
Più che un pubblico che guarda dentro, “Letargo” prevede un’opera che guarda fuori, che aspetta..
L’artista invitata è Leonora Bisagno, con il lavoro site-specific “Limen”.
Nel suo intervento la terra, luogo privilegiato del letargo, oltre ad accogliere sarà in questo caso accolta e raccolta all’interno del museo, arrivando a riempire strato dopo strato la Cappella, fino a ricongiungersi con il cielo stellato dipinto all’interno.
“..Fondamentalmente ho cercato di intuire la chimica del luogo; poi la composizione degli elementi mi ha avvicinato all'idea di letargo.
Esso va inteso in un senso più ampio, come scorrere immobile del tempo, durata, limite; qualcosa che sprofonda e, tanto più si radica quanto più si muove verso altri luoghi del percepire, con altri ritmi, più lenti, più elevati forse.
Letargo come condizione limite, che porta con sé un resto di morte, di inumazione, di reversibilità tra un sentire attivo ed uno ricettivo.
Sempre più in direzione della terra, della cenere forse. La terra e la sua stratigrafia (gli "orizzonti" che si creano e slittano, le microfessure e le creature oscure dell’abisso), è divenuta così il contatto, l'humus, il passaggio silenzioso attraverso cui sentire l'habitat del letargo, costantemente agitato da movimenti impercettibili, invisibili.
Attraverso il silenzio, la solitudine, il rallentamento e il raccoglimento, viene alla luce un senso mistico legato alla sacralità del luogo, la sua religiosità, intesa nel suo etimo di aver cura, aver riguardo per.
Il limite è indicato dal cielo: quanto basta perchè la finestrella, quell’ambiente interstiziale terrestre, resti aperta..” (L. Bisagno)
Accompagna l’intervento il testo “Linee s(n)aturanti : Inu/m)azioni sospese” di Benjamin Ibry.
Leonora Bisagno, nata a Zurigo nel 1977, vive e lavora a Greve in Chianti (FI).
Tra le mostre recenti ricordiamo: Animeux, a cura di Alessandro Sarri, Teatro Studio di Scandicci, Firenze, 2007; Festival Photolight 2007, Kaunas, Lituania; Officine 3, a cura di Maurizio Coccia e Matilde Marinetti, Palazzo Lucarini, Trevi (PG), 2007; Kinder sind nicht wie wir, a cura di Alessandra Capodacqua, FLUSS, Wolkersdorf - Wien, Austria, 2007; Giardino immaginato, a cura di Bruno Corà, giardino di San Clemente, Firenze, 2006.
Il museo si prepara quindi ad affrontare i rigori dell’inverno, attraverso un’istallazione che cerca un dialogo con lo scorrere del tempo, dei giorni e delle stagioni.
Più che un pubblico che guarda dentro, “Letargo” prevede un’opera che guarda fuori, che aspetta..
L’artista invitata è Leonora Bisagno, con il lavoro site-specific “Limen”.
Nel suo intervento la terra, luogo privilegiato del letargo, oltre ad accogliere sarà in questo caso accolta e raccolta all’interno del museo, arrivando a riempire strato dopo strato la Cappella, fino a ricongiungersi con il cielo stellato dipinto all’interno.
“..Fondamentalmente ho cercato di intuire la chimica del luogo; poi la composizione degli elementi mi ha avvicinato all'idea di letargo.
Esso va inteso in un senso più ampio, come scorrere immobile del tempo, durata, limite; qualcosa che sprofonda e, tanto più si radica quanto più si muove verso altri luoghi del percepire, con altri ritmi, più lenti, più elevati forse.
Letargo come condizione limite, che porta con sé un resto di morte, di inumazione, di reversibilità tra un sentire attivo ed uno ricettivo.
Sempre più in direzione della terra, della cenere forse. La terra e la sua stratigrafia (gli "orizzonti" che si creano e slittano, le microfessure e le creature oscure dell’abisso), è divenuta così il contatto, l'humus, il passaggio silenzioso attraverso cui sentire l'habitat del letargo, costantemente agitato da movimenti impercettibili, invisibili.
Attraverso il silenzio, la solitudine, il rallentamento e il raccoglimento, viene alla luce un senso mistico legato alla sacralità del luogo, la sua religiosità, intesa nel suo etimo di aver cura, aver riguardo per.
Il limite è indicato dal cielo: quanto basta perchè la finestrella, quell’ambiente interstiziale terrestre, resti aperta..” (L. Bisagno)
Accompagna l’intervento il testo “Linee s(n)aturanti : Inu/m)azioni sospese” di Benjamin Ibry.
Leonora Bisagno, nata a Zurigo nel 1977, vive e lavora a Greve in Chianti (FI).
Tra le mostre recenti ricordiamo: Animeux, a cura di Alessandro Sarri, Teatro Studio di Scandicci, Firenze, 2007; Festival Photolight 2007, Kaunas, Lituania; Officine 3, a cura di Maurizio Coccia e Matilde Marinetti, Palazzo Lucarini, Trevi (PG), 2007; Kinder sind nicht wie wir, a cura di Alessandra Capodacqua, FLUSS, Wolkersdorf - Wien, Austria, 2007; Giardino immaginato, a cura di Bruno Corà, giardino di San Clemente, Firenze, 2006.
16
dicembre 2007
Letargo: Leonora Bisagno – Limen
Dal 16 dicembre 2007 al 21 marzo 2008
arte contemporanea
Location
MAGRA – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI GRANARA
Valmozzola, Località Granara, (Parma)
Valmozzola, Località Granara, (Parma)
Orario di apertura
visibile 24 ore su 24
Vernissage
16 Dicembre 2007, ore 15
Autore
Curatore